Dodici giornate, novembre che sta per andar via, e il campionato che resta però così come appare: incerto, particolare, con una nuova capolista e nessuno che l’aveva immaginata lassù a inizio anno. Cioè: ecco la Roma, a quota 27, a più 2 sul Milan e sul Napoli, a 3 lunghezze dall’Inter e dal Bologna, mentre la Juve dista addirittura e già 7 punti. Sarà bellissimo. E complicatissimo.
Intanto, onore a Gasp, con una certezza di fondo: questa squadra può davvero e soltanto migliorare. I giallorossi hanno la miglior difesa (presi solamente 6 gol) e stanno ritrovando continuità offensiva. Perso Dovbyk per infortunio, ha segnato Ferguson. E magari troverà continuità.
1) Max vince il primo round
L’eroe di questa giornata resta però Massimiliano Allegri: il tecnico rossonero si è tolto una gran bella soddisfazione, portando a casa – con tanto di sorriso finale, stile Joker – il primo derby dell’anno contro un’Inter che non è dispiaciuta, che non è sembrata soccombere. Che semplicemente è stata intrappolata nella ragnatela milanista: una gara di enorme sofferenza per la squadra di Max, brava a trovare il grimaldello con Pulisic su aiutino di Sommer. Si vince anche così. A volte solamente così.
25 punti dopo 12 partite, esattamente come i campioni d’Italia del Napoli. Inutile aggiungerlo, però è comunque importante farlo: il Milan non ha le coppe. E fino alla fine potrà sfruttare una rosa che si sta ritrovando e sta dando il massimo. Rabiot è stato probabilmente il colpo più importante di tutti.
2) Il relax è la virtù del Napoli
Il colpo più importante per il Napoli è stato invece tornare alla vittoria. Gli azzurri si sono riscoperti forti, ma ancor di più compatti. Mettiamola così: una settimana senza Conte ha avuto gli effetti immaginati, innanzitutto dal tecnico. Così, la classifica si è aggiustata, la sterzata è stata servita e la minaccia… ha minacciato. Nel senso: la squadra si è mostrata al fianco dell’allenatore e ora la prova della continuità è l’unica da superare. Non sarà facile, ma non è nemmeno impossibile.
La sensazione è che gli azzurri proveranno a cambiare la rotta anche in Europa, ma non si dispererebbero se ciò non dovesse capitare. Uniti, si andrà verso il grande cruccio di inizio stagione: confermarsi campioni d’Italia. Non è mai successo nella storia del Napoli.
3) Juve, perché non cambi?
Sì, è successo e più volte nella storia della Juve, ma quegli anni sembrano così lontani che adesso ci si chiede quando e come la Vecchia Signora tornerà agli antichi splendori. Va così, ultimamente, a Torino. E va che c’è tanta, troppa impazienza, oltre che paura di restare fuori dal giro. Del resto, davanti corrono tutte tranne la squadra bianconera. Che si è fermata a Firenze, che ha raccolto il terzo pareggio consecutivo, che deve aggiustare sia Serie A che Champions.
In bocca al lupo a Spalletti, insomma. Il prossimo passo sarà di quelli impattanti: l’obiettivo è passare a una difesa a 4 e rendere più fluida questa Juve. Il bandolo della matassa potrebbe essere quello. O almeno vale la pena tentare.
4) Bologna e Roma hanno un’altra fame
Non solo la Roma, a sorprendere. Il Bologna sta di nuovo trovando una continuità straordinaria. I numeri dopo 12 partite di campionato: sette vittorie, tre pareggi, due sconfitte. Appena otto gol subiti (seconda miglior difesa) con ventuno fatti, che è il secondo miglior attacco. Di cosa si vuol parlare? Di Vincenzo Italiano, tanto per iniziare. Il tecnico sta dimostrando una capacità rara di adattarsi a giocatori, situazioni, obiettivi. Tanta roba.
E altrettanta, o forse di più, ne ha dimostrata la Roma. Gasp non solo ha rivitalizzato un gruppo che sembrava arrancare – sebbene con Claudio Ranieri in panchina avesse già cambiato marcia -, ma ha dato semplicità e si è preso la risposta convinta della squadra. Qualcuno, proprio a Torino, avrà più di qualche rimpianto.
5) Dietro è già bagarre
Dopo 12 partite, restano solamente due squadre a non aver vinto una gara: sono Fiorentina e Verona, entrambe a quota 6 punti. Se Vanoli ha impattato con un paio di pareggi, Zanetti a Verona resiste nonostante le contestazioni. Nell’ultima gara la vittoria è stata vicina, ma poi il Parma ha rimontato. E la sensazione, ora più viva, è che la salvezza se la giocheranno esattamente quelle squadre lì, quelle dal quattordicesimo al ventesimo posto.
Si parte dal Cagliari, come il Parma a quota 11. E si arriva appunto all’Hellas e alla Viola. Nel mezzo: un Pisa rivitalizzato (7 pareggi in 12 partite), il Lecce a 10 e il Genoa di De Rossi, reduce da tre partite senza sconfitte e un impatto decisamente interessante. Staremo a vedere.

