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Se diciamo Dan Harrington a cosa pensate? Molto probabilmente il primo pensiero va all’autore di libri sul poker. Non c’è dubbio, infatti, che il 77enne californiano sia uno dei più grandi teorici del Texas Hold’em.

La sua trilogia Harrington on Hold’em (2004-2006), sviluppata con l’aiuto del matematico e due volte campione del mondo di backgammon Bill Robertie, è stata per almeno una quindicina d’anni il punto di riferimento per tutti coloro che hanno voluto imparare il poker da torneo. Con il tempo, le nuove teorie sul gioco hanno superato alcuni dei concetti sviluppati da Harrington, ma i suoi libri rimangono ancora oggi una scelta sicura per i neofiti.

Senza dimenticare i tre volumi sul cash game, Harrington on Cash Games (2) e Harrington on Online Cash Games (2008-2010), e il suo ultimo lavoro: Harrington on Modern Tournament Poker, uscito nel 2014.

Tuttavia il puro impegno teorico non esaurisce la figura di Dan Harrington. C’è anche “Action Dan“, il giocatore capace di vincere 6,6 milioni di dollari nei tornei di poker live, con 53 piazzamenti a premio. Una cifra notevole, soprattutto se paragonata ai pochi in the money, molti meno di quelli realizzati da altri campioni della sua generazione (Johnny Chan, Phil Hellmuth, Freddy Deeb, David “Chip” Reese etc).

D’altra parte Dan Harrington si è sempre definito un giocatore di poker “part time”. L’altra metà del suo tempo l’ha infatti dedicata al business di Anchor Loans, una finanziaria immobiliare che dal 1998 (anno di costituzione) al 2010 (anno in cui Harrington ha smesso di essere operativo) ha sempre realizzato profitti. Anchor Loans è tuttora positivamente attiva e Dan Harrington è uno dei soci.

Anche il poker è un business per Action Dan, perché la fama non è mai stata al centro dei suoi interessi. Eppure ha ottenuto anche quella, soprattutto per le sue performance alle World Series Of Poker.

Dan Harrington (credits PokerNews)

Quando nel 1995 Dan Harrington si presenta all’Horseshoe Casino di Las Vegas, è già un nome noto delle WSOP. Il primo ITM lo ha realizzato nel $1.500 Limit Hold’em del 1986, seguito un anno dopo dal 6° posto nel Main Event vinto da Johnny Chan. Nel 1988 chiude 18° il $1.500 NLH.

Passano sette anni e arriva il primo braccialetto. Il 15 maggio 1995 si infila al polso quello del $2.500 NLH, per un premio di $249.000. Quattro giorni dopo inizia il Main Event da 10mila dollari di ingresso. Ovviamente Action Dan è tra i 273 iscritti.

Siamo nell’era pre-online e il Moneymaker effect non è ancora arrivato, per cui i numeri non devono sorprendere. Il field, però, è composto da tanti professionisti di quel periodo.

Scorrendo il payout, troviamo Mike Sexton, David Baxter, Jason Lester (altro campione di backgammon), Freedy Deeb, l’evergreen australiano Billy Argyros e John Esposito (terzo nel PPC WSOP del 2019), tutti out prima del final table.

Dan Harrington invece al tavolo ci arriva, insieme ad altri 5 giocatori. Tra questi c’è Barbara Enright che, proprio in quella occasione, diventa la prima (e per ora unica) donna presente ad un FT del Main Event WSOP. Gli altri 4 sono: Brent Carter, Hamid Dastmalchi, Chuck Thompson e Howard Goldfard. Quest’ultimo è l’unico canadese in un tavolo tutto stars and stripes.

Il tavolo finale del ME WSOP 1995. Da sx: Hamid Dastmalchi, Howard Goldfard, Dan Harrington, Brent Carter, Chuck Thompson e Barbara Enright (credits PokerGO)

Harrington fa il primo out, Chuck Thompson, con coppia di K vs AQ e board liscio. Poi è la di Barbara Enright che, da super short, mette quello che le resta con coppia di 8. Arriva il call molto loose di Brent Carter che in mano ha un modesto 6♦3♦ ma molte più chips nello stack. Il flop porta Q♥3♠6♥ e regala un’improbabile doppia coppia per Carter. La Enright sbatte i pugni sul bordo del tavolo e poi si alza piuttosto innervosita. Purtroppo non le serve, perché il resto del board è 9♣A♠.

A 4 left Dan Harrington prende il comando del final table, dopo aver eliminato Hamid Dastmalchi: quest’ultimo va all-in con K♦5♥ e trova il call di Action Dan che mostra A♣10♥. Si capisce che, oltre alla bravura, Harrington ha dalla sua anche gli dei del poker: floppa la scala con K♠Q♦J♣ e il resto è ininfluente.

Con 3 giocatori rimasti in gara per il titolo e il milione di dollari in palio per il vincitore, Howard Goldfard riesce a recuperare portandosi al secondo posto nel chipcount. Ad un certo punto, il canadese apre il gioco con A♥4♥ e Brent Carter chiama. Il flop 5♥6♦8♥ è ideale per Dastmalchi, ma l’americano non lo sa e decide di uscire in mega-bluff con K♠Q♠: una giocata che oggi nessuno farebbe mai, ma allora lo stile era molto più loose, con qualche eccezione (Harrington in primis). Goldfard, che ha flush draw, scala a incastro e high card, chiama senza esitazioni: al turn scende un 2♥ e Carter è drawing dead.

Barbara Enright alle WSOP 2019 (credits PokerNews)

L’heads-up inizia con i due stack molto vicini, ma con il passare del tempo la maggiore tecnica di Harrington fa la differenza. Lo statunitense si porta avanti 3:1, fino alla mano decisiva. Apre Howard Goldfard con A♥7♣ e Action Dan chiama con 9♦8♦. Arrivano le prime tre carte 8♣2♣6♦: il canadese imita Carter e si “tuffa” annunciando l’all-in diretto. Harrigton, con la coppia di 8 centrata al flop, non può far altro che chiamare. Il turn è una Q♠ che non cambia nulla. Quando la dealer mostra una Q♥ al river, Dan Harrington si aggiudica il ME WSOP edizione 1995.

Non sarà questa la sua ultima apparizione ad un final table ME WSOP. Nel 2003 Dan Harrington si fermerà al terzo posto nella famosa edizione vinta da Chris Moneymaker. Un anno dopo sarà 4°, dietro a Josh Arieh, David Williams e al vincitore Greg “Fossilman” Raymer.

Dal 2010, Dan Harrington fa parte della Hall Of Fame del poker.

Immagine di testa: Dan Harrington (credits PokerNews)