E’ già trascorsa una settimana da quando l’European Poker Tour di Malta è andato in archivio portando con sé tanti tornei – compresi quelli del PokerStars Open – e soprattutto tanto spettacolo, bel gioco e azioni memorabili.
Una di queste merita di entrare nel “grande libro del poker”, almeno secondo chi scrive. La mano in questione si è giocata durante il Main Event del PS Open e ha avuto per protagonista Gerard Carbo Santamaria, runner-up del torneo.
Il 33enne spagnolo, residente ad Andorra, è oggi uno dei giocatori europei più “on fire” nel circuito dei tornei dal vivo. Il suo curriculum parla chiaro, anche se Thehendonmob.com indica due profili distinti – Gerard Carbò e Gerard Santamaria – con sequenze di risultati molto simili ma non identiche. Si tratta probabilmente di una svista, come lo stesso giocatore ci ha confermato nell’intervista concessa post final table del PS Open ME. Facendo riferimento al primo profilo, Carbo conta 45 in the money nel post-pandemia, più altri quattro tra il 2019 e il 2020, per un totale di quasi 800.000 dollari in vincite.
Il suo percorso nel poker, tuttavia, è iniziato molto prima. Gerard Carbo ha mosso i primi passi online, dove è stato un grinder per diversi anni – e lo è tuttora. La svolta verso il live è arrivata dopo la fine dell’emergenza Covid-19, con la riapertura delle pokeroom in tutto il mondo. Da allora Carbo si è immerso nei tornei dal vivo, che oggi rappresentano la sua dimensione preferita. “E’ meno stressante, mi diverto di più. Anche il field è diverso e spesso più abbordabile” ci ha confessato nella breve intervista. “Continuo a giocare online, mi piace mixare le due cose, però credo che con il passare del tempo mi concentrerò sempre più sul live.”
Gli eventi che preferisce sono quelli dell’EPT e del PS Open. Il motivo? “Hanno la migliore organizzazione e i migliori dealer a livello europeo. Anche la struttura di gioco è ottima, risponde alle aspettative dei giocatori. Tutto questo contribuisce a creare un’atmosfera positiva, sia in sala che fuori. E poi ci sono le location. “Più o meno sono tutte di alto livello. Mi piace visitare nuovi posti grazie al poker. Questo EPT/PS Open mi ha portato a Malta per la prima volta, il prossimo appuntamento sarà a Manchester.“

Proprio a Malta, Gerard Carbo ha realizzato il suo miglior risultato finora della sua carriera: €264.650 dopo un heads-up emozionante e di alto livello contro il pro britannico Scott Margereson, vincitore del PokerStars Open Main Event.
“Il torneo per me è andato alla grande. Sono stato spesso chipleader nelle ultime due giornate. Penso di aver giocato bene, certo ho avuto buone carte, ma quelle sono necessarie per andare avanti. Anche se il testa-a-testa non è andato come speravo, isoprattutto per alcune situazioni sfavorevoli, mi ritengono molto soddisfatto della mia performance.“
Ha ragione. Ma, come abbiamo anticipato, lo show più spettacolare è legato soprattutto a una mano che lo spagnolo ha giocato nel corso del Day3 contro il danese Sebastian Mortensen. Ve la riproponiamo.
I bui sono 30.000/60.000 big blind ante 60.000. Mortensen apre 120.000 da under the gun. Tutti i giocatori al tavolo foldano tranne Carbo – in quel momento tra i primi cinque in classifica – il quale decide di rilanciare a 405.000 da Big Blind. Mortensen chiama. Flop: J♥A♠J♦. Lo spagnolo c-betta 90.000 e riceve un altro call.
Turn: 3♥. Carbo prosegue l’aggressione con una second barrel da 170.000 chips, ma questa volta Mortensen risponde con un raise fino a 475.000. Carbo riflette per qualche secondo e poi chiama. River: 5♦. Lo spagnolo fa check e il danese risponde shovando per 735.000 gettoni. Dopo solo un minuto di think–tank, Gerard Carbo decide di chiamare con K♠K♥. Mortensen mostra 10♠10♣ e deve arrendersi al suo avversario, autore di un hero call difficilissimo su un board con un Asso e due Jack. La doppia coppia superiore di Carbo elimina Sebastian Mortensen e manda lo spagnolo in testa al chipcount.
IL THINKING PROCESS DI GERARD CARBO
Preflop e flop. “E’ una mano complicata. Il call di Mortensen sulla mia tribet mi fa pensare che lui abbia una pocket pair o, forse, AQ. Dubito che possa chiamare con combinazioni più deboli, tipo AJ o KJ. Asso-Kappa è improbabile, sia perché ho due blocker, sia perché penso che con AK o AA avrebbe 4-bettato preflop. Al flop punto small (circa il 10%), azione che avrei comunque fatto con tutto il mio range di tribet preflop. A quel punto aumenta la mia sensazione che lui abbia una coppia media, diciamo da JJ in giù o, meno probabilmente, AQ.“
Turn. “A questo punto si apre il flush draw. Io betto ancora perché ho in mano un blocker – il Kappa di cuori – ma è un’azione poco ortodossa, perché gonfia il piatto senza reale valore aggiunto. Lui invece rilancia, ma il suo raise mi convince che non abbia AQ (avrebbe solo callato), mentre il Jack in mano per il trips rimane improbabile. Mi convinco che stia preparando un bluff al river, sfruttando il vantaggio della posizione.“
River. “Il 5♦ è un mattone, difficilmente può aver cambiato qualcosa. Adesso la coppia KK diventa un buon bluff catcher: faccio check per indurre al bluff e poi chiamo. Devo però ammettere che si tratta di un’azione per certi aspetti molto borderline. Contro giocatori diversi, forse avrei agito in un altro modo. Ero al tavolo con lui da circa un livello, ho visto che era preparato, competitivo e con stile aggressivo. In quel momento avevo la sensazione che volesse combinarmi la grande giocata. E’ stata una sfida di livelli di pensiero… e stavolta mi sono sentito un passo avanti. Mi è andata bene!“
Immagine di testa: Gerard Carbo Santamaria (credits RIHL)