All’inizio di giugno, il settore dei boardame strategici ha registrato l’arrivo di una new entry annunciata nel 2024 e molto attesa. Si chiama Battle Monsters, ed è il risultato della collaborazione tra Restoration Games (editore di titolo famosi come L’Isola di Fuoco per MB, Return to Dark Tower) e MonsterVerse, joint venture tra i colossi cinematografici Legendary Pictures e Warner Bros Pictures.
Il debutto è avvenuto su Kickstarter con il box Battle Monsters: Godzilla x Kong che, in meno di un mese, ha raccolto $597.961 su un obiettivo iniziale di $250.000. Al momento gli investitori sono però soltanto 2.301, e questo fa capire il livello di spesa per chi vuole acquistare questo boardgame. Battle Monsters: Godzilla x Kong – titolo chiaramente ispirato al “blockbusterone” Godzilla x King Kong: The New Empire di Legendary Pictures – costa $125. Stesso prezzo per la seconda scatola, Kong vs. Mechagodzilla, mentre il bundle dei due box con l’aggiunta dell’esclusivo Mothra set e del Reinforcements promo pack, si acquista a 299 dollari.

Non sono pochi soldi per due “mostroni” a box. Bisogna però considerare la plancia e gli altri materiali del gioco (schede, unità militari, segnalini vari etc), tutti di ottima qualità, così come lo è la plastica usata per i protagonisti del gioco. E’ giusto ragionarci ma, se siete incerti sull’acquisto, vi consigliamo di dare un’occhiata a questo canale Youtube che spiega anche il gameplay del gioco.
Battle Monsters è un boardgame asimmetrico – cioè i giocatori hanno obiettivi, ruoli e strumenti diversi – in stile battle royale, per usare un’espressione tipica dei videogiochi. Attenzione però a non confonderlo con il Battle Monsters videogioco “picchiaduro”, pubblicato nel 1995 per Sega Saturn. Piuttosto, Battle Monsters ha un parentela molto stretta con un altro boardgame, una vera icona retrò dei giochi di miniature su plancia: Battle Masters.
CHE COS’E’ BATTLE MASTERS?
Battle Masters è un wargame strategico da tavolo ad ambientazione fantasy, dotato di plancia e miniature. Lo ha pubblicato nel 1992 la storica azienda di giochi Milton Bradley (dal 1984 parte del gruppo Hasbro) con la collaborazione di Games Workshop.
Il colosso britannico specializzato in miniature fantasy e sci-fi aveva un ottimo motivo per entrare in questa operazione. Nell’ottobre dello stesso anno era attesa l’uscita della quarta edizione di Warhammer Fantasy Battle, caratterizzata da un sistema di regole più definito e meno legato alle sue origini da gioco di ruolo. Per intercettare un pubblico più ampio, GW aveva bisogno di un prodotto accessibile, capace di fungere da introduzione al suo wargame fantasy di punta.
Battle Masters è esattamente questo: una versione semplificata e “mass market” di Warhammer Fantasy Battle, un wargame introduttivo, pensato per un pubblico giovane o per famiglie, ma con un’anima tattica ben delineata.
Il design del gioco è firmato da Stephen Baker, futuro autore di Heroscape. Games Workshop ha curato sia il design delle miniature sia l’aspetto narrativo, fornendo una lore direttamente ispirata all’ambientazione di WHFB.
IL CONTENUTO DELLA SCATOLA
Chi ha acquistato il box di Battle Masters ricorderà sicuramente l’impatto “colorato” con le numerose miniature in plastica: oltre 100 già assemblate, da inserire su basi di movimento dotate di slot per rappresentare le unità.
Queste si muovono su una mappa in plastica vinilica di circa 120×150 cm, divisa in esagoni. Nella scatola ci sono anche adesivi per gli scudi, una torre in plastica dove possono essere collocate le miniature, 8 elementi di terreno (da posizionare sugli esagoni della mappa), dadi speciali, 59 carte ordine, un breve regolamento illustrato.
Le fazioni in campo sono due: l’Impero e le Orde del Caos. Per chi non conosce Warhammer Fantasy, l’Impero degli umani rappresenta il Bene, l’ordine. I caotici portano invece disordine e distruzione nell’Impero e sono sia guerrieri umani che orchi, goblin, uomini bestia e mostri vari.
LE MECCANICHE DEL GIOCO
Le regole di Battle Masters sono piuttosto semplici. Innanzitutto lo schieramento è prestabilito, se si decide di giocare le battaglie della campagna riportata nel manuale. Nulla vieta di arrangiarsi, ma in quel caso le meccaniche dello schieramento vanno decise dai giocatori stessi, perché il regolamento non le prevede.
Le unità si attivano in base alle carte ordine pescate a turno dai due generali. Il gioco è quindi molto randomico e c’è poco da pianificare. I giocatori possono solo decide in che direzione muovere l’unità, una volta che questa viene attivata, se attaccare in corpo a corpo o a quale bersaglio tirare.
I danni inflitti dipendono dai dadi: se ne tirano tanti quanti indicati per l’unità (da 2 a 5). Ogni dado ha tre facce con un teschio, che rappresenta una ferita inflitta, e una con uno scudo, che consente di salvarsi. Le restanti due facce sono vuote e non hanno effetto. La maggior parte delle unità può subire fino a tre ferite prima di essere eliminata dal gioco, con l’eccezione dell’ogre, che ne sopporta sei.
I danni inflitti dipendono dai dadi a sei facce: se ne tirano tanti quanti indicati per l’unità (da 2 a 5). Ogni dado ha tre facce con un teschio, che rappresenta una ferita inflitta, e una con uno scudo, che consente di salvarsi. Le restanti due facce sono vuote e non hanno effetto. La maggior parte delle unità può subire fino a tre ferite prima di essere eliminata dal gioco, con l’eccezione dell’ogre, che ne sopporta sei.
Alcune unità possiedono regole speciali (le trovate qui) legate al movimento, al combattimento corpo a corpo o agli attacchi a distanza – come nel caso del cannone – che aggiungono varietà alla partita. Per quanto riguarda la vittoria, dipende dallo scenario o dagli accordi presi tra i giocatori. Tra i punti a favore del gioco, va segnalata la durata contenuta: difficilmente si superano i 90 minuti.
In definitiva, Battle Masters è un wargame con un regolamento un po’ troppo semplificato, ma perfettamente coerente con il suo scopo originale: introdurre nuovi giocatori nel mondo di Warhammer Fantasy Battle.
COSA RESTA DI BATTLE MASTERS?
Il gioco ha registrato un iniziale successo. Un anno dopo l’uscita della scatola base sono uscite due espansioni: Lord Imperiali e Predatori del Caos, che hanno aggiunto nuove unità ai rispettivi schieramenti.
Ma già a metà degli anni ’90 del secolo scorso, Battle Masters era stato quasi completamente abbandonato. Dopo le due espansioni che abbiamo ricordato, il gioco non è più stato prodotto. Nel frattempo, Warhammer Fantasy aveva preso slancio, dal cambio di passo inaugurato dalla quarta edizione fino al boom della sesta (2000), passando attraverso l’esperienza “herohammer” della 5a.
Nonostante la breve vita commerciale, Battle Masters ha lasciato un segno importante. Ha aperto la strada a giochi di miniature più accessibili come HeroQuest (altro prodotto MB-GW), BattleLore e Runewars. Soprattutto, è rimasto vivo nella mente di coloro che amano il vintage ludico.
Battle Masters è infatti diventato un cult game per collezionisti e nostalgici che si contendono – o scambiano – le miniature, soprattutto su siti e gruppi FB specializzati. Alcuni hobbisti, inoltre, le utilizzano ancora per giochi personalizzati o per Warhammer Fantasy.
È l’effetto della magia retrò: quella capacità che hanno certi giochi di farci tornare un po’ bambini, anche solo per il tempo di una battaglia.
Immagine di testa credits MB/Hasbro