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Il sapore della vittoria ha sempre connotati profumati e piacevoli, in ogni occasione e per tutte le stagioni. Spesso ci si chiede quali siano le vittorie che lasciano i ricordi migliori, quelli più emozionanti e spesso indelebili e difficilmente qualcuno risponderà diversamente se chiederete in giro quali siano i successi che si ricordano maggiormente.

Vero è che una vittoria schiacciante che non lasci posto a repliche di alcun tipo, tenga fede a un canovaccio all’interno del quale sarai ricordato per essere stato il re incontrastato, ma se vogliamo parlare di puro piacere, quelle che arrivano al termine di una rimonta, o al novantesimo, o grazie ad un canestro a fil di sirena, sono quelle per le quali sarà difficile dormire per l’adrenalina che hanno regalato a protagonisti dell’impresa stessa, o ai loro tifosi.

Kimi Raikkonen e l’amore dei tifosi Ferrari

Uno sport che si presta a questo tipo di indimenticabili imprese, è senza dubbio la Formula 1, lo sport dei motori per eccellenza, che seppur non scaldi più i cuori degli appassionati come un tempo, rimane una disciplina che regala regolarmente emozioni di ogni sorta e che, aspettando sempre una Ferrari che torni ai fasti di un tempo, sembra comunque non sfiorire nel tempo.

Proprio ai tifosi della Rossa di Maranello è dedicato questo ricordo che farà piacere rivivere grazie ad una vera e propria impresa rimasta nella storia dell’automobilismo, impresa che riuscì a compiere uno dei piloti più amati della scuderia del Cavallino, Kimi Raikkonen.

Il finlandese, nato e Espoo il 17 ottobre del 1979, ha legato indissolubilmente il proprio nome alla Ferrari nel 2007, quando riuscì a conquistare il titolo iridato proprio con la Casa italiana, l’unico della sua comunque gloriosa carriera, al termine di una rimonta che definire epica diventa quasi un eufemismo.

A parte la Ferrari, il pilota scandinavo guidò infatti macchine prestigiose come Sauber, McLaren, Lotus e, a fine carriera, Alfa Romeo e, oltre alla vittoria del 2007, riuscì a chiudere al secondo posto i mondiali del 2003 e del 2005, entrambi alla guida della McLaren, vincendo in carriera qualcosa come 21 Gran premi, 10 con la Ferrari, 9 con la McLaren e 2 con la Lotus.

C’è un particolare sondaggio che vede il finlandese il secondo pilota più amato tra quelli che hanno guidato la Ferrari, dopo l’inarrivabile Michael Schumacher.

L’epica rimonta del 2007

All’indomani di una stagione deludente che non lo vide mai vittorioso nel 2006 al volante della McLaren, la Ferrari pose gli occhi sul talento di “IceMan“, così è sempre stato soprannominato il pilota finlandese, per dare continuità agli anni d’oro della Rossa e, soprattutto, per sostituire proprio la leggenda Michael Schumacher che annunciò il suo ritiro al Gran Premio di Monza, vinto proprio dal tedesco davanti al finlandese.

La prima volta di Raikkonen al volante della Ferrari, fu sul circuito di Valencia a fine gennaio, dopo la presentazione della Ferrari F2007, completamente rivoluzionata rispetto alla monoposto della stagione precedente, quando fu Alonso a portare a casa il titolo iridato sulla Renault R26, squadra che vinse anche il Campionato del Mondo Costruttori.

Come secondo pilota della Ferrari fu confermato Felipe Massa, scudiero che si rivelò di vitale importanza per la conquista del titolo. I piloti collaudatori furono Andrea Badoer e Marc Gené, quest’ultimo apprezzatissimo commentatore e voce tecnica di Sky ai giorni nostri.

Nel Gran premio di esordio a Melbourne, in Australia, le cose si misero subito bene per la Ferrari e per Raikkonen, che riuscì a vincere all’esordio con la Rossa davanti alle due McLaren, quella di Alonso, secondo e di Hamilton, terzo, alla sua prima stagione in Formula 1.

All’epoca i punti assegnati erano completamente diversi da quelli che si ottengono ai giorni d’oggi, coi primi 8 premiati al traguardo, per un podio che distribuiva 10, 8 e 6 punti, per i posti seguenti tutti a scalare di 1, fino all’unico punto conquistato dall’ottavo classificato.

Tra i due litiganti…

I Gran Premi successivi misero in evidenza una non proprio idilliaca situazione in casa McLaren, casa madre che non diede specifici ordini di scuderia ai due piloti, che, soprattutto per via dello straordinaria e inaspettata esplosione del guidatore inglese, furono probabilmente il cruccio maggiore della stagione.

La prima parte della stagione vide infatti Hamilton avere una costanza impressionante, poiché, dopo il terzo posto di Melbourne, salì sul podio nelle successive 8 gare, con due vittorie, 4 secondi posti e 3 terzi, mentre Raikkonen chiuse in Malesia e in Bahrein con due terzi posti prima di due clamorosi passi falsi, il ritiro a Montmelò in Catalogna e il successivo ottavo posto di Monaco.

Il divario di Lewis Hamilton ai danni di Raikkonen fu, dopo la prima metà della stagione, sempre intorno ai 15/20 punti con una punta massima di 28 lunghezze dopo il Gran Premio d’Europa del Nurburgring, con il finlandese in quel momento addirittura quarto, dietro all’inglese, a Fernando Alonso e anche al compagno di squadra Felipe Massa.

A due Gran Premi dal termine, all’indomani della vittoria di Hamilton a Fuji, in Giappone, con condizioni estreme di visibilità, il terzo posto di Raikkonen sembrava aver deciso il mondiale, visto che in quel momento furono 17 i punti di vantaggio del britannico sul finlandese a sole due gare dal termine, Shanghai e Interlagos.

Il miracolo rosso

A Raikkonen servivano così due vittorie e una serie di circostanze favorevoli che riguardavano i due piloti McLaren ( Alonso in quel momento era secondo a 10 punti di distanza dal compagno di scuderia ).

A Shanghai l’usura delle gomme della monoposto di Hamilton fu la diretta responsabile del suo ritiro, o meglio, della sua uscita di pista, visto che, costretto a rientrare ai box per la sostituzione dei pneumatici, il pilota inglese non riuscì ad evitare la ghiaia che lo costrinse al ritiro. Vinse così proprio il ferrarista, che accorciò sensibilmente su Hamilton e anche su Alonso, in quella occasione secondo.

Fu così che all’atto conclusivo in Brasile, Hamilton avrebbe dovuto conservare 7 punti di vantaggio su Raikkonen e 4 sul suo compagno di squadra, situazione che preannunciava un finale di stagione incandescente.

Ad Interlagos, il circuito di San Paolo, ancora un problema alla macchina di Hamilton, questa volta meccanico, al cambio, mise fuori causa per la vittoria finale il pilota inglese, che chiuse addirittura al settimo posto, mentre, dopo un avvio in cui Massa fece il bello e il cattivo tempo, Raikkonen con la sua condotta di gara ancora una volta fredda e calcolatrice, riuscì a sorpassare il suo compagno di squadra e a chiudere vittorioso in fondo al traguardo, con Alonso che non riuscì ad andare oltre il terzo posto dietro al pilota brasiliano della Ferrari, che fece così da scudiero perfetto per la vittoria di Raikkonen.

Dopo il Gran Premio del Brasile seguì una coda di feroce polemica tra i vertici della FIA e la McLaren in virtù di un cavillo regolamentare che avrebbe dovuto originare, secondo la scuderia inglese, la squalifica delle BMW e delle Mercedes per via della temperatura della benzina utilizzata dalle monoposto di questi due team.

Nel caso in cui ciò fosse accaduto, il titolo sarebbe andato a Lewis Hamilton che avrebbe guadagnato posizioni utili atte a conquistare quei punti che sarebbero serviti a fargli vincere il titolo. Ma il ricorso della McLaren discusso dai vertici FIA qualche giorno dopo la conclusione della stagione, fu respinto e Raikkonen fu ufficialmente dichiarato Campione del Mondo.

Questa la classifica finale:

PILOTASCUDERIAPUNTI
KIMI RAIKKONENFERRARI110
LEWIS HAMILTONMCLAREN109
FERNANDO ALONSOMCLAREN109
FELIPE MASSAFERRARI94
NICK HEIDFELDBMW SAUBER61
ROBERT KUBICABMW SAUBER39
HEIKKI KOVALAINENRENAULT30