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Tra il 2007 e il 2008, le apparizioni di Griffin “shaGuar” Benger si fanno sempre più sporadiche nell’ambito delle competizioni di Counter Strike. Non viene draftato per la seconda stagione dell’eSport di Valve e il suo impegno si limita ad alcuni commenti per CEVO Source games nel 2008. La ragione vera è che il player canadese ha ormai trovato un nuovo approdo competitivo: quello del poker.

Secondo quanto lo stesso Benger ha dichiarato, la passione per le carte era nata già un paio di anni prima, nel 2006. Galeotto era stato ancora una volta il mondo di Internet, cioè quello del poker online dove la sua nuova versione virtuale, “Flush_Entity“, aveva iniziato a macinare risultati nel cash game. Senza però disdegnare anche qualche spedizione nei locali underground di Toronto, per misurarsi con il poker live.

“Una volta scoperto il poker, ne sono rimasto affascinato”, racconta Benger a PokerListings nel 2012. “E’ uno di quei giochi in cui puoi sempre migliorare, al contrario di Counter-Strike, dove avevo raggiunto un punto dal quale non sarei più riuscito a salire. Nel poker non devi essere il migliore di tutti per fare soldi, mentre in CS devi superare tutti i migliori ed essere il numero 1. Ma di fatto c’è sempre qualcuno che si allenerà più di te e questo lo rende un ambito ludico davvero difficile”.

Nonostante il distacco dalla precedente esperienza con gli eSports, la continuità tra la fase di “shaGuar” e quella di “flush_entity” è evidente nell’atteggiamento competitivo che Benger porta anche nel poker, pur consapevole delle differenze. “Il poker è un gioco facile da imparare ma richiede un costante miglioramento… Non si può fare a meno di voler imparare, è esaltante! E più impari più vinci: tutto questo fa del poker il gioco ideale per chi ha uno spirito competitivo“.

Il canadese vuole vincere anche giocando a Texas Hold’em e non solo davanti a un computer. Il poker live, infatti, lo cattura rapidamente. Le ragioni sono due: i soldi dei montepremi e lo show creato dalle televisioni, che ormai da tempo trasmettono gli eventi internazionali più importanti: le WSOP, il WPT e l’EPT. Siamo negli anni del post-Moneymaker effect, e il poker da torneo sta spopolando un po’ ovunque, anche grazie alla copertura mediatica dei tornei.

Il primo risultato live del Griffin Benger pokerista è datato 2011: chiude al secondo posto nel $1.070 No Limit Hold’Em Deep Stack Extravaganza III, al Casinò Venetian di Las Vegas. Si porta a casa $39.133 di premio ed è l’unico giocatore non statunitense ad entrare nella top 12.

Il talento c’è e lo dimostra la progressione di risultati ottenuti l’anno successivo. Arriva 43° nell’EPT Grand Final di Monaco, per altri 33mila dollari e un mese dopo vola alle World Series Of Poker, insieme all’amico-compagno di sessioni al tavolo, Gregory Merson. I due si iscrivono al Main Event, ma con un extra per aggiungere stimolo e un po’ di “copertura assicurativa” alla spedizione: si scambiano il 2% delle eventuali vincite. Per Griffin Benger è un ottimo affare: lui arriverà 304° per $38.453, ma Merson vincerà il titolo, incassando 8.531.853 dollari: di questi, 170mila finiranno sul conto di “Flush_Entity“!

Nel 2013 vince l’High Roller da 10.300 euro di buy-in all’EPT di Berlino. L’incasso è per lui un record, 429.000 euro, al quale si aggiunge la soddisfazione di essersi lasciato alle spalle giocatori del calibro di Scott Seiver, Igor Kurganov e David Peters. In soli 3 anni di presenza nelle pokeroom di tutto il mondo, Benger è già un giocatore professionista di poker live, temuto e rispettato. Gli mancano solo il riconoscimento come personaggio mediatico e un grande risultato alle WSOP. Arriveranno presto tutti e due.

Diventare un personaggio mediatico è importante nel poker, tanto quanto lo è negli sport tradizionali e negli eSports. Ma nel poker, soprattutto quello di 7/8 anni fa, forse lo è ancora di più, perché attira le pokeroom e i potenziali sponsor. Nel caso di Griffin Benger, è PokerStars che nel 2014 lo individua come personaggio d’interesse da inserire nella Season 1 del poker-show Shark Cage.

Il format della trasmissione è innovativo e accattivante. 8 puntate incentrate su 8 sit&go di qualificazione, per altrettanti vincitori che vanno a comporre il tavolo finale. Gioco veloce, con solo 30 secondi per decidere l’azione e con l’opzione del “non farti bluffare”: il giocatore che viene bluffato o il cui bluff viene smascherato, finisce nella “shark cage” per un intero giro di mani, durante le quali gli avversari ricevono gettoni bonus. Infine, il premio di 1 milione di dollari è tutto per il vincitore finale.

Flush_Entity” si qualifica per l’ultimo atto dello show, dove trova la giocatrice-anchorwoman di poker Kara Scott, il milionario con la passione per il gioco Bill Perkins, i pro players Ole Schemion, Philippe Gruissem, Vicki Coren-Mitchell, il campione di rugby Mike Tindall e il giocatore qualificato online Gareth Coles. L’heads-up finale è tra Benger e Tindall: vince il professionista di poker, ma gli ultimi 10 minuti di partita sono adrenalina pura.

L’altro obiettivo, quello targato WSOP, arriva due anni dopo. Nel 2016 Griffin Benger è di nuovo a Las Vegas, ai nastri di partenza del Main Event. Questa volta la sua run sarà molto più deep. Il canadese raggiunge il final table, quello dei cosiddetti November Nine. Non è forse il favorito, poiché parte con il 7° stack; d’altra parte il suo curriculm pokeristico surclassa quello degli altri. La giornata, però, non gli è favorevole. Benger non vede carte e si trova costretto a rischiare un all-in con A-9 suited: ad aspettarlo c’è Gordon Vayo che chiama con una coppia di dieci. Il board non aiuta il pro canadese, costretto ad una prematura uscita in 7a posizione, ma con un premio cha cambia la vita: $1.250.000.

Questo rimane ancora oggi il suo miglior risultato. A fargli compagnia su TheHendonmob.com ci sono tanti premi a 6 cifre, 64 piazzamenti in the money e un totale di 4,4 milioni di dollari vinti dal vivo. A questi se ne aggiungono circa altri 6, vinti online.

Con il passaggio da “shaGuar” a “flush_entity” Griffin Benger sembra aver trovato la sua destinazione finale. Oltre a giocare, è anche commentatore di eventi live e streamer su Twitch: il poker è entrato nella sua vita a 360°.

Il segreto che lo ha portato ad essere prima un top esporter mondiale e poi un professionista di poker sia online che live, risiede probabilmente nella sua grande voglia di competere e di vincere, giocando sempre per i massimi. E’ lui stesso a raccontarlo: “Quando gioco non penso al denaro… cerco sempre di fare la mossa che mi consente di ottenere il massimo, più punti possibili come in un videogame… Naturalmente i soldi che si possono vincere con il poker sono di più, ma l’atteggiamento quando gioco è lo stesso di un tempo“.

Per noi, Griffin Benger è la prova che la transizione da un gioco ad un altro, da un universo ludico all’altro, è possibile quando lo spirito è quello di volersi migliorare. Il suo caso non è l’unico, ma è particolarmente significativo perché dimostra che la competizione più importante, nel gioco così come nella vita, è quella contro se stessi.

La conclusione, però, la lasciamo al protagonista che così riassume il suo percorso dagli eSports al poker: “A volte vorrei capire meglio come mai sono improvvisamente scomparso dalla scena di Counter Strike… c’è ancora qualcosa di misterioso in ciò che è successo, ma di certo quelle esperienze giovanili nel mondo del gaming hanno formato il giocatore che sono oggi e rappresentano i ricordi più intensi della mia transizione dell’adolescenza all’età adulta“.

Foto di testa: Griffin Benger (courtesy PokerNews)

Fonti di riferimento:

https://www.gamespot.com/articles/flush-entity-s-first-reality-the-shaguar-story/1100-6436906/

https://upswingpoker.com/griffin-benger-e-sports-poker-check-your-privilege/

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