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Tornate a far girare le gambe dopo il giorno di riposo nella Laredo-Santa Cruz de Bezana, alla Vuelta Espana arriva il momento di fare sul serio con l’iconico arrivo in salita ai Lagos de Covadonga, uno dei traguardi più noti e rappresentativi della storia della corsa a tappe spagnola.

La celeberrima salita delle Asturie sarà l’ultima difficoltà di una tappa di 185 chilometri che, dopo la partenza da Unquera, obbligherà i corridori a mandar già diversi chilometri di salita.

Il primo scoglio di giornata sarà rappresentato dall’Altu de Hortigueru, un’asperità di 5,3 chilometri al 4,7% di pendenza media lungo la quale verosimilmente prenderà il largo la fuga di giornata, un tentativo in cui, visto il profilo della 17ª frazione, proveranno ad infilarsi soprattutto scalatori e gente dotata di buona resistenza.

Sono infatti queste le doti necessarie per superare senza troppi patemi la doppia scalata alla Collada Llomena, GPM di 1ª categoria (7,6 km al 9,3% medio ma con punte al 14%) inserito all’interno di un circuito di 28 chilometri che certamente contribuirà ad appesantire le gambe dei contendenti in gara prima del finale.

Dopo il secondo passaggio in cima alla salita mancheranno 43 chilometri di discesa e pianura all’imbocco dell’erta conclusiva verso i Laghi di Covadonga, una salita di 12,5 chilometri al 6,9% di pendenza media che nasconde le sue insidie maggiori nella parte centrale tra il quinto e l’undicesimo chilometro quando la strada sale costantemente con pendenze in doppia cifra.

Qui, se il gruppo non avrà concesso troppo spazio agli attaccanti di giornata come già accaduto in occasione degli arrivi al Picon Blanco, al Balcon de Alicante, al Pico Villuercas e a El Barraco, è lecito attendersi che i big della generale prendano la situazione in mano e infiammino la lotta per la maglia rossa.

Mas e Lopez all’attacco di Roglic

Su tutti, osservando quanto accaduto in corsa finora, è presumibile che a muoversi e a fare selezione siano Primoz Roglic e, in seconda battuta, Enric Mas e Miguel Angel Lopez. I due compagni della Movistar potranno giocare la carta della superiorità numerica sia per il successo parziale che per provare a distanziare lo sloveno della Jumbo-Visma il quale, destinato a infliggergli un passivo piuttosto corposo nella cronometro di domenica, obbligherà entrambi ad uscire allo scoperto.

Se questi tre però dovessero controllarsi, per la vittoria di tappa potrebbero rientrare prepotentemente in gioco anche Adam Yates ed Egan Bernal (apparsi fin qui un filo sotto i primi tre in salita) nonché un sempre più sorprendente Jack Haig, mai così bene in un Grande Giro.

Più difficile invece, dato il passo dei corridori sopracitati, che Giulio Ciccone, Felix Großschartner e Alexsandr Vlasov riescano a giocarsi il successo, mentre non è da escludere che ancora una volta una fuga di uomini non pericolosi per la classifica possa arrivare al traguardo.

In quest’ottica, saranno da tenere in considerazione corridori come Romain Bardet (1° a Pico Villuercas e sicuramente impegnato oggi nella conquista di ulteriori punti dei GPM per blindare la maglia a pois degli scalatori), un uomo in gran forma come Michael Storer (già vittorioso a Balcon de Alicante e a Rincon de la Victoria) e gente che già in più d’un occasione è riuscita ad entrare in fuga come Lucas Hamilton, Geoffrey Bouchard, Jay Vine, Ion Izagirre, Pavel Sivakov, Carlos Verona,Joseph Dombrowski e Andreas Kron.

Possibile, dunque, che si assista per l’ennesima volta allo scenario di due corse in una anche se, dopo il tanto spazio concesso dal gruppo alle fughe in questa Vuelta, non è improbabile che i principali accreditati alla vittoria finale vogliano lasciare il segno su un traguardo storico che in passato ha visto trionfare atleti di valore assoluto come Lucho Herrera, Pedro Delgado, Laurent Jalabert, Nairo Quintana e Thibaut Pinot.