Non che avessimo tante speranze, tutt’altro. Al limite, ecco, si aveva almeno l’ambizione di non crollare sul finale, sebbene le motivazioni siano state poche, pochissime, evidentemente non abbastanza per non ricreare quell’alone di preoccupazione che regna attorno alla Nazionale. Tant’è: Italia-Norvegia è finita, com’è finito il girone di qualificazione alla prossima Coppa del Mondo. Risultato: siamo ai playoff. Che sono da affrontare. Anzi: che sono da superare. Altrimenti si ritorna al punto di partenza, e non ce lo si può permettere.
L’Italia dovrà dunque oltrepassare lo step finale per raggiungere gli Stati Uniti nel 2026, e tra le possibili avversarie – qui il destino si fa esattamente ciò che è: beffardo – ci sono Svezia e Macedonia, ossia le due artefici delle eliminazioni più cocenti degli ultimi due anni. Definire il tutto uno “spauracchio”, ecco, sembra ridondante.
Come funziona il sorteggio dei playoff?
Prima di capire di chi preoccuparci, chiariamo il quando: giovedì 20 novembre, ore 13, l’urna prevederà 16 squadre a contendersi gli ultimi posti – quattro percorsi di spareggio – per raggiungere il lotto di squadre europee pronte a giocarsi un pezzo di Mondiale. Ci saranno appunto quattro percorso: dalla A alla D, si sfideranno in semifinale ed eventuale finale. Non ci sarà appello: saranno entrambe in gara secca. E le quattro vincitrici voleranno tra Messico, Canada e Stati Uniti.
Ora: chi è che ha raggiunto questo playoff? Tutte le seconde classificate dei dodici gironi più le quattro migliori vincitrici dei gironi della Nations League 2024-2025, di quelle (almeno) che non hanno già garantito un pass diretto per il Mondiale.
Il regolamento
Siamo in prima fascia, almeno. Perché ci sono pure le fasce a determinare l’andamento dei playoff, e ce ne sono precisamente quattro. Dipendono dal ranking Fifa di novembre 2025 – al momento l’Italia è nona, mentre quel furore di Norvegia addirittura ventinovesima – e hanno una presa diretta sull’attribuzione delle avversarie. Per capirci: le seconde dei gironi sono classificate in base al ranking Fifa, mentre le quattro ripescate dalla Nations League saranno in quarta fascia.
Per le semifinali, il sorteggio abbinerà le squadre della prima fascia con quelle della quarta; le seconde con le nazionali della terza. Naturalmente, tutto questo porta a un vantaggio per chi sta in alto: le squadre di prima e seconda fascia giocheranno la semifinale in casa. L’Italia non riuscì a battere la Svezia a San Siro, con la Macedonia perse a Palermo.
Le possibili avversarie
Ecco, Macedonia e Svezia che ritornano. Con la prima che potrebbe essere sostituita anche dal Galles: sarà decisiva la sfida di questa sera (martedì 18) – i macedoni hanno una miglior differenza reti, servirebbe un pari -, altrimenti farà parte del lotto con le ripescate dalla Nations, in compagnia di Romania, Svezia (appunto) e Irlanda del Nord.
In terza fascia ci sono Islanda, Bosnia e Kosovo; in seconda potrebbe toccarci alla Scozia, la Repubblica Ceca, la Slovacchia e l’Albania. Tra queste bisogna concentrarsi maggiormente per evitare grosse sorprese. In prima fascia, invece, oltre all’Italia ci sono Turchia, Ucraina e Polonia. Nell’analisi delle avversarie, procederemo dalla seconda fascia all’ultima.
Scozia (seconda fascia)
La squadra in questo momento più temibile è la Scozia di McTominay e Gilmour, entrambi al Napoli: hanno qualità e profondità di rosa, sono ben allenate e soprattutto hanno un ritmo differente rispetto agli azzurri. Che sicuramente possono domare la Repubblica Ceca – che fatica ripartire dopo una generazione di fenomeni -, così come la Slovacchia di Skriniar, che ha dato del filo da torcere alla Germania, salvo capitolare malamente nel match decisivo.
Repubblica Ceca (seconda fascia)
Non vi aspettate Pavel Nedved, e nemmeno Milan Baros. Però c’è Schick, c’è Soucek, c’è Coufal. Insomma: giocatori di livello, guidati da un tecnico di livello come Jaroslav Kostl. La Repubblica Ceca è sicuramente tra le squadre da temere ma per la facilità con cui ha sempre fatto parte delle competizioni più importanti: è abituata a certe dinamiche, forse anche più dell’Italia. E gioca con un 4-4-2 assolutamente dinamico.
Slovacchia (seconda fascia)
Francesco Calzona si è meritato un’occasione importante, l’ha fatto comunque dopo aver preso un sonorissimo 6-0 dalla Germania nella partita che avrebbe potuto cambiare la storia: Niente, dovrà ripartire. E lo farà comunque da Lobotka, Skriniar e Obert in difesa, Hancko a sinistra e la corsa di Duda. Manca un bomber, vero. La qualità però è nelle idee di Haraslin, che potrebbe essere l’uomo a sorpresa. Per il resto, tanta solidità.
Albania (seconda fascia)
Attenzione invece all’Albania: negli ultimi 10 anni abbiamo sempre vinto, agli ultimi Europei con un po’ di fatica in più. Broja, Bajrami, Ismajili e Manaj, oltre a certezze come Hysaj e Djimsiti, il granata Asllani. Insomma: di materiale umano e tecnico, ce n’è. Eccome. E mai sottovalutare la fame di chi non ha mai raggiunto un obiettivo così importante prima, così come il cuore di una squadra ben organizzata. Che si conosce pure da anni.
Irlanda (terza fascia)
Il sogno irlandese riparte dalla terza fascia, ed è rinforzato pure dalla vittoria sull’Ungheria di domenica scorsa. Parrot, in fondo, permette di sognare: arriva da una tripletta ed è l’orgoglio di tutti: fa un gol ogni tre partite in Nazionale, ha appena 23 anni e con l’Az è a quota 6 reti in 7 partite disputate. Qualcuno lo fermi. Anzi, no: qualcuna delle grandi gli dia un’occasione. Se la sta meritando. Per il resto, occhi su Obene e Azaz dietro la punta. C’è Ebosele, dell’Udinese, sulla fascia destra. Non sono imbattibili, sono però tosti da battere.
Macedonia del Nord (terza fascia)
E gli incubi sono serviti. Anche se per una squadra dal valore – dati Transfermarkt – di meno di 38 milioni di euro. Incredibile. Eppure, a parlare di Trajkovski, a sentire Bardhi, a rivedere Milevski, ecco, un certo effetto lo fa. La Macedonia non aveva mai battuto l’Italia in 10 anni: ce l’ha fatta a Palermo, quando contava. L’ultima volta però gli azzurri si sono ripresi una (parziale) rivincita: 5-2 nelle qualificazioni agli Europei.
Bosnia (terza fascia)
Il giovane Muharemovic in difesa e il solito Dzeko in attacco. La corsa di Malic e Dedic, Bazdar dietro la punta. La geometria di Tahirovic. Sì, la squadra di Barbarez (ct) è un po’ da temere, perché un bel po’ ha saputo dimostrare di poter meritare certe vette. Vero, una generazione ha salutato – Pjanic non c’è più -, però ce n’è un’altra che spinge per l’impresa Mondiale. Nel 4-2-3-1 iper offensivo, la speranza è che dietro lascino spazio pure agli altri; davanti sono invece super temibili.
Kosovo (terza fascia)
Qui molto dipenderà dalle condizioni di Edon Zhegrova. E Franco Foda, che può contare anche su Muriqi, Asllani, Vojvoda sulla fascia e Rrahmani (capitano) in difesa, sa che lo juventino potrebbe fargli davvero tutta la differenza del mondo, così come Rashica sulla fascia. Insomma: qualcosa c’è, c’è soprattutto l’illusione di poter portare a casa un risultato che darebbe un orgoglio infinito a un Paese giovane ed estremamente fiero.
Romania (quarta fascia)
Ecco, a proposito di talento. Al terzo posto tra le squadre più difficili da affrontare c’è probabilmente la Romania, che si qualifica dalla Nations League e che però ha tutto l’occorrente per fare la differenza. Dal portiere – Radu! – alla qualità offensiva, con la regia di Hagi e quella di Marin, passando per Man e Mihaila alle spalle di Dragus. Occhio a sottovalutarli, insomma. E occhio a sottovalutare un vecchio lupo come Lucescu.
Svezia (quarta fascia)
Sono lontani quei momenti, o forse sono veramente vicinissimi. Comunque, dire Svezia e affiancarlo ai playoff provoca ancora qualche incubo ai tifosi della Nazionale. Ma questa versione potrebbe essere persino più temibile. Il motivo? La qualità dei giocatori. Del resto, 7 anni fa, gli svedesi non avevano Isak, non avevano questo Gyokeres, Kulusveski era solo un giovane di buone speranze, come Elanga e Hien. Mentre Bergvall era solo un bambino. In bocca al lupo, insomma.
Galles (quarta fascia)
Qui abbiamo più ricordi. Pure recenti. Eppure, tra tutte, questa versione del Galles non fa davvero paura. C’è Ampadu (passato dal Venezia) ed è il capitano, James e Thomas sono buoni esterni, ma la squadra di Craig Bellamy – lo ricordate al Liverpool? – non sembra essere la migliore. Corsa e forza fisica, come nella migliore tradizione britannica. Qualità? Pochina.
Irlanda del Nord (quarta fascia)
Come Donley, Price, Lyons non c’è nessuno. E se non vi dicono nulla, o comunque poco, questi nomi, sappiate che non siete soli. L’Irlanda del Nord sarebbe la migliore opzione per l’Italia, poco da fare: potrebbe metterci sulla buona strada verso una finale in cui giocarsi poi il tutto per tutto. O’Neill, commissario tecnico, ci perdoni: ma il suo 5-3-2 può stuzzicare solo la fantasia degli esterni azzurri, per cui saltare l’uomo sarà semplicemente determinante.
