Vai al contenuto

Sabato 6 novembre 2010 Filippo Candio è sul punto di scrivere una pagina di poker clamorosa per l’Italia. In realtà, l’allora 26enne giocatore di Cagliari ha già lasciato il proprio segno indelebile nella storia di questo gioco diventando il primo “azzurro” in grado di raggiungere la finale del Main Event WSOP. Candio è quindi tra i cosiddetti November Nine, ma adesso in palio c’è un traguardo ancora più grande: la vittoria nel torneo più importante al mondo di Texas Hold’em, che nel 2010 vale poco meno di 9 milioni di dollari.

La partita inizia con questo chipcount:

1 Jonathan Duhamel 65.975.000
2 John Dolan 46.250.000
3 Joseph Cheong 23.525.000
4 John Racener 19.050.000
5 Matthew Jarvis 16.700.000
Filippo Candio 16.400.000
7 Michael Mizrachi 14.450.000
8 Soi Nguyen 9.650.000
9 Jason Senti 7.625.000

Filippo Candio occupa la sedia numero 8 con 16.400.000 chips che, ad inizio giornata, equivalgono a poco più di 30 big blinds (il livello è 250K/500K ante 50K): non tanti ma abbastanza per fare un po’ di azione in maniera oculata. A vantaggio dell’italiano gioca però la posizione: Candio si trova infatti prima dei due giocatori con meno gettoni a disposizione, Soi Nguyen e Jason Senti, entrambi seduti alla sua sinistra. Alla sua destra ci sono invece John Racener e Matthew Jarvis che hanno stack simili.

Il cagliaritano inizia con prudenza. Bisogna infatti attendere la mano n.19 per assistere al primo pot incassato da Candio: un semplice raise di apertura da cutoff che non trova clienti.

Decisamente più importante è la 30. Tutti foldano fino all’italiano che si trova in posizione di hijack: per i meno esperti, è una posizione media del tavolo, a due sedute di distanza dal bottone che in quel momento è occupato dal forte Joseph Cheong. Candio apre il gioco a 1,325 milioni. Cheong chiama dal bottone. Lo Small Blind folda ma Jonathan Duhamel, che si trova in posizione di Big Blind, tribetta fino a 3,95 milioni. Candio non ci sta e va all-in per i restanti 14,95 milioni di chips. Cheong folda solo dopo una lunga riflessione ma Duhamel chiama rapidamente. Lo showdown è tutto a favore dell’azzurro che ha A♣A♦, mentre il pro canadese mostra A♥K♦. Il board scorre liscio, 10♣6♣3♦9♦4♠: Candio raddoppia e sale a 31.875.000 chips.

Poco dopo mette in mostra anche uno dei suoi piatti forti, il bluff. Questa volta è Jason Senti che rilancia a 1.350.000. Michael Mizrachi, che qualche mese prima ha vinto il suo primo $50.000 Poker Players Championship (PPC) alle WSOP, chiama da bottone, seguito dal call di Candio che difende da Big Blind. Il flop è 5♥4♦2♦ ma nessuno fa azione. Il triplo check porta sul tavolo un K♥, sul quale Candio esce puntando 2.900.000. Senti folda ma Mizrachi, dopo aver borbottato un po’ tra sé e sé, decide di chiamare. Il river è un 3♠. Candio punta ancora, questa volta 4.450.000 chips. The Grinder ci pensa più di un minuto ma alla fine manda le carte nel muck. A quel punto l’italiano mostra il bluff con in mano Q♥10♥.

Nonostante un livello dopo Candio abbia perso un po’ di fiches, riesce ancora a mostrare i muscoli e soprattutto poco (se non zero) timore reverenziale nei confronti di campioni sicuramente più navigati di lui, come Mizrachi, Duhamel e Racener. L’azione è questa. Inizia Duhamel con un rilancio a 1,75 milioni. Michael Mizrachi chiama dal bottone ma Filippo Candio rilancia all-in dal big blind per 21.675.000 chips. Al fold di Duhamel e Mizrachi, Candio mostra un modesto 7♣.

I livelli salgono, durante i quali escono tre giocatori, che nell’ordine sono: lo statunitense Soi Nguyen al 9° posto per $811.823, il canadese Matthew Jarvis, all’ottavo per $1.045.743 e l’altro statunitense Jason Senti, che è 7° per $1.356.720.

All’inizio del livello 39 Candio è quarto in classifica quando restano sei giocatori, ma la distanza dalla vetta rappresentata da Duhamel, Mizrachi e Cheong aumenta. Al 6° posto viene eliminato John Dolan (USA) che si consola con $1.772.959. Da lì inizia improvvisamente il declino di Michael Mizrachi che, in breve tempo, dalla top tre si trova ad essere player out (5° per $2.332.992). Candio guadagna così un’altra posizione e lotta con Racener per raggiungere il podio. Ma gli avversari gli hanno preso le misure e lo obbligano ad alcuni fold importanti. I bui sono sempre più alti, Candio non trova gioca e il suo stack inizia pericolosamente a ridursi, fino alla mano decisiva.

È la numero 188, quando Filippo Candio decide di andare direttamente all-in preflop dallo Small Blind. Joseph Cheong chiama da Big Blind mentre il pubblico si alza in piedi. L’italiano parte in svantaggio 40%-60% con K♦Q♦ vs A♣3♣. Svantaggio che diventa enorme già al flop: A♥7♦2♠. Quando al turn scende un 5♥ Filippo Candio è drawing dead, mentre un 4♠ completa il board dando a Cheong una scala ormai superflua. Il final table si concluderà con la vittoria di Jonathan Duhamel ($8.944.310), davanti a Jason Racener ($5.545.955) e Joseph Cheong ($4.130.049).

L’avventura di Filippo Candio nel ME WSOP 2010 finisce quindi al 4° posto, ricompensata con $3.092.545. Di gran lunga la sua vittoria più importante e ricca e degna di un posto nella storia azzurra del poker, come abbiamo più volte evidenziato. Il traguardo raggiunto da Filippo Candio resisterà ancora lungo. Nel 2015 ci proverà Federico Butteroni a fare meglio di lui, ma il risultato finale sarà un 8° posto al Main Event WSOP. Per assistere al “sorpasso”, sarà necessario attendere il 2019, l’anno in cui Dario Sammartino sfiorerà il colpaccio chiudendo al 2° posto dietro ad Hossein Hensan.

Dopo l’esperienza dei November Nine 2010, la love story tra Filippo Candio e il poker continua per altri 5 anni. Alla fine del 2015, infatti, il player cagliaritano ha scelto una strada diversa. Oggi Filippo Candio è un uomo d’affari nel settore delle startup e questo occupa la maggior parte del suo tempo. Ma un pizzico di passione dev’essergli rimasta, dal momento che nel 2019 è tornato a giocare e ha subito vinto un torneo di poker live a Nova Gorica (Slovenia).

D’altra parte,  il lupo difficilmente perde il vizio (di vincere, nel suo caso)!