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Buona la prima per il neoallenatore della Roma, Daniele De Rossi. In un Olimpico sold out, ma in aperta polemica con la proprietà dopo la cacciata dello Special One, la Roma passa 2 a 1 contro il Verona, non senza brividi, e sentimenti contrastanti. Ebbene sì, i tifosi giallorossi sono stati vittima di un’altalena di emozioni che oscillava tra l’esonero di Josè Mourinho e l’arrivo in panchina della bandiera giallorossa. Infatti, martedì scorso, in casa Roma, c’è stato un vero e proprio terremoto. Dopo l’eliminazione dalla Coppa Italia nel derby con la Lazio e la sconfitta in campionato contro il Milan, il club giallorosso ha deciso di esonerare il tecnico portoghese chiamando al suo posto Daniele De Rossi.

La prima volta non si scorda mai

Ci sono prime volte e prime volte dato che si può giocare 18 anni con la stessa maglia e provare ancora l’emozione dell’esordio. È proprio quello che è successo al neoallenatore giallorosso, infatti, sabato 20 gennaio sarà un giorno da ricordare per lui, non solo per l’esordio in panchina con la sua squadra del cuore ma anche perché questo coincide con la sua prima vittoria.

La squadra, infatti, lo ripaga con la vittoria, la terza nell’ultimo mese per la Roma, che prova a voltare pagina dopo un girone d’andata chiuso malamente. Sulla strada dei giallorossi c’è stato l’Hellas Verona, dimezzato dal mercato e in lotta perenne per la retrocessione. Nella prima parte di gara, a El Shaarawy basta poco per scardinare la difesa veronese con il doppio assist, prima a Lukaku e poi a Pellegrini per l’uno e due a zero giallorosso. Nella ripresa, invece, il Verona approfitta di una Roma appagata, riuscendo ad accorciare negli ultimi minuti con la rete di Folorunsho e l’errore di Rui Patricio. Ma la squadra di Baroni ci aveva già provato prima in altre due circostanze vedendosi annullare il 2 a 1 per fallo su Karsdorp e poi sbagliando il rigore con Djuric. Al triplice fischio, però, sono i giallorossi ad esultare, con De Rossi, già immedesimato pienamente nel suo ruolo, che ha portato la squadra sotto la Curva Sud per salutare i tifosi.

L’altalena di emozioni

È stata una vera e propria altalena di emozioni quella vissuta dai tifosi romanisti nella partita di sabato. Oscillava tra la contestazione a squadra e proprietà e messaggi d’amore per il neotecnico giallorosso. Perché agli applausi e all’affetto verso l’ex capitano, oggi in panchina, ha fatto da contraltare il malumore cresciuto nelle ultime settimane per i risultati ottenuti, o per meglio dire “quelli non ottenuti”, l’atteggiamento delle ultime partite di “Pellegrini e compagni” e, per ultimo ma non ultimo, l’esonero dell’allenatore portoghese Josè Mourinho.

“Non abbiamo mai preteso trofei e allori, ma solo rispetto per quella maglia e i suoi valori. Onorate la Roma e lottate per la sua gente”, così lo striscione apparso in Curva Sud nei confronti dei loro beniamini, colpevoli nelle ultime settimane di non aver mostrato i denti nel rettangolo da gioco.

Mentre diversi sono stati quelli per Mourinho. “Hai difeso la nostra Roma, ci hai portato alla vittoria, José eterna gloria” oppure “ci sono ricordi che non hanno contratti. Le corse e i sorrisi che ci hai regalato, tutte le volte che ti sei schierato, per il tuo romanismo sarai sempre rispettato. Grazie mister“, sempre in Curva Sud.

Non dev’esser stato per niente facile per i tifosi giallorossi salutare il proprio condottiero, colui che è sceso in battaglia con e, soprattutto, per loro. Ci ha messo sempre la faccia per difendere la Roma come farebbe un cavaliere con la propria principessa. Ma purtroppo non siamo nelle favole e bisogna scontrarsi con la triste realtà. Forse la squadra aveva bisogno di una scossa concreta per cercare di rialzare la testa dopo questo periodo negativo ma l’esonero è stato un fulmine a ciel sereno. I tifosi romanisti perdono il loro leader, a brucia pelo, strappato via dall’oggi al domani, un allenatore che è stato in grado di portare nella capitale un trofeo europeo e regalare ai tifosi momenti indelebili e storie degne di essere raccontate ai propri nipoti.

D’altro canto, proprio dove sedeva Josè, è arrivato, con grande umiltà, un’allenatore che ha tutte le carte in regola per diventare un grande tecnico. Nel bel mezzo della tempesta ecco uno spiraglio di luce: Daniele De Rossi.

Chi ben comincia è a metà dell’opera

 “E’ stato piacevole il ritorno, ma c’era anche tensione perché c’è un grande lavoro da fare. Non potrei esser più contento oggi”, ha detto Daniele De Rossi. “La seconda carriera nella Roma mi è stata donata. Ora sulle mie spalle c’è l’amore di questa gente. Era giusto salutarli per il benvenuto. Giocando meglio il secondo tempo avremmo trasformato i fischi in applausi. Dobbiamo essere comunque contenti e ricreare entusiasmo. Anche soffrendo la squadra ha lottato, ha dimostrato di tenerci”.

La vittoria con il Verona porta ossigeno alla classifica è vero, ma non cancella di colpo i problemi: la condizione fisica, la qualità e la completezza della rosa. Ci vuole tempo, sacrificio e duro lavoro, e di questo Daniele De Rossi ne è consapevole. “Testa bassa e pedalare” perché si, chi ben comincia è a metà dell’opera ma poi bisogna saper dare continuità ai risultati, che è stato il grande problema della squadra negli ultimi mesi.