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L’11ª giornata di Serie A ci ha offerto numerosi spunti di riflessione riguardo le squadre di alta classifica, dalla convincente vittoria dell’Inter a Bergamo a quella della Juve a Firenze, vero e proprio manifesto dell’”Allegrismo” più spinto, fino alla preoccupante debacle interna del Milan contro l’Udinese e al derby campano vinto dal Napoli.

Nel mentre, le squadre romane si apprestano ad affrontarsi nel derby con umori opposti: esaltata dalla rimonta con il Lecce la Roma, depressa dalla sconfitta contro il Bologna la Lazio.

Il Bologna di Thiago Motta è la sorpresa più grande della stagione

E forse, ancor più che la vittoria dell’Udinese a Milano (che da parte friulana bisogna attendere per capire se si tratta di un exploit isolato o meno), uno dei risultati più sorprendenti della giornata è stato proprio il successo del Bologna.

Si tratta del 10° risultato utile consecutivo per Thiago Motta, l’11° contando anche la Coppa Italia: non perde dalla prima giornata contro il Milan e ha incassato solo 8 reti finora, la seconda miglior difesa del campionato alle spalle delle prime due in classifica, Inter e Juventus.

Si tratta però di una squadra ben diversa dalla Juventus di Allegri: il gioco di Thiago Motta è fatto sì di attenzione e organizzazione difensiva, ma anche di possesso palla e di un’efficace costruzione della manovra offensiva.

I gol segnati ancora non sono molti in relazione alla mole di gioco creata, ma il Bologna, che sia in vantaggio o in svantaggio, cerca sempre di mantenere l’iniziativa e il controllo della sfera. Una squadra che pratica un calcio maturo, che deve crescere ancora (se Joshua Zirkzee avesse anche l’istinto da finalizzatore probabilmente sarebbe ancora al Bayern Monaco…) ma che non sfigura certamente in mezzo alle squadre in lotta per l’Europa.

Ad oggi sarebbe qualificata per la Conference League, vedremo come finirà…

Raffaele Palladino e un Monza che cresce, fa risultati e valorizza giocatori

Alle spalle del Bologna non sono tanto le due romane a fare la voce grossa, nonostante il valore dei propri giocatori che permette per esempio ad una Roma sempre poco convincente come gioco di riuscire a raddrizzare una partita contro il Lecce che stava prendendo una brutta piega.

È il Monza di Raffaele Palladino che sembra lanciato verso una rincorsa alle posizioni più nobili: l’inappellabile vittoria contro il Verona è la 3ª nelle ultime 5 partite. Finora la squadra brianzola ha perso punti solo contro squadre di livello superiore (Inter, Atalanta e Roma, tutte in trasferta) e partita dopo partita sta trovando un assetto sempre più solido, grazie anche alla crescita costante di molti giocatori.

Il Flaco” Colpani si era già ritagliato uno spazio importante nella scorsa stagione, ma in questo campionato si sta distinguendo come uno dei migliori centrocampisti offensivi del campionato: 5 gol, 1 assist e un’intelligenza e un tempismo negli inserimenti che al momento non ha eguali in Serie A.

Contro il Verona poi c’è stata la consacrazione di Lorenzo Colombo: doppietta (con il secondo gol in particolare di pregevolissima fattura) e una gara in cui è stato un pericolo costante per la difesa scaligera. È il primo italiano classe 2002 a mettere a segno una marcatura multipla in Serie A, e sappiamo quale sia la fame di centravanti di livello in maglia azzurra. Non ha voluto fare il vice-Giroud al Milan (e per i rossoneri è forse già un rimpianto) perché voleva spazio per giocare e crescere: Palladino glielo l’ha dato con profitto, e se dovesse tornare al Milan l’anno prossimo forse non sarà per un ruolo da comprimario.

In porta Michele Di Gregorio si conferma un portiere di altissimo livello, dopo che l’anno scorso ha costretto in panchina per tutta la stagione Alessio Cragno, arrivato a Monza come portiere della Nazionale. La percentuale di parate che ha fatto registrare è un dato che va associato alla sicurezza e alla leadership che mette in campo: a 26 anni è nel momento in cui un portiere entra nella fase centrale della carriera, ed in questo momento sembra pronto per una dimensione europea.

Ma nel Monza ci sono tanti altri giocatori che hanno ampi margini di miglioramento e che un po’ alla volta stanno emergendo: Samuele Vignato, Valentin Carboni, Samuele Birindelli, Warren Bondo… L’impressione è che questo Monza abbia ancora tante carte da giocare nel proseguio della stagione.

Claudio Ranieri e un Cagliari che ci crede e lotta

L’inizio di campionato del Cagliari è stato francamente pessimo. Ma mano a mano che stava recuperando giocatori, quella vecchia volpe della panchina che è Claudio Ranieri ha predicato calma all’esterno, ma all’interno dello spogliatoio è riuscito ad accendere un fuoco infernale nel cuore dei suoi giocatori.

Dopo la clamorosa rimonta contro il Frosinone e la vittoria di Coppa Italia ai supplementari contro l’Udinese, i sardi hanno vinto anche contro il Genoa con una prestazione che non può che far salire la fiducia nelle possibilità di salvezza: grinta, ferocia su ogni pallone, intensità e volontà di ottenere il risultato. 

Quel mite gentiluomo che vediamo in piedi a bordo campo con lo sguardo perplesso per buona parte della gara e che a fine partite chiacchiera amabilmente con i giornalisti come se fosse l’organizzatore del torneo di bridge del circolo della terza età è riuscito a infondere una fame di vittoria nei suoi ragazzi, scesi in campo con la volontà di azzannare ogni pallone. Giocatori che sembravano ormai a fine corsa e inadeguati per la Serie A come Nicolas Viola sono apparsi rigenerati, dal punto di vista mentale ancor prima che fisico. 

Contro il Genoa la squadra ha lottato, è andata in rete, è stata ripresa ed è stata quindi capace di riacciuffare nuovamente il vantaggio: il paradigma di una prestazione da salvezza contro una diretta concorrente. Se Ranieri riuscirà a tenere acceso questo fuoco fino a fine campionato, compirà l’ennesima (l’ultima?) impresa della sua carriera.