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Kena: Bridge of Spirits è un videogioco action-adventure in terza persona sviluppato e pubblicato da Ember Lab. Il titolo è stato annunciato al PlayStation’s Future of Gaming l’11 giugno 2020 e pubblicato il 21 settembre 2021 per PlayStation 4, PlayStation 5 e Microsoft Windows.

Dal 27 settembre 2022, in occasione del primo anniversario, è inoltre disponibile un sostanzioso aggiornamento che non solo aggiunge il new game+ ed una nuova modalità, ma anche delle vere e proprie modifiche al gameplay.

EMBER LAB, LO STUDIO ALLE SPALLE DI KENA

Ember Lab è uno uno studio indipendente di Los Angeles, fondato dai fratelli Mike e Josh Grier nel 2009. Ad oggi conta 14 persone nel team.

Lo studio si è sempre occupato di lavori di animazione e digital content, fra cui importanti pubblicità character-driven. Kena: Bridge of Spirits è stato quindi il primo esperimento di Ember Lab nel mondo della videoludica, ma anche il primo passo verso un nuovo spazio di business.

Per questo aspetto, si può considerare il titolo un indie a tutti gli effetti. Tuttavia va detto che Ember Lab ha utilizzato molto outsourcing per realizzarlo. Kena è quindi un prodotto indipendente, ma di alta fascia.

NARRAZIONE

Kena è una Guida Spirituale, il suo compito è aiutare gli spiriti ad andare nell’aldilà. Alcuni di essi, però, si rifiutano di andarsene per motivi più o meno nobili che li legano al mondo terreno e diventano spiriti corrotti. A quel punto, Kena è costretta ad affrontarli in combattimento.

Durante il gioco la protagonista si trova a dover aiutare un intero villaggio infestato dalla corruzione (spirituale). Qui riceve il supporto dei Rot, piccoli spiriti della natura che la accompagneranno nel suo percorso.

L’opera è caratterizzata dei toni intimisti e introspettivi che indagano l’animo umano. Vengono toccati temi sensibili, ad esempio il legame con la morte, ma tutti hanno il piglio romantico e talvolta fanciullesco tipico delle opere di animazione. In questo modo, Ember Lab ha realizzato una storia che, sebbene non sia originalissima, regge bene ed è adatta a tutti.

IL GIOCO

Potremmo definire Kena: Bridge of Spirits un action-adventure single player story driven. Il gioco si articola su macro aree senza però diventare un vero e proprio open world. Sono presenti anche alcune side quest anche se rimangono piuttosto limitate.

Il gioco, ad un primo sguardo, risulta semplice ed intuitivo. Il gameplay di Kena è ben distinto in fasi di esplorazione e platforming, in cui il giocatore sarà chiamato anche a risolvere qualche enigma ambientale, e fasi di combattimento. Se però gli enigmi sono piuttosto semplici e alla portata di tutti, strutturati principalmente sulla ricerca di un oggetto da posizionare in un luogo, i combattimenti sono un’altra storia. Questo segmento del gioco presenta una netta spaccatura legata al tipo di avversario.

Di per sé, il combat system è piuttosto semplice con il classico schema attacco rapido, attacco pesante, parata, schivata e consente di affrontare con facilità i nemici normali. Ma quando si tratta di boss fight ci si trova di fronte a scontri decisamente ostici e punitivi, anche per colpa di alcune hitbox decisamente larghe e della precisione necessaria per effettuare schivate e parate.

Il level design è ben fatto, anche se con qualche piccola “caduta”, ma gli ambienti portano spesso a perdersi a causa dell’ampiezza e conformazione. Una mappa o un gps a schermo decisamente non avrebbero stonato in questo gioco.

C’è qualcosa da dire anche in merito alla progressione del personaggio che è divisa in due: quella che riguarda i Rot e quella legata all’esperienza. I poteri dei Rot crescono in base alla quantità degli stessi che il giocatore riesce a radunare nel corso della partita. Quelli di Kena invece aumentano tramite un classico sistema di punti spendibili. In entrambi i casi, però, le abilità sono poche e non abbastanza incisive perché il giocatore possa sperimentare una vera e propria sensazione di crescita.

Altro grosso punto dolente è il sistema economico, davvero poco significativo. Si basa sui cristalli che si possono raccogliere lungo tutta la mappa oppure ricevere in premio per il completamento di attività. Il giocatore può usarli per acquistare cappelli per i Rot che però non avranno nessuna influenza nel gioco.

Il vero punto di forza di Kena sta nello stile grafico e l’art direction: artisticamente pazzeschi e quasi al livello dei migliori film di animazione, come i Pixar.

KENA: BRIDGE OF SPIRITS VALE L’ACQUISTO?

Kena è senza dubbio un prodotto di qualità ma non esente da alcuni (grossi) limiti. Oltre a quelli già indicati, bisogna ricordare che l’avventura di Kena dura dalle 6 alle 12 ore e non risulta particolarmente rigiocabile se non con lo scopo di completare la raccolta degli oggetti.

A nostro avviso, la scelta di acquistarlo è strettamente legata al gusto personale per la tematica e per il tipo di visual.

Ember Lab ha debuttato facendo leva sul suo punto di forza, l’animazione, e qui ha fatto centro. La mancanza però di un gameplay di livello alto toglie a Kena: Bridges of Spirits la possibilità di essere considerato un capolavoro. Rimane tuttavia un buon primo passo nel mondo dei videogame per uno studio che ha tutte le carte in regola per regalarci in futuro titoli da urlo!

Si ringrazia Nicola Benetton per la consulenza tecnica

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