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Chi non ha mai visto almeno una volta una scena di poker in un film western alzi la mano.

Probabilmente ben pochi, perché il cinema è ricco di esempi. Pensiamo ad esempio al film Maverick del 1994 (tratto dall’omonima serie tv statunitense), con Mel Gibson e Jodie Foster. Oppure alla famosa e divertentissima scena che vede coinvolti al tavolo da gioco Terence Hill e Bud Spencer in Lo chiamavano Trinità (1971):

In un certo senso, potremmo dire che il poker sta al Far West come la storia sta alla leggenda: le radici possono essere la stesse, è il racconto che cambia.

Nel caso del poker ai tempi del “Vecchio West”, i personaggi coinvolti nelle mani che in qualche modo ci sono state tramandate sono per lo più esistiti davvero, ma l’andamento dell’action è stato con buona probabilità molto… arricchito! Ecco tre esempi.

Un’incisione del 19O secolo che ritrae alcuni giocatori di poker (credits Getty Images)

“La mano infinita”

La fonte di questa storia è James Stephen “Big Jim” Hogg, governatore del Texas nel periodo 1891-95.

Sono le 20:00 del 15 Giugno 1853 quando due ricchi possidenti di Austin, Old Man Morgan e Major Danielson, si siedono al tavolo per iniziare quella che fu poi chiamata la “mano infinita“. La ragione è semplice. Ad un certo punto della partita, dopo aver ricevuto le hole cards (5, perché molto probabilmente il gioco è il five-card draw), i due iniziano una serie di rilanci che va avanti per tutta la notte senza arrivare mai al call conclusivo!

L’azione riprende il mattino successivo e procede nello stesso modo al punto che – e qui entriamo di certo nella leggenda – il tavolo cede sotto “il peso della ricchezza“. Continua per giorni, che diventano per anni, fino a quando risulta chiaro che lo showdown finale non vedrà mai la luce, nonostante i due antagonisti abbiano già investito tutti i loro averi.

A quel punto le mani dei due giocatori e il resto del mazzo vengono sigillati e depositati presso la banca di Austin. La sfida a colpi di rilanci supera anche la morte di Morgan e Danielson (avvenuta nello stesso anno, il 1872) e viene ereditata da figli e nipoti, senza mai trovare l’esito finale. E soprattutto senza mai che venisse rivelato quali fossero le mani dei due giocatori.

Un disegno dell’epoca che ritrae “Wild Bill” Hickok poco prima della mano fatale (credits Getty Images)

“Eccoti l’altro sei”

James Butler Hickok (1837 – 1876), noto come “Wild Bill” Hickok, è un personaggio che ha attraversato l’epopea del Far West in tutti modi, sia reali che romanzeschi. E’ stato raccontato come bandito, scout, pistolero, sceriffo, soldato dell’Unione durante la Guerra Civile Americana, conduttore di diligenze, spia e giocatore d’azzardo.

Ed è proprio quest’ultimo ruolo che a noi interessa raccontare, attraverso due azioni al tavolo da poker giunte in qualche modo fino a noi.

La prima, che risale probabilmente al 1860, è una mano di five-card draw presa allo showdown: al call finale di Hickok, l’avversario mette sul tavolo un full di jack. “Wild Bill” risponde dichiarando di avere un full migliore, ma gira solo quattro carte: tre Assi e un 6. La quarta rimane coperta. “C’è solo un sei“, commenta confuso l’altro. Hickock tira fuori la Colt 1851: “Eccoti l’altro sei“. Una mossa abbastanza convincente per incassare il pot.

L’attore Jeff Corey interpreta Wild Bill Hickok nel film del 1970 “Little Big Man” (Piccolo Grande Uomo), di Arthur Penn. (Photo by CBS via Getty Images)

“La mano del morto”

La seconda mano che vede coinvolto “Wild Bill” Hickok è forse la più conosciuta. Si dice che in quella occasione il famoso pistolero avesse due assi neri e due otto neri (e una misteriosa quinta carta) durante una partita di five-card draw. Una buona mano di partenza ma che Hickok non riuscì mai a sfruttare e che anzi si rivelò fatale per lui.

Fu infatti freddato con un colpo alla schiena dal vendicativo Jack McCall il 2 agosto del 1876, nel saloon americano di Deadwood. Si dice che nel cadere a terra, Hickok abbia continuato a stringere tra le dita le carte. La cittadina del South Dakota ha successivamente dedicato un museo alla vicenda.

Nel 1979 “Wild Bill” Hickok è stato inserito nella Poker Hall of Fame. Il mondo della fiction ha raccontato più volte la sua movimentata vita di cowboy amante del poker tradizionale. Lo troviamo in Wild Bill Hickok (film muto del 1923), The PlainsmanLa conquista del West (1936) con Gary Cooper nei panni del pistolero, Piccolo Grande Uomo (1970, interpretato da Jeff Corey), The White Buffalo (1977) dove a interpretarlo è Charles Bronson, seguito da Jeff Bridges in Wild Bill (1995) e Keith Carradine che dà il volto a Hickok nella miniserie Deadwood (2004).

Foto di testa by Getty Images