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La quinta gara di stagione in scena a Le Mans, ha confermato il dominio totale Ducati (sei tra le prime sette), con Jorge Martin sempre più leader della classifica in un week end praticamente perfetto (vittoria nella sprint e in gara).

Vediamo allora il nostro consueto “Pagellone” del GP di Francia, che ha visto chiudere sul podio sia un ritrovato Marc Marquez, sia un più attento Pecco Bagnaia.

Jorge Martin – Voto 10 – Grande Slam!

Che week end per le spagnolo, che finalmente riesce a concretizzare al massimo centrando la prima doppietta Sprint+Gara della stagione (fin qua era sempre andato a corrente alternata).

Gara perfetta la sua, che gestisce la moto dietro a un lanciatissimo Pecco nella prima parte, per poi superarlo quando nel finale sembra averne decisamente di più. Seconda vittoria in stagione e primo posto consolidato con 38 punti di vantaggio.

Marc Marquez – Voto 8,5 – Il campione è tornato!

Manca ancora la vittoria l’ex pluri-campione del mondo, ma Marc sembra ora decisamente competitivo e in perfetto controllo della sua Ducati, come si è visto da quel sorpasso all’ultimo respiro su Bagnaia in una staccata mozzafiato che gli regala la seconda posizione (bis dopo quella in Spagna) e un terzo posto nella classifica mondiale.

Ora che le sue condizioni sono tornate al top e la simbiosi con la Desmosedici sembra compiuta, chissà che non si possa inserire anche lui nella lotta al titolo di quest’anno.

Francesco Bagnaia – Voto 6,5 – Limita i danni

Dopo il disastro della gara Sprint (caduto con una moto e poi ritirato con l’altra), per Pecco la gara era un’occasione unica per riprendere punti in classifica. Le cose però non sono andate come sperato e dopo un avvio al comando, si è visto superare dal duo spagnolo che sembrava andare decisamente più forte alla fine.

Bravo però a non farsi prendere dall’ansia di dover rimanere davanti per forza a costo di compiere qualche errore, il campionato è ancora lungo e un terzo posto fa comunque classifica (specie in un week end alla fine piuttosto sfortunato).

Enea Bastianini – Voto 6,5 – Bene ma non benissimo

Per come era iniziata a Le Mans, alla fine Enea può anche ritersi soddisfatto di un quarto posto. Ma pesa parecchio sia una qualifica non eccellente che lo ha costretto subito a partenza da dietro, sia quel errore con Aleix che è costato la penalità.

Da quel momento in realtà, la gara di Bastianini è ottima visto che compie la sua rimonta con un passo che, senza quel long lap, gli avrebbe consentito di giocarsi il podio. Resta però dietro ai “big” in Desmosedici, lui che deve giocarsi per primo il posto in Lenovo Team.

Fabio Di Giannantonio – Voto 6,5 -Attributi!

Finalmente siamo riusciti a vedere le (tante) qualità del pilota italiano, soprattutto nella prima parte quando lotta per il podio e tiene a bada l’irruenza di Marquez.

Poi inciampa in un errore che gli costa la penalità che di fatto lo toglie dalla lotta per i primi posti, chiudendo comunque con un discreto sesto posto (che sa però di beffa visto che di certo sarebbe rimasto lì con i primi per passo di gara).

Maverick Vinales – Voto 6 – Primo dei non marziani

La strepitosa vittoria ad Austin sembra lontana anni luce, così come lontane ormai sembrano le Ducati rispetto all’Aprila di Vinales. Ci mette del suo per limitare il gap e nonostante qualche errorino di troppo, non è un caso se è proprio lui ad arrivare al traguardo come “primo delle non Ducati” al quinto posto (in gara così come nella classifica mondiale).

Pedro Acosta – Voto 5 – Il rookie torna umano

Ci aveva ormai abituato alla sua gestione quasi “aliena” della moto in pista, che confermava le sue qualità non solo di pilota straordinario, ma anche con un mindset invidiabile persino dai grandi ed esperti campioni.

A Le Mans lo vediamo forse per la prima volta nei panni di “rookie umano”, con tanta voglia di fare ma anche troppa irruenza che lo porta a un tentativo di sorpasso praticamente impossibile dopo appena tre giri. Cade e impara. Ma non perde mai, direbbe qualcuno.

Marco Bezzecchi – Voto 4 – Assente ingiustificato

Se la scusante dell’inesperienza può adattarsi ad Acosta, suona male invece su Bezzecchi, che dovrebbe aver imparato ormai a non fare errori grossolani. E invece, già al quarto giro la sua Ducati è fuori dai giochi, mentre con un po’ di pazienza in più, si sarebbe potuto ritagliare una gara da protagonista visti poi i tempi che il suo compagno di team è riuscito a fare nel finale.

Peccato perchè dopo il podio di Jerez riuscire a dare continuità sarebbe stato essenziale in una stagione cominciata non benissimo e che lo vede ora al decimo posto in classifica (dietro proprio a Di Giannantonio). Forse anche per questo i nervi sono più tesi del solito alla guida.

Quartararo – Voto 6+ – La caduta sul più bello

La gara di casa rappresentava per il francese una grande occasione di riscatto. E in effetti per tutta la prima parte di gara El Diablo sembra poter fare l’impresa. Parliamo sempre di un piazzamento in top ten, ma per la Yamaha di questi tempi sarebbe già un risultato eccellente (non a caso ci è riuscito solo una volta in stagione).

Peccato che proprio sul più bello, spinge la sua moto oltre il limite possibile e finisce a terra. Difficile però dargli colpe particolari quando devi gestire una due ruote davvero complicata e poco performante.

Ducati – 10 e Lode – Ora la grande scelta

Da quando il Motomondiale è tornato in Europa, la Ducati ha letteralmente preso il volo, confermandosi in assoluto la moto da battere (se non proprio l’unica in pista).

I numeri non lasciano spazio a discussioni: quella in Francia è la trentesima doppietta in MotoGP, oltre all’undicesimo podio tutto in rosso. Un dominio che ha riempito tutte le prime quattro posizioni (e sei dei primi sette), così come a Jerez del resto, dove erano state cinque tra le prime cinque.

C’è però anche l’altra faccia della medaglia, perchè tra pochissimo sarà tempo di scelte in casa Ducati: con tutta questa abbondanza, chi sarà la seconda guida ufficiale per la prossima stagione? Il posto di fianco a Bagnaia ha ormai almeno tre o quattro contendenti che non sembrano più accontentarsi di un team “secondario” (posto che la GP23 sembra parimenti competitiva al momento).