Vai al contenuto

Il Gran Premio di Miami ha offerto uno spettacolo ad alta tensione, ricco di colpi di scena, conferme e delusioni che potrebbero segnare un punto di svolta nella stagione di Formula 1. A dominare, su tutti, è stato Oscar Piastri, autore di una prestazione magistrale che gli ha permesso di conquistare la sua terza vittoria stagionale dopo i successi in Bahrain e Jeddah. Il giovane talento australiano della McLaren ha sbaragliato la concorrenza con freddezza e intelligenza tattica, imponendosi su Lando Norris, compagno di squadra sempre più sotto pressione. Una prestazione che certifica la sua maturità e lo proietta come uno dei grandi protagonisti della corsa al titolo mondiale. Alle loro spalle, una Mercedes in ripresa parziale, con George Russell sul podio grazie anche a una gestione fortunata delle Virtual Safety Car. A restare escluso dalla festa è stato Max Verstappen, partito dalla pole ma solo quarto al traguardo: penalizzato dalla strategia e dalle gomme deteriorate, ha comunque dato prova di enorme talento nei duelli ruota a ruota con le due McLaren, offrendo momenti di guida che resteranno nella memoria degli appassionati.

Dietro, la Ferrari ha vissuto un fine settimana da incubo. La SF-24 non ha mai trovato grip, né ritmo, con Leclerc e Hamilton (che continua a correre con la Rossa in attesa del passaggio ufficiale nel 2026) visibilmente nervosi e critici verso il box durante tutta la gara. I team radio sono stati eloquenti: confusione strategica e tensione crescente hanno caratterizzato una prova opaca, culminata con un settimo e un ottavo posto che sanno di resa. Da segnalare anche l’ottima prestazione delle Williams, con Albon quinto e Sainz nono, e il weekend in crescita del giovane Antonelli: il talento italiano ha sorpreso in qualifica sprint ed è riuscito a chiudere sesto in gara, mostrando il potenziale di un pilota destinato a far parlare di sé. Il GP di Miami, insomma, ha detto molto sullo stato attuale della Formula 1, tra gerarchie in evoluzione e nervi sempre più tesi, soprattutto in casa Ferrari. Il GP di Miami ci ha regalato battaglie, emozioni e colpi di scena: adesso è il momento di dare i voti ai protagonisti di un weekend che ha acceso il cuore degli appassionati e cambiato gli equilibri della stagione:

Oscar Piastri – Voto 10

L’australiano è diventato l’uomo di ghiaccio del Circus. Imperturbabile, chirurgico nei sorpassi, intelligentissimo nella gestione. Ha approfittato del momento d’oro della McLaren per prendersi tutto: la vittoria, la vetta della classifica e, forse, anche lo status di leader all’interno del team. È la sua quarta vittoria stagionale, la consacrazione definitiva.

Lando Norris – Voto 7

Il talento c’è, la costanza meno. Ancora una volta il duello con Verstappen lo manda fuori giri, e la gara gli sfugge dalle mani. Lando si ritrova a dover rincorrere il compagno di squadra, a Miami più freddo e lucido. Un secondo posto che sa di occasione persa, più che di conferma.

McLaren – Voto 10

Per come ha saputo costruire questo progetto, il team di Andrea Stella merita una menzione a parte. Il distacco inflitto alla prima delle inseguitrici – la Mercedes di Russell – è un manifesto di superiorità: 37 secondi che raccontano un dominio tecnico e organizzativo. Il titolo costruttori, salvo imprevisti, è già ipotecato.

George Russell – Voto 7.5

Weekend in crescendo per il pilota Mercedes. Dopo un avvio difficile, ha saputo cogliere l’occasione giusta, sfruttando al meglio la Virtual Safety Car. Il podio è meritato e dimostra ancora una volta la sua solidità.

Ferrari – Voto 4

Una realtà impietosa: la Rossa è ormai la quinta forza del campionato, battuta anche da una sorprendente Williams. A Miami non solo è mancato il ritmo, ma anche la serenità. Le frecciate via radio tra Leclerc e Hamilton, costretti a scambiarsi le posizioni due volte su ordine del muretto, hanno certificato lo stato confusionale di un team senza direzione. Una guerra tra poveri, chiusa con un settimo e un ottavo posto che parlano da soli.

Max Verstappen – Voto 7

Non può fare miracoli ogni domenica. Ha strappato una pole da urlo, ma in gara ha dovuto cedere al passo superiore delle McLaren. I suoi duelli difensivi restano da manuale, ma senza una Red Bull all’altezza, il talento da solo non basta. Quarto posto onorevole, ma non soddisfacente.

Kimi Antonelli – Voto 6

Il giovane talento italiano aveva infiammato il weekend con ottime qualifiche, ma in gara è mancata la consistenza. Un sesto posto non disastroso, ma da un pilota della sua stoffa ci si aspetta qualcosa di più, soprattutto in termini di passo gara. Qualche sfortuna, sì, ma anche dettagli su cui lavorare.

Alexander Albon – Voto 8

Il vero MVP del giorno. Porta la Williams a un clamoroso quinto posto, davanti ad Antonelli e alle due Ferrari. Sta disputando una stagione superlativa, e ogni weekend lo conferma come uno dei migliori interpreti del campionato. Applausi meritati.

Carlos Sainz – Voto 6

Con una Williams sempre più competitiva, lo spagnolo chiude nono, un risultato solido ma un po’ nell’ombra rispetto all’exploit del compagno Albon. C’è, ma deve fare di più per stare davanti in un team che ora ha ambizioni concrete.