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Nella prima giornata del girone di ritorno di Serie A c’è stato il derby campano ad aprire le danze. Una partita da cardiopalma soprattutto nel finale dove il difensore azzurro Rrahmani, ha trovato il goal dei tre punti. I partenopei hanno battuto 2 a 1 l’ultima della classe, la Salernitana, in una partita che ha visto il Napoli esprimere veramente poco calcio e che, forse, doveva finire in pareggio.

Ma con i se e con i ma non si va da nessuna parte e così la squadra di Mazzarri scaccia gli scheletri dall’armadio e dorme “relativamente” sonni tranquilli interrompendo la striscia di match senza vittorie, rientrando momentaneamente nella zona Europa.

Il match

Partita chiara sin da subito, la squadra di Pippo Inzaghi dietro la linea della palla e pronta a stendere i partenopei in contropiede mentre il Napoli prova ad attaccare, soprattutto, nel primo tempo non riuscendo a trovare gli spazi per colpire. Così al ventottesimo Candreva riceve il pallone, dopo un’offensiva sviluppata sulla destra, e fa partire un tiro a giro che manda il pallone in rete, infilandosi sotto l’incrocio dei pali. Un gran goal del fuoriclasse granata.

Il Napoli tenta subito di reagire e Mazzarri dà indicazioni a Gaetano e Cajuste di piazzarsi più vicini all’area di rigore in modo da poter affiancare Kvaratskhelia a Simeone e non lasciare troppo isolato l’argentino. E così, nel recupero del primo tempo, il Napoli trova il gol del pareggio. Simeone si lancia sul pallone che gli arriva da destra e Fazio gli colpisce la gamba destra. L’arbitro Marinelli, viene richiamato dal Var e, dopo aver controllato il video, concede il calcio di rigore trasformato in un clima surreale dal giocatore più decisivo di quest’annata azzurra, Matteo Politano.

Nella ripresa Mazzarri tenta di dare maggiore incisività all’attacco e manda in campo Raspadori al posto di Gaetano. Il tema tattico della gara, tuttavia, non cambia di una virgola. L’unica nota positiva per il gioco del Napoli è la crescita di Kvaratskhelia. Il problema, però, per gli azzurri è quello di non riuscire a creare molto, e nel finale di gara dagli spalti si levano cori di contestazione indirizzati alla squadra e alla società da parte dei tifosi delusi dall’ennesima prestazione incolore dei Campioni d’Italia. Ma il raggio di sole in piena tempesta arriva nell’assalto finale, al 50esimo della ripresa si crea una mischia nell’area di rigore della Salernitana e Rrahmani si trova al posto giusto al momento giusto infilando il pallone in rete.

Quando il gioco si fa duro

Che fosse un inverno caldo ormai era scontato, ma pensare che a Napoli si respirasse questo clima così bollente era impensabile. Infatti, a scaldare subito gli animi, complice la metà stagione al di sotto di ogni aspettativa, ci sono stati i tifosi che prima del fischio d’inizio hanno esposto uno striscione emblematico rivolto ai lori beniamini: “Chi non se la sente ci saluti con dignità. Vogliamo solo chi ha orgoglio, ambizione e rispetto per la città“. In questo contesto la squadra di Mazzarri ha dovuto farsi largo.

L’eroe che non ti aspetti è sicuramente Amir Rrahmani, ma quello che, forse, si da per scontato e che, invece, dovrebbe essere assoluto protagonista è Matteo Politano. Ebbene sì, perché la palla del rigore dell’ipotetico pareggio scottava, e come se scottava. Il Napoli riesce a guardare oltre questo periodo negativo anche grazie a colui che è riuscito a scacciare i demoni delle quattro partite senza segnare e, soprattutto, delle 3 sconfitte nelle ultime quattro. Ochoa ha azzeccato l’angolo, ma il rigore è stato perfetto. Esecuzione magistrale, da vero campione.

I numeri di Politano fin qui

Matteo Politano sta vivendo la sua migliore stagione da quando è a Napoli: a confermarlo, i numeri dell’attaccante, che ha già battuto lo score personale della stagione scudettata. Infatti, fin qui ha segnato sei gol, uno in meno di Osimhen (sette) per cui la rete è un’abitudine, due in più di Kvaratskhelia e dei suoi quattro goal complessivi della scorsa stagione ma in tutte le competizioni e in 37 presenze. Basta questo dato ad esaltare l’annata di Politano.

Vorrei giocare e segnare di più”. Così a Dimaro recitava l’ex Sassuolo e Inter quest’estate. Per anni aveva vissuto accanto al collega di ruolo, Lozano. Sarà un caso, o forse no, ma con l’addio del messicano, partito a fine mercato, Politano ha avvertito il peso di una nuova responsabilità, è stato promosso a titolare senza ombre della fascia destra e ha saputo come ripagare prima la stima di Garcia e, ora, quella di Mazzarri.

Così in una stagione che non vede brillare né Kvaratskhelia né Osimhen, Politano sta diventando un leader silenzioso di questo Napoli pieno di difficoltà e con poche certezze.