Vai al contenuto

La 35ª edizione della Supercoppa Italiana, giocata allo stadio Re Fahd di Riyadh, in Arabia Saudita, ha visto l’Inter sconfiggere in maniera più che netta il Milan per 3-0, mettendo in campo una superiorità tecnica e territoriale nettissima.

Il risultato rispecchia fedelmente la prestazione superlativa della squadra nerazzurra e quella gravemente insufficiente dei rossoneri, in particolare della linea difensiva. Il duo composto da Kjaer e Tomori ha trovato difficoltà enormi nel leggere e contrastare i movimenti di Lautaro Martinez e soprattutto di Edin Dzeko, eletto miglior giocatore in campo. Al contrario, tra le file milaniste ha decisamente deluso Rafael Leao, il giocatore più atteso dopo la prova maiuscola nel derby di campionato.

I numeri di Leao e Dzeko nella finale di Supercoppa Italiana

Lo straordinario lavoro di Dzeko contro la difesa milanista

Stefano Pioli ha scelto di schierare Simon Kjaer, al rientro in difesa a fianco di Fikayo Tomori, relegando in panchina Pierre Kalulu. Scelta dovuta sia alle caratteristiche fisiche del danese, più adatto a contrastare Dzeko sulle palle alte, che alle ultime prestazioni del francese, poco soddisfacenti.

La scarsa mobilità palesata da Kjaer però è costata carissimo al Milan, dal momento che nel cercare di seguire i movimenti di una delle due punte interiste (Dzeko e Lautaro si sono scambiati molto frequentemente di posizione nell’arco della partita) lasciava scoperti spazi che Tomori non andava a chiudere con tempismo, preoccupato dagli inserimenti dei centrocampisti, e che i mediani (Tonali e Bennacer) tardavano a coprire.

I primi due gol dell’Inter sono frutto della grande intelligenza di Dzeko nello sparigliare le carte della linea difensiva del Milan. Nell’azione del primo gol infatti il bosniaco si abbassa a ricevere palla da Darmian sulla trequarti, spostandosi dalla parte di Tomori che si preoccupa maggiormente di attenderlo per evitare che punti l’area (azione che sarebbe stata maggiormente nelle corde di Lautaro) piuttosto che andare a contrastarlo. Dzeko può così trovare lo spazio per imbucare di prima per l’accorrente Barella, colpevolmente trascurato da Theo Hernandez, che può così andare a confezionare l’assist sul secondo palo per Dimarco.

Anche il secondo gol nasce grazie allo scambio di posizione tra Lautaro e Dzeko, con l’argentino che porta fuori posizione Kjaer aprendo un varco nella linea milanista in cui si inserisce Dzeko. Tomori, scottato dal gol precedente, non va a coprire quel varco preferendo prestare attenzione al possibile inserimento di Barella. Tocca a Tonali quindi cercare di chiudere sull’ingresso in area del bosniaco, ma è un tentativo inutile sia per il vantaggio ormai preso dall’interista che per la qualità del dribbling a rientrare effettuato, di difficile lettura per un giocatore che non è un difensore di ruolo.

Il lavoro di Dzeko è stato poi rimarchevole anche in fase di appoggio ai compagni durante le ripartenze della squadra nerazzurra, che è riuscita ad eludere il pressing milanista anche grazie alle sponde del centravanti bosniaco, capace di vincere praticamente tutti i duelli aerei con Tomori.

L’inconcludente partita di Rafael Leao

Se per l’Inter è stato difficile trovare un giocatore che non abbia sfoderato una prestazione eccezionale (forse solo Mkhitaryan e Skriniar hanno giocato una partita “normale”), per il Milan è difficile trovare una sufficienza.

Tatarusanu è stato sicuramente incolpevole sui gol incassati e anzi, ha fatto anche qualche parata, ma in partite del genere si nota il suo essere un portiere “vecchio stampo”, che tende sempre a chiudere l’azione quando interviene e incapace di far riprendere il gioco velocemente.

Tutto il resto della squadra ha ampiamente deluso le attese, in particolare quegli uomini che sono stati decisivi per gli ultimi successi rossoneri, Giroud e Leao. Se il centravanti francese è notoriamente un giocatore che se non servito a dovere fa fatica ad essere utile, nel caso del portoghese la delusione è tanta.

Dopo un paio di accelerazioni nel primo tempo, in cui è riuscito a saltare i primi tentativi di intervento nerazzurri per poi smarrirsi una volta entrato in area, il giocatore è completamente uscito dal gioco, isolandosi sempre più in una zona di campo in cui, complice anche la pessima serata di Theo Hernandez, era chiaro che non riuscisse più a ricevere palloni. 

Anche quando il Milan ha tentato di alzare il baricentro a inizio secondo tempo, Leao è rimasto confinato nella sua zona di campo, intestardendosi in azioni che puntualmente si sono spente una volta entrato in area. Su 5 dribbling tentati, solo 1 è andato a buon fine e ha portato ad un tiro decentrato respinto facilmente da Onana.