Mettiamola così: debuttare contro i campioni d’Europa non dev’essere proprio il massimo della vita. Soprattutto se sei all’inizio di un percorso, come l’Atalanta. La Dea è di scena al Parco dei Principi nella sua nuova versione, quella che guiderà Juric, e alla fine Parigi val bene un test di livello assoluto. L’obiettivo? Arrivare a capire quale possa essere realmente il percorso dei nerazzurri, che fino a questo punto sono comunque alla ricerca di una propria identità.
Dall’altra parte, inevitabilmente, il confronto sarà con i più forti d’Europa. Il ricordo della finale di Monaco di Baviera è scritto nelle stelle: qualcuno ogni tanto lo riprende e ci trova dei messaggi pure per quest’edizione europea. Saranno loro, quelli da battere. Sarà la squadra di Luis Enrique, quella da prendere come esempio.
Le probabili scelte
Si riparte dal 4-2-3-1 che sta dando grandi soddisfazioni al tecnico catalano. Con una base di partenza tutt’altro che scontata: da una parte infatti non ci saranno né Dembelé e nemmeno Doué, i migliori della passata stagione, dall’altra c’è – eccome – chi saprà sostituirli. E allora, con Chevalier tra i pali, che sta già facendo di tutto per non far rimpiangere Donnarumma, la difesa si comporrà con la corsa di Hakimi e quella di Mendes ai due lati, Marquinhos e Pacho come coppia di centrali. Vitinha e Neves sono i due in mezzo al campo, a supporto dell’attacco invece Fabian Ruiz con Barcola e Kvaratskhelia. Mentre Gonçalo Ramos sarà il centravanti di riferimento.
Per l’Atalanta, ecco il 3-4-2-1 che t’aspetti. Carnesecchi in porta con Scalvini e Djimsiti braccetti e Hien in mezzo alla difesa. Bellanova e Zalewski giocheranno sugli esterni, Pasalic e De Roon in mezzo. De Ketelaere a supporto di Scamacca con l’aiuto di Daniel Maldini. Niente da fare per Lookman, che un anno fa avrebbe giocato ben volentieri per i parigini: poi il litigio, il reintegro, la redenzione. Quest’estate è accaduto lo stesso per le sirene interiste, ma Juric non ha aperto la porta.
Chi tenere d’occhio
Andando a vedere la formazione del Paris, si farebbe prima a dire chi non tenere d’occhio. E si farebbe comunque fatica. La partita può disputarsi però principalmente sugli esterni, soprattutto con l’assenza di un fantasista come Doué. Hakimi sarà inevitabilmente un fattore e toccherà a Zalewski provare a frenarlo, dall’altra parte Mendes ha dimostrato di essere formidabile e lo scontro con Bellanova sembra impari.
La Dea però può far male sulle palle alte, sulla fisicità, sulla presenza. Serve una notte magica di Charles De Ketelaere, l’unico forse in grado di dare davvero brio ai nerazzurri. E magari Scamacca può tornare anche lui a brillare, dando un segnale forte pure in ottica Nazionale. A volte non ci sono occasioni migliori: non c’è l’obbligo di risultato, non contro i campioni d’Europa.
Prospettive nella League Phase
Naturalmente, e specialmente dopo le difficoltà di un anno fa, il Paris vuole partire subito forte. Ma l’urna non è stata affatto d’aiuto. Dopo l’Atalanta, i francesi giocheranno a Barcellona, poi a Leverkusen, quindi in casa con il Bayern Monaco e di nuovo tra le mura amiche con il Tottenham, prima di andare al San Mamés con l’Athletic Bilbao. Sporting e Newcastle chiuderanno le prime otto giornate: non esattamente passeggiate salutari, ecco.
Per l’Atalanta c’è invece il Brugge, con lo Slavia Praga e poi va a Marsiglia. Di sicuro, l’approccio è ben più soft, anche perché prima della super sfida in casa contro il Chelsea c’è l’Eintracht di Francoforte, che non è una corazzata. Si chiude con Bilbao e Union Saint-Gilloise. Sì, si può fare. Almeno per i playoff.


