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È il terzo anno consecutivo che l’Atalanta partecipa alla Champions League e cresce sempre di più l’impressione che si tratti della squadra italiana più portata a giocare sui palcoscenici europei e ad offrire emozioni e spettacolo. 

L’incontro si è concluso con un pareggio per 2-2, risultato giusto nel complesso, ma se la squadra di Gasperini avrebbe potuto tranquillamente vincere o perdere questa partita, vista la mole di occasioni create ma anche i rischi corsi. Come tradizione, la certezza con l’Atalanta è che le partite non sono mai noiose. 

Cosa ha funzionato: l’intensità e l’approccio alla partita, e una rosa all’altezza 

I primi venti minuti di partita sono stati un’impressionante dimostrazione di forza da parte della Dea: passata in vantaggio con la primissima conclusione effettuata nel match, gli orobici non hanno praticamente fatto toccare palla al Villareal fino a metà del primo tempo.  

I nerazzurri hanno confermato un certo feeling con le squadre spagnole: Remo Freuler, al suo secondo gol in Champions League dopo quello messo a segno contro il Valencia nel 2020, ha messo a segno, dopo soli 6 minuti, la seconda rete più veloce dell’Atalanta in Champions League, seconda solo a quella segnata da Josip Ilicic, sempre contro il Valencia. 

Nonostante alcune assenze che negli anni scorsi avrebbero pesato come quelle di Luis Muriel e Hans Hateboer, i bergamaschi hanno messo in campo una squadra di primissimo livello potendosi permettere anche dei cambi all’altezza.

Davide Zappacosta, che sembra aver finalmente recuperato dagli infortuni che l’hanno flagellato negli ultimi anni, è stato un inesauribile stantuffo sulla destra, dove Hateboer sarà ancora assente a lungo.

Il reparto degli esterni quindi vede il sempre fondamentale Robin Gosens (al terzo centro in Champions League, sempre nel secondo tempo e sempre in trasferta) accompagnato da ricambi all’altezza come Zappacosta (che il Chelsea aveva prelevato per 25 milioni dal Torino solo 4 anni fa, non dimentichiamo) e Maehle, oltre che alla scommessa Pezzella in attesa del rientro di Hateboer. 

Nel finale di match poi Gasperini ha potuto dare respiro al rientrante Marten de Roon (che in campionato è ancora squalificato), grazie all’inserimento del connazionale Teun Koopmeiners: finalmente sembra essere stato individuato il giocatore che può entrare nelle rotazioni sulla mediana, reparto in cui finora erano sempre stati adattati giocatori più offensivi come Pasalic e Pessina. Koopmeiners sembra invece perfettamente a suo agio nel ruolo di mediano di ordine e contrasto che ricoprono normalmente de Roon e Freuler. 

A fine partita poi si è rivelato fondamentale Juan Musso: nonostante l’ottimo rendimento di Pierluigi Gollini negli anni scorsi, l’innesto del portiere argentino sembra offrire un “paracadute” più efficace all’Atalanta, che per atteggiamento tattico concede spesso spazi in area agli avversari. Un portiere dai riflessi fulminei così reattivo tra i pali può significare molti meno punti persi per i nerazzurri. 

Cosa non ha funzionato: la disattenzione in disimpegno e il calo alla distanza

L’Atalanta era reduce da due risultati deludenti in campionato, il pareggio a reti inviolate contro il Bologna e la sconfitta contro la Fiorentina. La prestazione è stata decisamente convincente ma la superiorità numerica arrivata nei minuti finali, dopo l’espulsione di Coquelin, si poteva sfruttare meglio, con maggiore lucidità in fase offensiva. 

Inoltre il prezzo da pagare per l’enorme crescita della rosa atalantina è stato anche il numero di giocatori convocati nelle varie nazionali nelle scorse settimane. Ne consegue che la squadra non ha avuto ancora occasione di lavorare al meglio sugli automatismi in fase di possesso palla, e la cosa si è resa evidente in occasione delle due reti subite, entrambe nate su errori in fase di disimpegno da parte dei centrocampisti centrali che hanno sbagliato in maniera abbastanza clamorosa l’appoggio sui compagni in risalita. De Roon forse paga anche la disabitudine al ritmo partita, visto che in campionato sta ancora scontando la maxi-squalifica di 4 giornata comminatagli alla fine dello scorso campionato. 

In generale, l’atteggiamento sempre aggressivo e propositivo dell’Atalanta la espone sempre a rischi contro le squadre che praticano un efficace possesso palla: in 5 sfide contro squadre spagnole in Champions League, gli orobici hanno sempre subito gol, mediamente 2 a partita. Anche in questa occasione la difesa atalantina ha concesso molto, mandando in gol un esordiente in Champions League come Manu Trigueros e un giocatore come Arnuat Danjuma Groeneveld, che prima d’ora aveva messo a segno solo una rete in una delle due presenze registrate con la maglia del Bruges nel 2018. 

In attacco il lavoro di Duvan Zapata è stato fondamentale ad inizio partita, con la sponda chiave per il gol di Freuler, ma il colombiano è calato moltissimo con il passare dei minuti. Già in condizioni normali il numero 91 è un giocatore che, per la sua struttura fisica, entra in forma più tardi rispetto ai compagni, se a questo si aggiungono i problemi fisici degli ultimi tempi è chiaro che bisogna aspettare ancora qualche partita prima di vedere il miglior Zapata. 

In conclusione: un buon esordio che lascia ben sperare 

Il pareggio fuori casa è sempre un buon risultato, e nonostante l’Atalanta avrebbe potuto puntare al bottino pieno, ha anche rischiato di perderla. Di conseguenza il bilancio non può che essere positivo: la qualità della prestazione, per lunghi tratti, e la personalità messa in campo in un campo comunque sempre difficile come La Ceramica. 

L’inattesa sconfitta del Manchester United sul campo dello Young Boys stravolge un po’ i pronostici per il girone, ma offre anche all’Atalanta la possibilità di acquisire un importantissimo vantaggio nella prossima giornata, quando ospiterà gli svizzeri a Bergamo mentre il Villareal andrà a giocare a Manchester contro uno United che vorrà vendicare la sconfitta in finale di Europa League oltre che raccogliere i primi punti di questa Champions.