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Trovarsi al tavolo con al fianco un mostro sacro del poker dev’essere una situazione che genera una serie di sentimenti contrasti. Da un lato c’è probabilmente la paura di sfigurare, dall’altro la voglia di sfidare e possibilmente battere il campionissimo.

Quando poi di mezzo c’è un obiettivo importante come l’accesso al final table del Main Event WSOP, mantenere il controllo sulle proprie emozioni diventa ancora più difficile. E’ quello che è successo nel 2005 ad Andy Black il quale, raggiunta la zona 27 left, si è trovato allo stesso tavolo di Phil Ivey.

Non che Andy Black sia un novellino. Classe 1965, irlandese di nascita e per temperamento – è uno che non si tira indietro quando al tavolo c’è da lottare -, Andy Black registra piazzamenti a premio nei tornei internazionali dal lontano 1997. Tra i più importanti dal punto di vista economico c’è il 3° posto nel Main Event dell’Aussie Millions Poker Championship edizione 2007, del valore di 556.000 dollari americani. Poi viene il 7° posto, ottenuto sempre nello stesso anno, nell’EPT Grand Final di Montecarlo (€239.000). E tanti altri, realizzati soprattutto sul suolo natio, in Inghilterra e a Las Vegas, per un totale di 144 risultati in the money e 4,9 milioni di dollari vinti in carriera con i tornei live. Ed è proprio nella capitale americana del gioco che Black ottiene il suo piazzamento più importante, grazie a una giocata entrata nella storia del Texas Hold’em.

Ci sono diverse mani che non dimenticherò mai” Andy Black ha dichiarato qualche anno fa a PokerNews. “Ma questa è una di quelle in cui ti trovi sotto la massima pressione, e solo allora viene fuori se sei davvero capace di mettere mano alle pistole e di reagire“. Ecco, questo è il temperamento di Andy Black.

Andy Black (credits PokerNews)

Che la pressione fosse alta, non dovrebbe esserci dubbio: ultimi tre tavoli del Main Event WSOP, il sogno di una moneta da 7,5 milioni di dollari e un ostacolo al proprio fianco soprannominato il “Tiger Woods” del poker. Per fortuna di Black, il fianco di cui parliamo è il destro, cioè l’irlandese ha il vantaggio di agire dopo Ivey.

Black in quel momento ha uno stack di circa 2,2 milioni. Ivey è nelle prime 4 posizioni del chipcount, con più di 4 milioni. I bui sono 20.000/40.000 quando tutto il tavolo folda fino al professionista americano che da bottone rilancia a 120.000. Lo Small Blind folda. Black, invece, decide di 3-bettare da Big Blind con A♦2♦.

Ivey bisbiglia qualcosa che assomiglia a un “Quant’è?“. L’irlandese gli dice l’importo, 420.000 chips, solo per vedersi arrivare in faccia una forbet da 920.000 pezzi.

Phil Ivey (credits PokerNews)

Mi è sembrato un momento lunghissimo, anche se in realtà ho reagito molto rapidamente. Forse ci ho messo 15 secondi, eppure ricordo la sensazione di un tempo che si è dilato“. Tempo per fare cosa? Rilanciare all-in, naturalmente!

Ricordo di aver pensato: sto per fare qualcosa di molto stupido. Di sicuro Ivey ha qualcosa. E poi all’improvviso, anche se non so da dove questa convinzione sia arrivata, mi sono detto: no, no, ci sta provando (a rubare il piatto, ndr) e io devo shovare!

Ivey folda, senza far vedere la mano, ma la registrazione televisiva delle hole cards rivelerà che aveva K♥5♥. Un lettura perfetta quella di Black che invece mostra al suo avversario l’A-2 suited. “Bella giocata” ammette lo statunitense. Anche se non decisiva, la mossa di Black segnerà il gioco di uno dei più forti giocatori di sempre: Ivey abbandonerà il sogno di diventare campione del mondo poco tempo dopo, uscendo in 20a posizione.

Per Andy Black, invece, il colpo diventa un’iniezione di fiducia. L’irlandese raggiunge il final table dove gioca alla grande. Anche se non riuscirà a vincere il titolo, metterà a segno un fantastico 5° posto del valore di $1.750.000, il suo miglior risultato fino ad oggi. Per la cronaca, a vincere quella edizione del ME WSOP sarà l’australiano Joe Hachem.

Joe Hachem (credits PokerNews)

E’ solo una questione di… ma a volte la prima sensazione di ciò che sta succedendo è quella giusta” ha concluso Black nella sua intervista. “Riuscire a rimanere attaccato alla sensazione giusta nei momenti di maggiore pressione non è qualcosa che riesco a fare tutte le volte. Quella è stata una delle poche situazioni in cui ci sono riuscito. Ho rischiato di fare la figura dell’idiota completo e invece ne sono uscito da genio“.

Foto di testa: Andy Black (by PokerNews)

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