Vai al contenuto

Con la vittoria in quel di Brescia, il Parma si è aggiudicato il titolo di Campione d’Inverno della Serie B, chiudendo il girone di andata in vetta con sei punti di distacco dalle seconde (Venezia e Brescia).

Un titolo puramente virtuale, certamente, che però negli ultimi dieci anni ha quasi sempre decretato anche il verdetto finale, con la promozione nella massima serie.

La situazione in campionato dopo il girone di andata

Che il campionato cadetto sia un torneo particolarmente lungo, difficile e generalmente equilibrato, non lo scopriamo certo ora, ma in questa stagione davvero sembra che le sorprese non finiscano mai.

Persino le outsiders come Feralpisalò e Lecco, sono ormai compagini in grado di fare risultato contro squadre anche più blasonate, tanto che la classifica della parte destra è in continuo divenire e i gap tra zona playoff e zona playout non è mai stato così ravvicinato.

Ma se a lottare per tenersi a galla dalla zona rossa sono anche squadre partite sulla carta con ben altri obiettivi (dalla Sampdoria al Bari, passando per lo Spezia addirittura penultimo al momento), la battaglia per la promozione passa inesorabilmente per quella che è risultata essere la favorita: il Parma.

I Ducali sono stati praticamente gli unici in vetta a mantenere un percorso costante ed equilibrato, mentre tutte le altre sono andate piuttosto a sprazzi. Si spiegano così i sei punti di distacco da Venezia e Como, con Cremonese e Palermo ancora in piena corsa nonostante un percorso pieno di ostacoli (interni più che altro). Al pari delle sorprese Cittadella (che però con due finali playoff non è poi tanto sorprendente ormai) e Catanzaro (ora però in discesa con tre sconfitte di fila).

Campioni d’Inverno: la cabala dice che è quasi promozione

Ma a dare manforte ai tifosi giallo blu non c’è solo una classifica vantaggiosa e un gioco soddisfacente. Sono i numeri infatti, a dire quanto questo titolo di “Campione d’Inverno” valga spesso già un pezzetto di promozione (con tutti gli scongiuri possibili per i tifosi, ovviamente).

In tutti gli anni duemila, da quando sono disponibili tre promozioni dalla serie cadetta (dal 2004), soltanto 3 volte su 19 la squadra che ha chiuso l’andata in vetta, non è poi riuscita a ottenere il passaggio in Serie A, quasi sempre confermandosi prima anche a fine stagione.

StagioneCam. InvernoPos. FinalePromosse
2005Genoa*Empoli – Treviso – Ascoli
2006MantovaAtalanta – Catania – Torino
2007JuventusJuventus – Napoli – Genoa
2008Chievo – Bologna1° – 2°Chievo – Bologna – Lecce
2009LivornoBari – Parma – Livorno
2010LecceLecce – Cesena – Brescia
2011AtalantaAtalanta – Siena – Novara
2012TorinoPescara – Torino – Sampdoria
2013SassuoloSassuolo – Verona- Livorno
2014PalermoPalermo – Empoli – Cesena
2015CarpiCarpi – Frosinone – Bologna
2016CagliariCagliari – Crotone – Pescara
2017VeronaSpal – Verona – Benevento
2018PalermoEmpoli – Parma – Frosinone
2019BresciaBrescia – Lecce – Verona
2020BeneventoBenevento – Crotone – Spezia
2021EmpoliEmpoli – Salernitana – Venezia
2022PisaLecce – Cremonese – Monza
2023FrosinoneFrosinone – Genoa – Cagliari

Le conferme della regola: chi è primo resta primo

Una regola che ha visto in ben 13 occasioni la squadra Campione d’Inverno, chiudere in vetta anche al termine del campionato. Ha cominciato il Genoa nel 2004/05 (poi però retrocesso in ultima posizione per motivi giudiziari), proseguendo con l’anno della Juventus, e poi Chievo, Lecce, Atalanta.

Si sono confermate a metà e a fine anno anche il Sassuolo, il Palermo, il Carpi e il Cagliari, e nei campionati più recenti è toccato al Brescia, al Benevento, all’Empoli e al Frosinone proprio la stagione scorsa.

Cavalcate trionfali che dimostrano quasi sempre come chi ha trovato l’alchimia giusta in inverno, è poi riuscito a mantenerlafino alla fine.

Le eccezioni che confermano la regola

Le rare eccezioni alla regola hanno comunque storie interessanti da raccontare. Oltre al Genoa che come abbiamo visto non ha centrato la promozione per motivi totalmente avulsi al campo, l’anno successivo è toccato al Mantova chiudere nettamente al comando l’andata. Da squadra neopromossa, quel risultato fu già un mezzo miracolo di Domenico di Carlo, capace comunque di portare la sua squadra a novanta minuti dalla Serie A, che sono poi diventati 120 con tanto di beffa, visto che nello spareggio playoff contro il Torino il Mantova aveva vinto l’andata per 4-2 in casa, mentre è bastato il 2-0 in casa Granata per portare le squadre all’extra time e chiudere sul 3-1 finale che ha promosso i piemontesi che avevano chiuso la stagione al terzo posto.

Discorso complicato anche per il Palermo del 2017-18, appena retrocesso dalla serie maggiore e con un Zamparini in piena crisi societaria. I siciliani riescono comunque a imbastire una squadra pronta per l’immediata promozione, ma dopo aver chiuso primi all’andata vengono risucchiati nella bagarre finale per i primi due posti, con tanto di allenatore Tedino esonerato ad appena quattro giornate dal termine. Il passaggio a Stellone si rivelerà poi fatale, con i rosanero che chiuderanno quarti ad appena un punto dal secondo posto, per poi perdere la finale di playoff contro il Frosinone, che ribalta per 2-0 al ritorno in casa il 2-1 subito a Palermo.

L’ultimo esempio mancato è quello del Pisa di due anni fa. Il girone di andata dei toscani fu però un vero e proprio miracolo di Luca D’Angelo, che cede però subito la prima posizione per poi centrare comunque un terzo posto finale utile per i playoff. Finalissima raggiunta contro il Monza, che ha la meglio solo ai supplementari del ritorno giocato a Pisa vincendo per 4-3 e conquistando la sua prima storica promozione in A.

Ora tocca al Parma

I Crociati hanno tutto in questa stagione, per puntare quindi alla promozione. Una rosa altamente competitiva in ogni reparto con qualche elemento di spicco anche futuribile (da Bernabè a Benedyczak, passando per Bonny o Man, tutti ventenni di grande talento), un allenatore esperto e affidabile come Fabio Pecchia (che ha già centrato l’obiettivo promozione con la Cremonese appena due anni or sono) e tutta la voglia di tornare a quel campionato lasciato per tutta una serie di vicissitudini.

Un riscatto che passa al momento anche per numeri che vedono il Parma come miglior attacco della serie cadetta (37 reti all’attivo), seconda miglior difesa (17 reti subite) e prima come minor numero di tiri concessi agli avversari (47). Insomma al di là della “cabala”, se davvero chiuderà la stagione nei primi due posti, il merito sarà soltanto del gioco.