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La sconfitta di Udine di lunedì 8 maggio ha sancito la matematica retrocessione della Sampdoria, ma paradossalmente per i tifosi blucerchiati non è sicuramente la notizia peggiore della settimana: più passano i giorni infatti e più per la Samp sembra concretizzarsi lo spettro del fallimento.

La retrocessione appariva scontata da mesi ormai, nonostante qualche piccolo sprazzo di orgoglio mostrato in campo dagli uomini di Dejan Stankovic. Proprio a causa della situazione finanziaria della società la rosa allestita per questa stagione non è mai apparsa all’altezza, con lacune importanti in ruoli chiave, tanti giocatori di esperienza che però non hanno offerto garanzie dal punto di vista fisico e altri giovani dal rendimento naturalmente discontinuo.

Ma le partite più importanti la Samp quest’anno le sta giocando tra revisori dei conti e possibili acquirenti, e purtroppo i risultati non sembrano migliori di quelli ottenuti sul campo.

L’attuale situazione finanziaria della Samp

Entro il 20 giugno la squadra dovrà iscriversi al prossimo campionato di Serie B, e cinque giorni prima, il 15 giugno, dovranno essere consegnati alla Covisoc i documenti necessari e la fideiussione a garanzia dell’iscrizione.

Per fare ciò sono necessari più di 30 milioni di euro, per saldare tutti gli stipendi di staff e giocatori almeno fino a maggio, pagare la rata dell’Irpef e saldare vari debiti pregressi, anche di calciomercato.

Tutto questo nonostante il saldo proveniente da acquisti e cessioni dei giocatori in questa stagione abbia fatto registrare un saldo positivo di 28,6 milioni, con gli unici esborsi (circa 6 milioni) dovuti a riscatti già fissati nelle stagioni precedenti.

Tra la scorsa estate e la finestra di gennaio sono stati incassati quasi 35 milioni in cessioni varie, e altri soldi dovrebbero essere garantiti da prestiti che si concretizzeranno in riscatti a fine stagione.

Perché la Samp è sull’orlo del fallimento

I guai della Sampdoria sono iniziati quando Edoardo Garrone, figlio di Riccardo storico presidente blucerchiato, dopo la morte del padre cede la società alla simbolica cifra di un euro a Massimo Ferrero, esattamente nello stesso giorno in cui il produttore cinematografico patteggia una condanna per bancarotta fraudolenta riguardante la compagnia aerea Livingston Energy Flight.

Dopo l’iniziale idillio con la tifoseria e con tutti i media italiani, grazie alla sua personalità istrionica e ai suoi modi irriverenti, con il tempo l’apporto economico di Ferrero risulta quasi nullo e i guai giudiziari si moltiplicano.

Nel 2017 la FIGC fa decadere Ferrero dalla presidenza della Sampdoria, ma rimane comunque proprietario della società, facendo entrare di fatto la Samp in una situazione di stallo che l’ha portata fin sull’orlo del fallimento. 

Riesce a tornare alla presidenza già prima del 2018, ma nel 2019 salta la trattativa per la cessione della società ad un gruppo statunitense rappresentato dalla leggenda blucerchiata Gianluca Vialli.

Nel 2021 l’arresto di Ferrero con l’accusa di reati societari e bancarotta fraudolenta provoca le sue dimissioni da presidente, con la proprietà rimessa nelle mani di un trust che dovrebbe finalizzare la cessione della società.

I possibili scenari futuri

L’ingresso di Alessandro Barnaba e l’aumento di capitale

Ad oggi tutte le trattative sembrano naufragate e il presidente attuale, Marco Lanna (genovese, sampdoriano e tra i vincitori dello scudetto del ‘91) ha chiesto aiuto anche a Edoardo Garrone.

L’ex presidente sembrerebbe in grado di facilitare la cessione ad Alessandro Barnaba, manager italiano ex Jp Morgan e fondatore del fondo Merlyn Advisors, attualmente proprietario del Lille in Francia e già uno dei consulenti principali di Dan Friedkin nell’acquisto della Roma.

L’arrivo di Barnaba potrebbe portare ad un aumento di capitale, che di fatto “diluirebbe” le quote azionarie in possesso di Ferrero facendo in modo che lo stesso Barnaba diventi azionista di maggioranza.

La cessione della società

Ma finché Ferrero avrà voce in capitolo questa strada sembra impossibile: l’imprenditore romano vuole guadagnare qualcosa dalla cessione della Samp, anche a costo di trascinarla nel baratro.

Il commercialista di Ferrero, Gianluca Vidal, a capo del trust, ha fissato il prezzo a 40 milioni di euro: una cifra irrealistica, vista anche la situazione debitoria del club che ammonta a circa 200 milioni di euro.

L’emissione di un bond convertibile

L’alternativa potrebbe essere l’emissione di un bond, ovvero un prestito obbligazionario garantito di 35 milioni. Il nuovo investitore, Barnaba o chi per lui, presterebbe questi soldi a Ferrero ricevendo in pegno le azioni del club.

Se Ferrero non dovesse restituire poi la cifra comprensiva di interessi, perderebbe le azioni del club che rimarrebbero di proprietà dell’investitore. Ad oggi però appare altamente improbabile l’ipotesi che qualcuno sia disposto a prestare soldi a Ferrero.

Il fallimento e la Samp in Serie D

L’ultima spiaggia è quella più triste per i tifosi blucerchiati e per tutti gli amanti del calcio in genere: il fallimento della Samp. Se dopo il 6 giugno qualsiasi creditore avanzerà istanza di fallimento, dal momento che Ferrero non possiede la liquidità per saldare i debiti del club, il Tribunale metterebbe all’asta la società, con il titolo sportivo che tornerebbe alla FIGC.

A quel punto una nuova proprietà potrebbe assicurarsi il club con poche migliaia di euro e fare richiesta per riottenere il titolo sportivo, ripartendo dalla Serie D in attesa di recuperare nome, simboli e trofei al termine dell’iter fallimentare.

Purtroppo sembra di vivere nuovamente quanto accaduto nel 2019 con il Parma, altra società trascinata tra i dilettanti dalla malagestione e dai mancati controlli sui vertici. Se per la Samp si dovesse concretizzare il fallimento sentiremo nuovamente le varie voci dei vertici della Federazione a promettere che situazioni simili non si verificheranno in futuro? Con quale credibilità?