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Le rivalità, si sa, fanno parte dello sport. Ogni grande campione, ciclicamente, ha un rivale con cui si contende la leadership nella propria disciplina. Non occorre sforzarsi per citare alcuni esempi eclatanti: sono mitici gli scontri Federer-Nadal nel tennis, Messi-Cristiano Ronaldo nel calcio, Senna-Prost o Lauda-Hunt nella Formula Uno, Coppi-Bartali nel ciclismo e chissà quante altre.

Rivalità che accendono e dividono i tifosi, che patteggiano e sostengono l’una o l’altra fazione, facendo diventare “bello” lo sport.

Anche il motociclismo non fa eccezione, con la sua rivalità storica, peraltro in salsa tricolore: parliamo di quella tra Valentino Rossi e Max Biaggi.

Due talenti straordinari

È il 1996. Massimiliano “Max” Biaggi, romano classe 1971, è uno dei motociclisti più in auge nel panorama motoristico italiano: con la scuderia Aprilia ha vinto nei due anni precedenti il mondiale classe 250 e si sta avviando a vincere il terzo, che conquisterà comodamente.

Nel frattempo, nella classe 125, un giovanissimo talento si sta affacciando: si chiama Valentino Rossi, sedici anni, che dopo numerosi piazzamenti importanti coglie a Brno in agosto la sua prima vittoria nella “quarto di litro”.

Come spesso capita nelle interviste sportive ai talenti in erba, viene posta anche al giovane marchigiano, in un periodo successivo alla vittoria in Repubblica Ceca,  la domanda: “ti piacerebbe essere il nuovo Max Biaggi?” al quale Valentino rispose : “No, mi piacerebbe essere il nuovo Valentino Rossi”.

Sembrava una risposta innocente, in realtà aveva acceso una miccia che sarebbe durata una vita.

Le prime schermaglie

Da quell’episodio, i giornalisti non hanno mai mancato di punzecchiare ora l’uno, ora l’altro, facendo vicendevolmente pesare la presenza, nel panorama italiano, di un pilota altrettanto forte.

Dopo qualche silenzio diplomatico, Valentino, che nel 1997 corre spedito verso la vittoria mondiale incontrastata in 125, al Mugello festeggia la vittoria facendo salire sulla sua moto un pupazzo di una modella somigliante alla nota top-model Claudia Schiffer; a molti quel gesto sembrò una presa in giro nei confronti di Max Biaggi, che in quel periodo frequentava la celebre fotomodella Naomi Campbell.

Era l’inizio di una guerra fredda, che si sarebbe combattuta a colpi di interviste e dichiarazioni sempre più provocatorie nei confronti del proprio rivale.

Il primo round in pista

Con la nostra storia, arriviamo all’anno 2001. Biaggi ha vinto il mondiale 1997 in 250, per poi passare in 500 senza cogliere mai l’alloro mondiale, chiuso dai vari Doohan, Criville e Roberts jr.
Rossi, dopo la vittoria dell’anno 1997, è passato in 250 diventando campione del mondo al secondo tentativo, nel 1999; nel 2000, infine, passa in 500 in sella alla Honda.

Nel 2001, appunto, sia Biaggi che Rossi (rispettivamente su Yamaha e su Honda) sembrano i favoriti per conquistare l’alloro mondiale.

Dopo un inverno fatto dalle ennesime provocazioni e botta e risposta in TV, finalmente l’8 aprile il mondiale comincia in Giappone. E dalle parole si passa ai fatti, nel vero senso della parola: dopo pochi giri Rossi tenta il sorpasso in rettilineo, Biaggi allarga il gomito e lo spinge fuoripista; Rossi riesce a mantenere il controllo, e dopo due giri riesce nell’intento di sorpassare il romano , alzando un inequivocabile dito medio nei confronti del rivale.

La misura era colma: la rivalità tra i due campioni era esplosa. Il 17 giugno, a Barcellona, la gara si conclude con un fantastico trittico tutto azzurro: primo Rossi, secondo Biaggi, terzo Capirossi. Poco prima della cerimonia del podio, il fattaccio. Prima di salire le scale che portano al luogo della premiazione, Biaggi urta un componente del team Rossi, fatto che genera una escalation di nervosismo che in pochi secondi si trasforma in rissa, fortunatamente subito sedata dagli addetti ai lavori.

La Federazione Motociclistica minaccia pesanti sanzioni, ma una pace (che convince pochi, in realtà) siglata ad Assen tiene al riparo i due contendenti fino a fine anno dalle penalità della giuria internazionale. A fine stagione, Rossi vince il campionato, Biaggi termina secondo.

Passaggio in MotoGP, la musica non cambia

Nel 2002, la classe regina, da 500, diventa MotoGP.

Valentino non soffre il cambio, e inizia una stagione da record con 6 vittorie ed un secondo posto nelle prime 7 gare.

Si arriva alla gara di Donington, Inghilterra, in cui Rossi – evidenziando anche qui una supremazia molto marcata – vince con ampio margine sui rivali, e per festeggiare la vittoria col pubblico in modo bizzarro, decide di tagliare il traguardo a bassa velocità, seduto trasversalmente sul suo sedile , in evidente equilibrio precario. Biaggi, dopo qualche secondo, arriva ad enorme velocità sul traguardo e passa a pochi centimetri da Rossi, rischiando di investirlo o di farlo cadere. Fortunatamente nessuno si fa male, ma diventa celebre la dichiarazione del numero 46 a fine gara:

“Biaggi è solito fare queste stronzate, evidentemente gli tira il culo arrivare dietro tutte le domeniche”.

A onor del vero, poco dopo arriva un chiarimento tra i due in cui Biaggi spiega di essere arrivato così forte perché ancora in battaglia con un avversario negli ultimi metri, ma nell’immaginario collettivo il romano continua a passare di proposito vicino a Rossi.

Non è un mistero, infatti, che questi anni di querelle, all’estero sono ormai soprannominati spaghetti duel.

Lo “scambio” moto

Dopo le vittorie mondiali in Honda anche nel 2002 e 2003, tra lo stupore generale Rossi lascia la fortissima scuderia di Tokyo per andare a sedersi in Yamaha, quella stessa moto che Biaggi incolpava essere “troppo lenta” per poter gareggiare alla pari col rivale.

Biaggi, dal canto suo, trova posto proprio in Honda, alla guida di quella moto che riteneva essere più veloce di tutte.

Pertanto, ad inizio 2004, la gara di Welkom apre le danze mondiali con Rossi in Yamaha e Biaggi in Honda, con quest’ultimo favorito grazie ad una moto velocissima. Invece, è Rossi a spuntarla, dopo una gara ricca di sorpassi, riuscendo con Yamaha dove Biaggi non era riuscito.

La vittoria al prologo del campionato non è un caso: il campione di Tavullia vince altre 8 volte, conquistando nuovamente il titolo mondiale.

Mugello 2005: l’epilogo

Nella stagione 2005, un Rossi in formissima parte molto bene, vincendo quasi tutte le gare , effettuando un percorso che a fine anno gli consegnerà il titolo mondiale numero sette.

Ma al Mugello, nel contesto del Gran Premio d’Italia, si svolge l’ultimo atto della rivalità tra lui e il romano Max Biaggi: una gara bellissima per i colori azzurri vede una fuga a quattro composta da Rossi, Biaggi, Capirossi e Melandri. I sorpassi, tra i quattro, non si contano, ma negli ultimi giri sono i due eterni contendenti a prendere il largo. Rossi riesce a prendere il largo all’ultima tornata e vince nuovamente davanti al rivale di sempre.

E’ questo l’ultimo atto di una rivalità che tutt’oggi rimane nella storia del motociclismo: una rivalità dura, a tratti pericolosa, magari fomentata dai giornali (andati per anni a nozze con questa battaglia) ma schietta e sincera, da sanguigni italiani. Entrambi i contendenti sono cresciuti come persone e come sportivi, nella miglior tradizione delle acerrime rivalità dello sport.

Nulla a che vedere con quelle che, nel motociclismo, arriveranno in seguito, totalmente deprecabili e antisportive.

Rossi e Biaggi, col loro spaghetti duel, hanno semplicemente contribuito a fare grande la MotoGP.