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Il CEO di Epic Games, Tim Sweeney, è conosciuto per le dichiarazioni senza paura, ma l’ultima in ordine di tempo ha davvero spiazzato tutti. Ed è arrivata in un contesto, quello del “bench trial” (cioè il ricorso ad una corte senza giuria negli USA) tra il publisher di Fortnite e Apple, il cui esito potrebbe cambiare il business delle app scaricabili. Se non tutte sicuramente quelle legate al mondo dei giochi elettronici.

L’antefatto è conosciuto per chi si occupa di eSports e più in generale di videogame (un breve riassunto qui), ma in sostanza vede Epic accusare Apple di posizione monopolistica per quanto riguarda i pagamenti “in-app”. Di qui il tentativo di fare concorrenza esterna allo store “della mela”, al quale l’azienda di Cupertino ha reagito bloccando i download delle nuove versioni di Forntite. La scena, a questo punto, è passata all’interno del ring giudiziale.

Pochi giorni fa, precisamente il 3 maggio, ha preso via il round del già citato bench trial dove, davanti alla giudice Yvonne Gonzalez Rogers, i due contendenti hanno espresso le proprie ragioni. Rapidamente al centro si è fatta largo la questione che riguarda l’acquisto dei V-Bucks, la moneta virtuale di Fortnite, utilizzata per acquistare skin e upgrade per il gioco.

Per abbattere il presunto monopolio dell’Apple Store, Epic ha fatto sì che i giocatori potessero acquistarla direttamente all’interno del gioco, ad un prezzo più basso rispetto a quello dello store Apple (ma si dovrebbe dire “degli store”, visto ci sono altre piattaforme in ballo). I rappresentanti dell’azienda fondata da Steve Jobs hanno prontamente replicato che per la versione iOS, al contrario di quanto avviene tutt’ora su Playstation e Nintendo Switch (ma non su Xbox), un utente può comunque acquistare i V-Bucks scontati dove vuole: su un’altra piattaforma, su un sito, in negozio. Apple non ha mai obbligato nessuno ad acquistarli tramite il proprio sistema di pagamento.

E in ogni caso c’era un altro modo molto più semplice e perfettamente legale di farlo, ovvero spostare gli acquisti della valuta di Fortnite (i V-Bucks) al di fuori del gioco, magari su un sito dedicato. Questo è il quesito che la giudice ha rivolto a Sweeney. E il CEO ha risposto che, per un giocatore, dover uscire dal gioco per fare acquisti su un altro sito e poi rientrare è fortemente demotivante.

La Gonzalez Lopez ha replicato chiedendo: “Quello che voi state davvero cercando di ottenere, quindi, è la capacità di poter spingere i ragazzi a fare acquisti d’impulso?”. Una domanda che di fatto ha messo all’angolo Sweeney. E il CEO ha candidamente risposto di sì, confermando che facilità di acquisto e acquisto compulsivo vanno a braccetto.

Non sappiamo se tutto questo si traduca in un round a favore di Apple (dal punto di vista del diritto potrebbe sembrare di sì) o di Epic, visto che il publisher di Fortnite ha portato a proprio sostegno altre app che vorrebbero usare il loro sistema di pagamento. Di certo dimostra che, quando si tratta di business, l’etica del consumo interessa ben poco.

Fonte di riferimento: www.dday.it

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