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Nel 2010 l’Italia è in pieno boom pokeristico. Il gioco, che ormai attira qualche milione di appassionati del Belpaese, è stato di fatto “sdoganato” dall’etichetta di gioco d’azzardo grazie all’introduzione nella categoria degli skill game, ovvero dei giochi dove l’abilità riesce a limitare il ruolo del caso. Inoltre, l’immagine stereotipata della “bisca” viene progressivamente sostituita da quella delle pokeroom all’interno dei casinò ufficiali, dove si giocano tornei organizzati in maniera professionale e trasparente. Nel 2010 Lo European Poker Tour di PokerStars sbarca a Sanremo stabilendo subito un record continentale di partecipazione, mentre il fratello minore, l’Italian Poker Tour, alla sua seconda stagione è già la kermesse di poker più importante nel nostro Paese.

Di conseguenza il field italiano cresce, i giocatori “azzurri” diventano sempre più competitivi anche in campo internazionale. Luca Pagano, Salvatore Bonavena, Sergio Castelluccio, Max Pescatori fanno da apripista. Ma velocemente si fa largo una scuola di giovani leve, formate soprattutto attraverso il poker online, che inizia a macinare risultati. E’ la “scuola” di Dario Minieri e di tutti coloro che seguono il suo stile di gioco aggressivo, fatto di azioni spettacolari ma a volte anche di rovinose cadute. I nomi sono tanti, ma in questa occasione a noi interessa riportarne uno, quello di Filippo Candio.

Cagliaritano, classe 1984, Filippo Candio ha lasciato un segno indelebile nella storia del poker “azzurro”, perché ha il marchio del Main Event delle World Series Of Poker. Candio debutta nel poker professionistico nel 2007, anno in cui mette a segno il suo primo in the money in un evento live, precisamente all’Italian Championship of Sanremo. Il suo gioco, spumeggiante e adrenalinico, entusiasma subito appassionati e blogger, anche perché corre sempre sul filo del rasoio quando si tratta di prendersi dei rischi. Dal quel momento fino alla prima metà del 2010 il giocatore sardo mette in fila 17 piazzamenti a premio, uno dei quali è la vittoria nel Campionato Italiano del 2009 disputato sempre a Sanremo, che gli frutta 140.000 euro di primo premio. Poi arriva l’estate del 2010, la spedizione a Las Vegas e il debutto nel Main Event WSOP. E lì cambia tutto.

Sia chiaro: prima di lui altri giocatori italiani avevano già lasciato la propria impronta a Las Vegas, in quella che per tutti è l’appuntamento annuale di poker live più importante al mondo. Ad esempio lo stesso Dario Minieri che nel 2008 aveva vinto un braccialetto da $528.418 nell’evento $2.500 NLHE. E più ancora Max Pescatori che nello stesso anno si mette al polso il secondo gioiello con il primo posto nel $2.500 Mixed Pot-Limit Hold’em/Pot Limit Omaha, dopo quello vinto nel 2006 nel $2.500 Limit Hold’em. Ma nessuno era ancora riuscito a centrare il tavolo finale del Main Event WSOP.

L’avventura di Filippo Candio a Las Vegas nel 2010 comincia il 4 giugno con un modesto 157° posto nel $1.500 No Limit Hold’em. Poi più nulla per un mese fino all’inizio del Main Event. A questo punto il cagliaritano tira fuori il meglio di sé, sia dal punto di vista del gioco che di quello caratteriale. Supera tutti gli ostacoli e raggiunge il Day8, il più critico perché dai 27 left conduce alla selezione dei November Nine, cioè dei giocatori che torneranno 4 mesi dopo per disoutare la finale del campionato del mondo di Texas Hold’em.

Candio si trova al tavolo con alcuni clienti spiacevoli. Ci sono infatti l’ex pro di PokerStars Johnny Lodden (primatista di risultati EPT), Joseph Cheong, Matt Affleck e Ronnie Bardah, solo per citare i più temibili. L’italiano resiste, gioca bene, poi a 19 left arriva una mano entrata nella storia del poker. L’avversario di Candio è Joseph Cheong, i blinds sono 80.000-160.000 ante 20.000. Candio dà il via all’azione puntando 385.000 con 7♠5♠, ma subisce la tribet a 1.125.000 del suo avversario che da bottone gioca con A♠A♣. Candio chiama e vede scendere questo flop: 5♣6♥6♣. Cheong, dopo il check dell’italiano, punta 1.550.000 che Candio rilancia a 4,4 milioni di chips. Il giocatore di chiare origini asiatiche non si tira indietro e va all-in. A questo punto Filippo Candio fa quello che nessuno si aspetta (a carte scoperte almeno) ma che è nel suo carattere: chiama. L’azzurro parte nettamente indietro ma un 8♠ al turn e poi un 4♣ al river gli regalano una clamorosa scala runner runner!

Per coloro (pochi) che non avessero mai visto l’azione, ecco il video (min 1:35-4:45)

Con quella mano Candio è nei November Nine, insieme a Michael Mizrachi, John Racener, Joseph Cheong, per citare qualche nome. Al comando del tavolo finale c’è il pro canadese Jonathan Duhamel (poi pro di PokerStars), mentre Candio è al quinto posto. Questa è la composizione del tavolo finale del ME WSOP 2010:

1 Jonathan Duhamel 65.975.000
2 John Dolan 46.250.000
3 Joseph Cheong 23.525.000
4 John Racener 19.050.000
5 Matthew Jarvis 16.700.000
Filippo Candio 16.400.000
7 Michael Mizrachi 14.450.000
8 Soi Nguyen 9.650.000
9 Jason Senti 7.625.000

Adesso per Candio ci sono quattro mesi di tempo per prepararsi al meglio in vista di un’occasione più unica che rara.

Continua nella seconda parte

 

Foto di testa: Filippo Candio (PokerNews)

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