Il Main Event dell’European Poker Tour di Montecarlo 2025 ha regalato agli appassionati un final table piuttosto interessante, non privo però di un episodio controverso.
I protagonisti di questa vicenda sono il grinder canadese Jamil Wakil, già sesto nel ME PCA 2023, e il russo Aleksandr Shevliakov, il quale ha poi vinto il torneo. All’inizio del final table a 6, Wakil ha accusato Shevliakov di angle shooting.
Che cosa si intende con questo termine? Si tratta di una giocata scorretta sotto il profilo etico — anche se non sempre sanzionabile da regolamento — attuata con l’obiettivo di confondere l’avversario o ottenere informazioni non lecite durante la mano. Esiste un caso molto famoso di angle shooting, verificatosi molti anni fa all’EPT Grand Final di Madrid e del quale abbiamo parlato in un precedente articolo.
L’angle shooting è spesso difficile da identificare, soprattutto in situazioni al limite del regolamento. È quindi lecito domandarsi se quella di Shevliakov sia stata davvero una scorrettezza. Allo stesso tempo, anche la contromossa del canadese ha suscitato qualche perplessità.
L’azione incriminata tra Wakil e Shevliakov si verifica alla quindicesima mano del final table 6-handed, con i bui a 60.000/120.000 e big blind ante di 120.000. Il canadese, che in quel momento ha uno stack di 3,9 milioni di chips, apre da utg a 270.000 con in mano Q♦J♦. I successivi tre giocatori foldano. L’azione arriva così a Shevliakov, che da SB trova A♥K♥. Con 7,34 milioni di chips a disposizione, il russo annuncia la cifra che vuole investire, ma l’audio non è chiaro e non si riesce a comprendere l’importo esatto. In ogni caso, le chips che mette davanti a sé valgono 360.000: troppo per un call, troppo poco per un raise.
che obbliga Shevliakov a completare il rilancio minimo, pari a 420.000. Il russo si adegua, e Kokhestani passa la mano.
Se ne accorge subito Khossein Kokhestani – futuro runner-up del torneo – da BB e fa notare l’errore alla dealer. A quel punto interviene il floorman, che obbliga Shevliakov a completare il rilancio minimo, pari a 420.000. Il russo si adegua e Kokhestani folda.
Ma quando l’azione torna a Wakil, il canadese si trova davanti a una decisione difficile: non sa se il suo avversario sta facendo angle shooting mascherando una mano fortissima, o se invece ha commesso un semplice errore di puntata. Ed è proprio a questo punto che vale la pena fermarsi per una riflessione.
Nel post-torneo, dopo la polemica sollevata da Wakil e da altri giocatori, Shevliakov ha dichiarato a Pokernews che si è trattato di una semplice svista. “Ero distratto” ha detto, “mi ero girato per bere un po’ di tè“. E poi ha proseguito spiegando che pensava di trovarsi in una blind war con Kokhestani. Nel video, però, si nota come Shevliakov guardi un paio di volte in direzione di Wakil e una verso Kokhestani. Un comportamento che sembrerebbe indicare che sapeva bene chi aveva aperto il gioco e che era consapevole della presenza di un altro avversario attivo alla sua sinistra.
Poi “spilla” le carte, le posiziona sul vetro della hole cam che consente di farle vedere agli spettatori che seguono il torneo da casa. Infine controlla lo stack, prende le chips e le mette davanti a sé, annunciando qualcosa. E’ un’azione lenta, ragionata e questo fa pensare a un mossa “furba” in arrivo.
Il sospetto cresce ancora di più dopo il commento di Boris Angelov il quale, una volta terminata l’azione, dice a Wakil: “Lo ha fatto ad almeno una ventina di persone“, riferendosi a Shevliakov e alla sua presunta abitudine all’angle shooting.
Torniamo al tavolo. Jamil Wakil decide di andare all-in, Aleksandr Shevliakov chiama e sul board 10♣7♠3♣6♣K♠ elimina il canadese al 6° posto. A questo punto sorge un secondo dubbio: aveva davvero senso per Wakil rischiare tutto in quella situazione?
La risposta non è facile e di certo non spetta a noi darla. Possiamo però affidarci all’analisi di alcuni professionisti.
“Personalmente, non so esattamente cosa farei in questa situazione, perché se pensi di essere contro il 50-60%, forse anche l’80% delle mani, diventa uno shove davvero facile“, ha commentato il poker ambassador Fintan Hand a proposito della decisione di Wakil. “Ma, cavolo, mi manderebbe fuori di testa. Non so cosa farei“. Il co-commentatore dello streaming, Parker Talbot, ha invece dichiarato: “Io chiamerei e basta“.
Una situazione scomoda, che ha appesantito l’atmosfera al tavolo per almeno un intero livello, e che resta negativa non solo per l’immagine dell’EPT, ma anche per lo stesso Shevliakov, sulla cui vittoria aleggia ancora quest’ombra.
E voi, cosa ne pensate?
Immagine di testa: Aleksandr Shevliakov (credits RIHL)