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Un anno fa ci fu la tragedia di Gino Mader a far stendere sul Tour de Suisse una sorta di velo pietoso, che oscurò la vittoria finale di Mattias Skjelmose. Lo svizzero perse la vita nella corsa di casa e nessuno volle in realtà festeggiare.

In generale comunque il Giro di Svizzera è un altro termometro molto importante, insieme al Delfinato che si chiude nel weekend, in vista del Tour de France. Per chi deve ancora completare la squadra in vista della Grande Boucle non c’è nulla di meglio.

Tour de Suisse, il percorso

Come al solito si comincia con una cronometro breve (8 chilometri) e piuttosto facile, il 9 giugno, tutta a Vaduz, in Liechtenstein. Principato protagonista anche il giorno successivo nella frazione che porta a Regensdorf.

Montagne protagoniste in questo Tour de Suisse e non è certo una novità. Il 12 giugno si sale sul San Gottardo, mentre tra 13 e 15 giugno le successive tre tappe arriveranno tutte in quota, a Carì, a Blatten e a Villars-sur-Olon.

Frazioni brevi ed esplosive, soprattutto la settima che è lunga appena 116 chilometri.

Chiusura poi il 16 giugno con un’altra crono che potrebbe mescolare ulteriormente le carte: 16 chilometri di nuovo con arrivo a Villars-sur-Olon. Territorio italiano non considerato, il punto più vicino al nostro confine sarà Locarno, per l’avvio della sesta tappa.

I favoriti della vigilia

Di solito il campione in carica di qualsiasi corsa quindi anche del Tour de Suisse è anche quello con i favori del pronostico sulle spalle: in realtà Skjelmose non corre da aprile, dalle classiche del nord.

“Indimenticabile” il suo arrivo semi-congelato alla Freccia – Vallone, sotto il vento, la pioggia e il freddo.

I grossi nomi in realtà sono quelli dell’Ineos, che schiera un trittico di favoriti o comunque di capitani che nessun’altra squadra presente al Tour de Suisse ha: Bernal, Pidcock e il sorprendente Narvaez del Giro d’Italia. Più Hayter come quarto incomodo.

Il colombiano spera di scaldare i motori in Svizzera (e Liechtenstein) per presentarsi al meglio al Tour de France.

Pidcock ha disputato un grande marzo e aprile tra le classiche, non è forse ancora tarato per le corse a tappe, ma come spalla dei leader è davvero un lusso.

Gioventù al potere

Molto agguerrita per il Tour de Suisse anche la UAE che senza Pogacar ha in Almeida e soprattutto nel giovanissimo messicano Del Toro gente da podio se non addirittura da vittoria finale.

Almeida poi deve capire “cosa fare da grande” perché dopo il podio al Giro nel 2023 non è che abbia combinato molto. D’accordo, è sotto contratto fino al 2026, ma da dietro i giovani (tipo Del Toro, appunto) spingono.

In quanto a giovani in questo Tour de Suisse impossibile non considerare anche Uijtdebroeks della Visma, reduce dal ritiro al Giro d’Italia mentre stava indossando la maglia bianca, e Martinez della Groupama-FDJ.

Curiosità per vedere come sta Carapaz, con la sua EF sempre a caccia di qualche tappa qua e là; come continuità e completezza anche Bilbao della Bahrain merita attenzione in ottica podio.

Italiani al Tour de Suisse? Pochi e tendenzialmente non competitivi. Conci, dopo un buon Giro d’Italia, sarà leader dell’Alpecin e magari punterà a un successo di tappa, possibilmente in montagna.