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Lo stadio “Penzo” potrebbe essere teatro di una vendetta di quelle proverbiali. Perché se è vero che si tratta di un piatto che va servito freddo, il Venezia può rivalersi sul Palermo quasi 22 anni dopo uno “sgarbo” rimasto nella storia. Per i più smemorati e per coloro che non lo conoscessero, vi raccontiamo cosa successe in quel luglio del 2002.

Maurizio Zamparini e i fatti di Venezia e Palermo del 2002

Maurizio Zamparini, morto nel febbraio 2022 a 81 anni, era uno di quei presidenti per cui l’attributo più utilizzato era di gran lunga “vulcanico”. Nel 2002, l’imprenditore era proprietario del Venezia Calcio, preso nel 1987 in Serie C2 (tramite l’espediente della fusione con il Mestre) e portato, nell’arco di 10 anni, in Serie A.

EmmeZeta (come i suoi supermercati) non era uno di quelli che si accontentano, avrebbe voluto costruire uno stadio nuovo anche a sue spese, che sostituisse il poco funzionale “Penzo”, ma non gli venne mai data la possibilità di farlo. Così, dopo una retrocessione in B e una nuova promozione, Zamparini si era stancato della realtà neroverde.

Aveva così chiesto a Franco Sensi, che oltre alla Roma possedeva anche il Palermo in Serie B, di cedergli la società. In un primo momento, Sensi rifiutò l’offerta di 10 milioni di euro, di cui 5 in contanti e altrettanti come contropartita in calciatori.

Nel frattempo, il Venezia era di nuovo in forte predicato di retrocedere e Zamparini voleva tremendamente una nuova e più importante piazza nella quale tuffarsi e destinare i suoi investimenti. Si era creata una trattativa con Enrico Preziosi per il Genoa, ma c’erano delle difficoltà e a questo punto rientra in gioco Sensi, che si inserisce e fa definitivamente naufragare l’affare. Zamparini allora rompe gli indugi: offre 15 milioni in contanti per il Palermo e Sensi accetta. È il 21 luglio del 2002.

Così, come una lliason estiva qualunque, Zamparini molla Venezia per Palermo. Ma non lo fa in maniera discreta e silente, diciamo.

Il pulmino della discordia: 12 giocatori e l’allenatore prelevati

L’offesa che molti veneziani non hanno mai dimenticato accade la mattina seguente, 22 luglio 2002. Al ritiro estivo del Venezia, a Pergine Valsugana, arriva un pulmino affittato dal Palermo.

Sul mezzo salgono l’allenatore appena ingaggiato Ezio Glerean, il portiere Generoso Rossi, i difensori Fabio Bilica, Kewullay Conteh e Francesco Modesto, i centrocampisti Valentino Lai, Mario Alberto Santana, Evans Soligo, Frank Oliver Ongfiang, Antonio Marasco e Stefano Morrone, oltre agli attaccanti Arturo Di Napoli e Filippo Maniero. In tutto 12 giocatori e un allenatore, che partono lasciando così un Venezia quanto mai disorientato, a Pergine.

Contestualmente, prima di andare via Zamparini aveva nominato Gianfranco Bellotto nuovo allenatore e ceduto la società a Franco Dal Cin.

Il pullmann con i “transfughi” non dovette percorrere tutti i circa 1450km che separano Venezia da Palermo, ma appena 119km, ovvero la distanza tra Pergine Valsugana e Longarone, sede del ritiro pre-campionato del Palermo.

Ne fa le spese anche il povero Roberto Pruzzo, che i Sensi avevano appena nominato allenatore del Palermo ma che si ritrova esonerato dopo pochi giorni. Al suo posto, ovviamente, arriva Ezio Glerean.

Il massiccio trasferimento aveva scosso l’opinione pubblica del tempo, anche se non si trattava di una cosa fuori legge. Inusuale, certo molto brusca, ma consentita dai regolamenti del tempo. Anzi, già la piattaforma di accordo che Zamparini stava discutendo con Preziosi per il Genoa prevedeva il trasferimento in Liguria di una mezza dozzina di elementi.

Come andò a finire la stagione

Di certo la tifoseria del Venezia non poteva prenderla bene, anche perché la squadra doveva ripartire da zero tra mille e mille difficoltà. Tuttavia, già in quello stesso campionato, arrivano due prime piccole vendette. Il 10 novembre il Palermo ospita il Venezia per il primo confronto dopo i fatti estivi. I rosanero sono tra i principali candidati alla promozione, mentre i lagunari sono ancora un cantiere. Eppure, gli ospiti si impongono 0-2 al Barbera, con le reti di Brncic e Poggi. A fine stagione, la seconda vendetta: il Venezia si salva senza nemmeno soffrire troppo, mentre il Palermo manca clamorosamente la promozione, terminando al sesto posto.

Il “clamorosamente” va letto alla Zamparini-maniera, ovvero con il classico valzer di allenatori: Ezio Glerean dura appena un paio di giornate, Daniele Arrigoni poco più di un girone e la stagione si conclude con Nedo Sonetti alla guida.

La nuova vendetta ai playoff promozione 2023/24?

Ventidue anni dopo, una nuova vendetta potrebbe consumarsi. Il Venezia di Paolo Vanoli (in procinto di passare al Torino) ha espugnato il Barbera 0-1 con gol di Pierini, nell’andata delle semifinali di Playoff promozione in Serie B. Domani sera, al Penzo, a meno di vittorie per due gol di scarto da parte dei siciliani, in finale ci andranno i neroverdi.

I fatti del 2002 sono ormai acqua passata, il povero Zamparini è morto da tempo, ma alcuni avvenimenti sono destinati a rimanere indelebili nella memoria collettiva dei tifosi.