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Dopo anni di purgatorio, in cui la Ferrari si è dovuta letteralmente inchinare allo strapotere tecnico, economico e sportivo di Mercedes, per poi abbozzare davanti anche alla rampante Red Bull (diventata unica antagonista credibile per la scuderia anglo-tedesca), oggi la Ferrari sta dando qualche timido segnale di risveglio: e il merito è da ricercare sia nell’immenso lavoro degli uomini di Mattia Binotto sia nell’infinito talento di Charles Leclerc.

La pole position di Baku, divenuta poi un quarto posto in gara dietro anche una Aston Martin e una Alpha Tauri, è secondo noi da leggere positivamente.

Ferrari, fine oblio?

Detto che Mercedes e Red Bull risultano inavvicinabili, almeno per questa annata, il risultato dell’Azerbaijan fa sì che il cavallino rampante scavalchi la McLaren nella classifica costruttori, diventando ora la terza forza del mondiale: oggettivamente, conservare tale posizione sino a fine anno sarebbe da considerare un risultato positivo. Sono stati infatti 16 i punti colti a Baku da Leclerc e Sainz, contro i 12 di Norris e Ricciardo, che proiettano la Ferrari a quota 94 punti contro i 92 della McLaren.

E dire che la SF21 era partita dal Bahrain sotto i peggiori auspici, ottenendo solo un sesto e un ottavo posto: da lì, però, il team ha lavorato univocamente nella stessa direzione, risolvendo molti problemi e riuscendo a porre la Ferrari in lotta per la vittoria a Monaco e a confermarla come terza forza assoluta in un tracciato a lei sfavorevole come quello Azero (basti pensare al deficit in termini di cavalli e potenza assoluta che attualmente la Ferrari soffre rispetto alle avversarie).

Per il resto dell’annata, non è assolutamente inverosimile pensare ad una Ferrari che si possa attestare in qualifica nei piani alti dello schieramento, per poi magari dover soffrire un po’ di più in gara, quando la grinta di Leclerc e Sainz non sarà sufficiente a colmare le differenze tecniche attualmente in essere.

Il trittico di gare spalmate in tre settimane Francia – Austria  1 – Austria 2 ci dirà se la Ferrari potrà consolidare l’ambita terza posizione nei costruttori o se ci sarà ancora da lavorare.

In attesa, ovviamente, di poter realisticamente impensierire Red Bull e Mercedes a partire dal 2022.

Il palmares Ferrari in Formula Uno

La Scuderia Ferrari è una delle formazioni più vincenti della storia della Formula Uno. Dal 1950 ad oggi, infatti, ha conquistato 15 campionati mondiali piloti e 16 campionati mondiali costruttori, l’ultimo dei quali nel 2008, quando al volante aveva Massa e Raikkonen. Da allora, è praticamente stato un binomio Red Bull – Mercedes (se si eccettua la stagione 2009, quando a vincere tra i costruttori fu la Brawn GP, guidata da Button e Barrichello).

Alle difficoltà Ferrari corrispondono una serie di stravolgimenti societari che non sembrano aver termine: dopo l’epoca targata Montezemolo – Todt, si sono infatti succeduti nel ruolo di Amministratore Delegato i vari Felisa, Marchionne, Camilleri e John Elkann. Ma ancor più turbolente sono stati i cambi al vertice della direzione sportiva: dall’ultimo campionato del mondo vinto, infatti, vi sono stati ben otto direzioni differenti (da Domenicali all’attuale Binotto, passando per i vari Mattiacci e Arrivabene).

I tifosi della rossa sperano che un po’ di stabilità, al vertice, non potrà che fare bene ai risultati della rossa in pista.