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Gennaio è il mese in cui molti publisher annunciano le novità per i propri titoli e i rispettivi eSports. Psyonix lo ha fatto alcuni giorni fa per il proprio videogame competitivo di punta, Rocket League, ma la notizie non sono state incoraggianti.

L’azienda statunitense ha infatti operato tagli considerevoli alla scena competitiva del famoso gioco che unisce calcio e motori, con l’aggiunta di un tocco sci-fi. Il montepremi complessivo per l’intera stagione è sceso dai 6 milioni di dollari dello scorso ai 4,3 messi a disposizione per la stagione 2024. Anche il numero degli eventi è calato.

Le Rocket League Championship Series (RLCS), gestite quest’anno da BLAST al posto della storica ESL, avranno infatti solo due eventi Majors contro i tre della season 2023. I due tornei si giocheranno live a marzo e giugno; a questi va aggiunto il Rocket League World Championship, in programma a settembre sempre dal vivo.

Ogni Major sarà preceduto da tre Open Qualifier online, attraverso i quali le squadre cercheranno la qualificazione per il rispettivo Major. Le squadre accumuleranno punti per il Campionato del Mondo anche grazie ai piazzamenti ottenuti nei vari eventi.

A proposito di team, Psyonix ha alzato il numero di quelli che potranno conquistare una fetta del montepremi totale. I piazzamenti in the money sono distribuiti per macro aree geografiche in questo modo: 128 per Nordamerica ed Europa, 64 per Sudamerica, Oceania e area MENA (Middle East/Nordafrica), 32 per l’APAC (area Asia-Pacific) e la SSL (Africa Subsahariana). Quest’ultima ha a disposizione per la prima volta uno slot Majors.

Credits Psyonix/Epic Games (via

L’intento del publisher è chiaro: rendere l’eSport meno di nicchia e incentrato sulle società professionistiche più forti e strutturate. Lo ha detto l’azienda stessa in un post dove ha specificato la necessità di lavorare sulla sostenibilità a lungo termine.

L’intento è comprensibile e condivisibile, soprattutto alla luce dei conti traballanti di Epic Games, il colosso dei videogiochi che nel 2019 ha inglobato Psyonix (ne abbiamo parlato in un precedente articolo).

E’ forse un po’ meno condivisibile, invece, la scelta di abbassare l’età minima per giocare nella RLCS a 13 anni, anche se il publisher ha confermato i 18 anni per coach e manager. Bisogna infatti ricordare che Rocker League è sì un free-to-play ma per esistere ha bisogno delle microtransazioni operate dagli appassionati per gli acquisti in-game. Abbassare a 13 anni questo mercato è una scelta rischiosa per l’impatto psicologico che può avere sui più giovani ed è anche discutibile eticamente.

La community, però, si è concentrata su altri elementi anche se più che una discussione si è trattato di una mezza insurrezione contro Psyonix. Il dito è stato puntato sulla riduzione del montepremi, sulla diminuzione degli eventi dal vivo e sul taglio degli slot destinati a team nordamericani ed europei. I fan hanno inoltre contestato il fatto che, probabilmente, tutte le regioni giocheranno nello stesso giorno contemporaneamente, anziché a settimane alternate come in passato. Questo potrebbe tradursi in un calo del numero complessivo di spettatori.

Shawn “Unit” Pellerin, CEO dell’organizzaione esportiva nordamerica Spacestation Gaming, è stato uno dei primi ad esprimersi. “Adoriamo la RLCS che ci ha coinvolti negli ultimi 6 anni… ma questo è davvero un pugno nello stomaco. Continueremo a investire nell’eSport di RL perché sappiamo quanto il gioco lo meriti, ma penso che a lungo termine tutto questo avrà un impatto negativo sulla scena competitiva“.

Gli ha fatto eco la Rocket League Players’ Association (RLPA) che in un comunicato ha chiarito il proprio stato d’animo. “La RLPA è delusa dall’annuncio odierno relativo alla RLCS, in particolare dalla mancanza di visibilità e comunicazione iniziata già alla fine della scorsa stagione (agosto 2023, ndr). Non crediamo che questi cambiamenti abbiano a cuore l’interesse dei giocatori. Ci aspettiamo una discussione costruttiva con Psyonix per contribuire a un futuro migliore per l’esport di Rocket League. Riteniamo che ciò debba includere il contributo dei giocatori“.

Più secco e conciso ma non meno chiaro è stato l’invito rivolto al publisher da Gregory ‘RawGreg’ Alex, coach dell’organizzazione canadese Luminosity Gaming. “Ascoltate la vostra community, perché sta urlando!

Fonte di riferimento: esportsinsider.com

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