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E’ difficile negare che, da circa una decina d’anni, l’attenzione mediatica nel mondo degli eSports si sia concentrata soprattutto su due settori: quello dei MOBA (LoL, Dota2) e quello degli “sparatutto” (Fortnite, Counter Strike, CoD e R6 in particolare).

Le ragioni sono sostanzialmente due: l’enorme popolarità che questi videogame riscuotono tra i più (e anche i meno) giovani, e le dimensioni dei montepremi messi in palio da publisher.

Nella lista degli eSports più ricchi pubblicata sul sito esportsearning.com, le prime 10 posizioni sono occupate da 5 sparatutto e 3 MOBA. Gli unici “alternativi” sono lo strategico in tempo reale Starcraft II (8°) e il gcc Hearthstone (10°). Se però venissero sommate le diverse versioni di Rainbow Six e di Call of Duty, anche questi due uscirebbero dalla top ten.

Non è però detto che MOBA e sparatutto siano gli eSports che regalano più soddisfazioni ai tifosi di un determinato Paese.

Photo credits Getty Images

L’Italia degli eSports, ad esempio, eccelle nel campo dell’e-calcio (che sia FIFA o il vecchio PES). Ma anche in quello del sim racing, come attestano i risultati ottenuti da Valerio Gallo nell’ultimo anno. Abbiamo uno dei giocatori di Starcraft II più forti di sempre, Riccardo Romiti. E da un po’ di tempo a questa parte, anche il mondo dei “picchiaduro” si è colorato d’azzurro.

Il merito è di Carlo Vinci, alias Mitrust-Storm. Nel 2021 lo specialista di Tekken 7 si è piazzato al secondo posto nei World Esports Championship disputati in Israele. Due settimane fa ha vinto il titolo continentale agli European Esports Championships di Baku. Già così basterebbe per dire che non si tratta di una meteora.

E invece c’è ancora molto altro da sapere sul 26enne palermitano, videogamer di professione con una laurea in lingue in tasca.

Lo abbiamo contatto, per farci raccontare la sua storia e la sua passione attraverso gli eSports.

Carlo Vinci (credits HG Esports)

Ciao Carlo e grazie per il tuo tempo. Come hai scoperto il mondo dei videogame e con cosa hai iniziato?

Un saluto a tutti! Mi sono avvicinato al mondo videoludico con la PlayStation 1 a 7 anni e proprio Tekken 3 è stato uno dei miei primi giochi. E’ fantastico vedere quanto la serie di Tekken sia longeva: regalava emozioni allora e lo fa ancora adesso! Penso che Tekken rappresenti davvero un eSport a 360 gradi sia per intrattenimento che per abilità e competizione.

Cosa ti affascina di Tekken e quali sono le skills necessarie per essere competitivi con questo videogame?

Di Tekken mi affascina la profondità delle meccaniche. Infatti è un gioco in cui si scoprono sempre cose nuove. Per competere bisogna essere molto reattivi: servono quindi riflessi pronti, un buon mindgame e capacità di adattamento. E’ importante allenarsi con costanza perché ogni scelta va fatta in una frazione di secondo. Per questi aspetti, la meccanica di base è una via di mezzo tra quella del poker e quella degli scacchi, ma nel picchiaduro tutto è ipervelocizzato.

Hai fatto riferimento all’ambito competitivo. Come ci sei arrivato e cosa ti ha convinto a dedicarti agli eSports? 

Sono arrivato al competitivo gradualmente. Ho cominciato giocando all’interno della community e poi sono passato ai tornei regionali di Tekken 6. Ho ottenuto subito ottimi risultati e questo mi ha permesso di emergere e guadagnare la stima di compagni, avversari e dell’intera community, sia italiana che europea. Quando sono passato su Tekken 7, mi sono arrivate due proposte da parte di altrettante organizzazioni esportive. Alla fine l’esperto di picchiaduro Mariano Lequile, aka TheBoss, mi ha convinto ad entrare in HG Esports, dove sono ancora oggi. Per me è stata la svolta: lì ho trovato le motivazioni per puntare in alto, per allenarmi e diventare competitivo a livello mondiale. 

Credits HG Esports (si ringrazia Mariano Lequile)

Quali sono i migliori risultati che hai ottenuto finora?

I primi risultati a livello internazionale sono arrivati con Tekken Tag Tournament 2: un terzo posto al mondiale e una top 8 all’UT di Parigi, torneo frequentato da player di tutto il mondo. Dopo questi due, il mio nome ha cominciato a circolare un po’ dappertutto. Una volta arrivato Tekken 7, grazie al team HG Esports e al nostro sponsor Reti, ho potuto disputare molti più tornei organizzati in varie parti del mondo. Ho presso parte al Tekken World Tour, il circuito annuale di tornei organizzato da Bandai Namco (il publisher/sviluppatore del gioco) e all’Italian Tekken League (ITL), il campionato di Tekken organizzato dalla community italiana. 

Mi sono piazzato secondo a Berlino, terzo a Napoli, ho fatto un primo posto al Tekken World Tour online e un secondo posto al mondiale IESF in Israele. E infine c’è la vittoria al Baku European Championship di qualche settimana fa. Sono orgoglioso di avere un palmares unico in Italia che mi rende tra i più titolati d’Europa.

Parliamo allora proprio della vittoria agli europei di Tekken. Come sei arrivato alla competizione, sia dal punto di vista dei risultati precedenti sia di quello psicologico?

Sono arrivato alla competizione vincendo le qualifiche italiane nel 2021. Ero molto positivo e carico, anche grazie all’ottima prestazione realizzata qualche mese prima al mondiale. Sapevo che avrei potuto portare a casa il trofeo solo rimanendo concentrato e giocando al top. 

E’ sembrato tutto facile fino al primo match contro l’Ungheria: cos’è successo in quella partita?

Il giocatore ungherese mi ha sorpreso per il suo stile imprevedibile. Proprio per questo è importante l’adattamento di cui parlavo prima. Quando incontri gente che viene da ogni parte del mondo, devi essere sempre pronto a qualsiasi stile e, cosa fondamentale, mai sottovalutare l’avversario.

Da lì sei risalito attraverso il Loser Bracket, infilando una striscia vincente contro avversari difficili, come la Polonia, l’Ungheria e la Georgia in finale. E’ cambiato qualcosa a livello tattico e mentale?

Si. Per cominciare, dopo la sconfitta con l’Ungheria ho fatto una corsa all’esterno dell’edificio. In questo modo mi sono dato una svegliata. Poi ho scritto sul gruppo whatsapp del mio team HG, che mi ha incoraggiato e supportato. I miei compagni di squadra mi hanno fornito info sui giocatori e suggerimenti strategici. Infine mi son detto che contro il player ungherese la sconfitta era dipesa solo da me, perché sapevo di essergli superiore e di poter vincere il torneo! Questa è stata la scossa per arrivare in fondo.

Immagine credits HG Esports

Qual è adesso il tuo programma competitivo?

A breve ci saranno parecchie competizioni offline importanti, per le quali mi sono già qualificato. Ad agosto, poi, ricomincerà il Tekken World Tour. Infine parteciperò a tornei di valore sia in Italia che in Europa, con il sostegno del team HG eSports Reti.

Parliamo un po’ dei picchiaduro in generale: com’è lo stato di salute di questo settore esportivo?

Anche se può sembrare che siano in calo, in realtà nel resto del mondo rimangono un cardine degli esports, grazie a eventi costanti, al sostegno di grossi brand e alla presenza delle produzioni TV. Al vertice ci sono Paesi quali Corea del Sud e Giappone, ma devo dire che anche in Europa e in Italia i picchiaduro sono considerati. Ad esempio, in piena pandemia a Kiev era stato organizzato l’evento WUFL. Avrebbero dovuto esserci altri appuntamenti con il WUFL, purtroppo la guerra in corso in Ucraina ha cancellato l’intera programmazione.

Anche negli Stati Uniti i picchiaduro vanno forte, grazie alla competizione EVO (Evolution Championship Series, ndr). Senza dimenticare che in Pakistan Tekken è uno sport nazionale!

Infine, il tuo punto di vista sul possibile arrivo di un nuovo fighting game: Project L. Ritieni che l’ingresso di Riot Games in questo settore possa portare una svolta anche a livello competitivo?

Sicuramente il titolo Riot porterà molto più interesse verso il settore dei picchiaduro. Sono molto curioso di provare Project L e vedere come sarà. Riot ha capito molto bene che gli eSports saranno un canale di vendita importante per il futuro e sta investendo molto in questo; al tempo stesso credo che Bandai Namco non si farà cogliere impreparata e che si muoverà in parallelo.

Si ringrazia Mariano Lequile per il contributo alla realizzazione di questa intervista.

Immagine di testa: Carlo “Mitrust-Storm” Vinci, con al collo l’oro vinto a Baku (credits HG Esports/EEC)