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La quarta gara del Mondiale di Formula1 riporta tutto nella norma. Terza doppietta Red Bull con il solito imprendibile Verstappen, le Ferrari dietro con ancora una volta Sainz a lasciare le briciole alla teorica prima guida Leclerc, qualche spunto da campione dei singoli (da Alonso e Norris, passando per Tsunoda) e altre situazioni di crisi più o meno dichiarate (vedi alla voce Alpine, Williams ma anche quella di un certo Lewis).

Insomma, il Gran Premio di Suzuka ci ha regalato un quadro piuttosto chiaro dei valori di questo inizio stagione, che vogliamo rivivere in maniera più leggera con il nostro “Pagellone” dedicato.

Max Verstappen: 10 – Marziano

Non ci sono più nè parole nè aggettivi per descrivere questo marziano della Formula1, che piazza la sua terza vittoria stagionale dominando dall’inizio alla fine l’ennesimo Gran Premio della sua carriera, che sta già ora assumendo i contorni della leggenda.

Per non farsi mancare nulla, piazza anche il giro veloce con le gomme ormai esaurite a tre giri dal termine, dimostrando che oltre a una macchina senza rivali c’è anche un manico da campione.

Sergio Perez: 9 – Miracolato

Quarta stagione a bordo di una delle vetture più competitive della storia della Formula1, forse per il primo anno sembra davvero calato perfettamente nelle vesti del secondo pilota. E lui ci sguazza senza prendersi rischio alcuno, a debita distanza dal talento del suo compagno di guida ma anche sufficientemente capace di utilizzare quel vantaggio mostruoso che la Red Bull regala ai suoi rispetto a tutte le altre.

Arriva così la terza doppietta su quattro gare, con la netta certezza che non sarà l’ultima, specie se il messicano continuerà a prendere in maniera così diligente il suo ruolo (non a caso proprio in una stagione che potrebbe significare anche un nuovo contratto per lui).

Charles Leclerc: 7,5 – Gestore

Se potesse realmente dire cosa ne pensa di questo quarto posto, forse il sorriso mostrato a fine gara si spegnerebbe immediatamente. Perchè il nostro Charles ce l’ha davvero messa tutto per rimettere in carreggiata un week end partito malissimo con le qualifiche (ottavo), costringendolo a una prima parte di gara in cui ha sfruttato al meglio le sue gomme gialle, portandole oltre ogni limite (previsto) e mettendo in atto una strategia a una sola sosta, utile per la rimonta in classifica.

Non sufficiente, però, a tenere dietro proprio il suo compagno di squadra, vissuto come innominabile durante tutte le comunicazioni con il muretto in gara, se non nel finale quando quel “Non perdere tempo con Carlos” è suonato come una sentenza per il sorpasso che sarebbe arrivato da lì a breve, visto che lo spagnolo era decisamente più veloce in quel momento. Bene, ma non ancora benissimo, visto che al momento è l’ennesimo Gran Premio vissuto con qualche problema e in cui il talento del monegasco viene utilizzato solo per evitare danni maggiori.

Carlos Sainz: 8 – Impeccabile

E alla fine, arriva anche il terzo schiaffo (morale) al suo compagno di squadra, nonchè futuro ex compagno. La stagione che doveva essere di transito, sta invece diventando quella della riscossa per lo spagnolo, che su tre gare disputate, ha sempre tenuto dietro proprio Leclerc portandosi a casa il terzo podio stagionale.

In questo caso, ottenuto con una costanza impeccabile per tutto il Gran Premio, prima soffrendo qualcosa con le gomme gialle, poi risalendo la china con l’ultima parte di gara a gomme bianche in cui è sembrato decisamente più a suo agio, tanto da costringere il muretto Ferrari a dover lasciare strada libera alla sua vettura, decisamente più veloce di quella di Charles.

Fernando Alonso: 7,5 – Eterno

Clonatelo. Nonostante una Aston Martin non proprio all’altezza (basta vedere la fatica che fa Stroll sulla vettura gemella), il campione spagnolo riesce sempre a tirare fuori il meglio e lottare alla pari con tutte le scuderie del livello. Anzi, meglio persino delle due Mercedes che riesce a tenere dietro alla fine.

Lewis Hamilton: 4 – Fantasma

Ok, la consapevolezza di stare ormai guidando solo per arrivare a fine anno e vestire il rosso Ferrari, non aiuta certamente il team a spingere su di lui. Il campionissimo inglese, non fa altro che adeguarsi e segue senza colpo ferire le indicazioni (“Lascia passare George“) quando capita, salvo poi perdere però tutto quel poco di mordente che dovrebbe essere la base per riuscire a fare qualche risultato.

Sverniciato non solo dal proprio compagno di squadra, ma anche da Alonso, Norris e (cosa peggiore) da Piastri. Brutto vederlo così, nonostante tutto.

Yuki Tsunoda: 7,5 – Samurai

Sugli spalti il tifo è tutto per lui, e il pilota giapponese ripaga con una prova da vero samurai chiudendo a punti per la seconda gara di fila. Un successo inaspettato per una Racing Bull davvero poco competitiva, ma che Yuki riesce comunque a spingere al massimo, al contrario del suo collega di vettura Ricciardo, anche stavolta a secco, dopo essere uscito già nell’incidente alla prima partenza.

Ferrari: 7 – Sviluppo

L’inizio di stagione è confortante dal punto di vista di risultati, e anche in Giappone la rossa ha piazzato entrambi i piloti appena alle spalle dell’imprendibile Red Bull, contenendo anche il distacco rispetto a molte occasioni passiate.

Restano ancora mille cose da mettere in sesto, a cominciare dal rendimento in qualifica, che era uno dei (pochi) punti di forza della scorsa stagione. Si attendo ancora gli sviluppi tecnici da portare in pista, ma soprattutto c’è da rimettere in corsa (più mentalmente che altro, probabilmente) il suo pilota di punta, Charles Leclerc, apparso in questo avvio (e a Suzuka) quasi un comprimario rispetto a quanto, prima o poi, il muretto stesso dovrà decidere per dare risalto a una prima guida (sempre che sia lui quest’anno).

Alpine e Williams: 3 – Disastro

Difficile immaginare prestazioni peggiori di queste per le quattro monoposto targate Alpine e Williams. Entrambe a zero punti in totale, ma soprattutto con prestazioni deludenti sotto qualsiasi parametro competitivo.

La casa francese non riesce a esprimersi e ha perso anche quel minimo di velocità di punta visto nella stagione scorsa, lasciando inermi Ocon e Gasly alla guida, superati da tutto e da tutti. Fatta eccezione per un Sargeant ancora più imbarazzante, che chiude ultimo sulla sua Williams dopo un drittone che la dice lunga su quanto sia complicato tenere in pista questa vettura.

Meglio comunque di Albon, che aveva pensato bene di chiudere la sua gara subito alla prima partenza, non senza qualche colpa personale. Ulteriori brutte notizie per un team talmente allo sbando e in crisi da non avere altri pezzi di ricambio almeno fino alla prossima gara di Miami.