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Chi è il “grande vecchio del poker”? La risposta oggi sembra scontata: Doyle Brunson. Eppure, anagraficamente parlando, questo titolo dovrebbe appartenere a Johnny Moss.

In termini di durata, le loro carriere sono impressionanti, anche se Brunson ha vinto di più a livello di tornei e si è misurato con le generazioni di giocatori cresciute su Internet. Texas Dolly fino al 2021 si è fatto vedere a Las Vegas e nel 2018, a 85 anni compiuti, è andato premio in un evento WSOP. Non è un record (William Watcher ha fatto meglio con un ITM a 94 anni), ma senza dubbio contribuisce a rendere ancora più leggendaria la sua figura.

Johnny Moss, invece, è deceduto nel 1995. Eppure ci sono due record che gli appartengono ancora nonostante sia passato moltissimo tempo. Per questo, forse, il primo Grand Old Man del poker è lui.

In termini di età, ci sono 26 anni tra Moss e Brunson: una generazione, anche a livello pokeristico. E questa non è l’unica differenza, perché c’è anche un grosso divario in termini di estrazione sociale.

Doyle Brunson ha potuto studiare (è laureato) e fare sport (è arrivato a un passo dal basket professionistico) prima di dedicarsi al poker. Johnny Moss, invece, ha avuto pochissime chance dalla vita. A quelle si è afferrato, in tutti i modi possibili.

Doyle Brunson alle WSOP 2021 (credits PokerNews)

Nato nel 1907 in Texas (conterraneo di Brunson quindi),Johnny Moss a 4 anni rimane senza madre e, poco tempo dopo, si ritrova con un padre reso invalido da un grave incidente. A 8 anni deve lasciare la scuola, perché non ci sono i soldi per fargli continuare gli studi di base. Rimarrà semianalfabeta per tutta la vita.

Il ragazzo trascorre l’infanzia vagabondando per le strade di Dallas, cercando di racimolare qualche dollaro con la vendita di giornali (faceva lo “strillone”) e altri lavori estemporanei. Inevitabile che in un contesto del genere si incontrino persone poco raccomandabili. Eppure è proprio dalla piccola malavita locale che apprende il poker.

Johnny Moss impara in fretta e il gioco gli viene bene. Così bene da venire notato dal proprietario di una pokeroom clandestina di Dallas che ha bisogno di un tipo sveglio e preparato per individuare i bari al tavolo. Il salario è di 3 dollari al giorno. Il giovane Moss accetta e un po’ alla volta riesce ad acculare abbastanza soldi per “mettersi in proprio”. A 19 inizia la sua carriera di giocatore.

Gioca un po’ a tutto, biliardo, bowling, dadi, domino, ma è con il poker che guadagna le cifre più interessanti. Certo, l’ambiente non è dei migliori. “In tutte le partite a cui andavo c’erano bari, ladri e rapinatori. La polizia ci stava addosso, i ranger ci braccavano“, racconterà qualche tempo dopo. (fonte Storia del poker di Franck Daninos, edizioni Odoya).

Ma anche Moss non scherza. Gira armato – come tanti altri poker player di quel periodo -, nasconde un revolver nella giacca e un fucile di grosso calibro nel cofano dell’auto. E’ un duro, uno dallo sguardo impenetrabile, glaciale. Qualcuno dice che ha le caratteristiche del “predatore”.

Già verso la fine degli anni Cinquanta Johnny Moss è considerato uno dei migliori professionisti di poker del Texas. In quell’elenco ci sono Thomas “Amarillo Slim” Preston, Bryan “Sailor” Roberts e anche un giovane Doyle Brunson. E’ con questi che gira le sale da gioco dello stato e asciuga i portafogli di petrolieri e ricchi allevatori di bestiame.

Poi nel 1970 Benny Binion inventa le World Series Of Poker. E’ la svolta per tutti.

Johnny Moss a sx (credits Assopoker.com)

Johnny Moss ha 62 anni quando si iscrive alla prima edizione della kermesse che farà la fortuna del poker. La formula prevede una serie di partite cash game al termine delle quali ogni partecipante deve indicare il migliore. Dopo il secondo round di votazione viene eletto proprio Moss che diventa così il primo vincitore di un titolo WSOP (in futuro sarà considerato come il primo Main Event).

Nel 1971, su suggerimento di Puggy Pearson, alle WSOP debuttano i tornei freezout. Moss ne vince due: l’Ace-to-Five Draw e il Main Event vero e proprio, al quale partecipano 6 giocatori.

Tre anni più tardi fa tripletta di ME. Il torneo richiama 16 persone e, dopo due giornate al tavolo, Moss batte l'”eterno secondo” Crandell Addington. La vittoria gli consegna 160mila dollari – davvero tanti soldi per quegli anni – e per la prima volta anche il braccialetto d’oro. La vittoria nel Main Event a 66 anni è uno dei due primati esclusivi di Moss che resistono ancora oggi.

Tra il 1975 e il 1981 arrivano altri 4 titoli che lo portano a quota 8. Poi subentra un periodo con tanti final table ma senza braccialetti. Il digiuno si interrompe solo nel 1988.

Johnny Moss ha 80 anni e partecipa all’evento Ace-to-Five Draw da 1.500 dollari di buy-in. E’ il primo maggio del 1988, mancano 13 giorni al suo 81° compleanno. Ma, ancora più importante, è il 62° anniversario di matrimonio con Virgie. La moglie è lì, seduta dietro a lui: Johnny Moss si lascia alle spalle 193 avversari e vince il nono braccialetto WSOP. E’ il secondo record tuttora imbattuto, quello del braccialetto “più anziano“.

Ed è anche l’ultimo titolo WSOP per lui. Arriverà al tavolo finale altre 4 volte senza mai ottenere quella vittoria che gli avrebbe regalato la storica doppia cifra.

Johnny Moss ha continuato a giocare fino al 1995, ottenendo l’ultimo in the money a 88 anni, due mesi prima di morire.

Immagine di testa credits WSOP