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Cittadella è un piccolo comune italiano in provincia di Padova, con qualcosa come circa ventimila anime, tutte con un cuore che pulsa per una squadra dai colori Granata che da qualche anno sta facendo vivere una lunga favola, con un finale ancora tutto da scrivere, specie in questa stagione, dove dopo sei vittorie in sette giornate, la “Cenerentola” è tornata a volare tra le prime della classe.

50 anni di storia: da “Cenerentola” a protagonista

La squadra di calcio di Cittadella, nasce nel 1973 ma è solo al varcare degli anni duemila che diventa Associazione Sportiva Cittadella Padova trovando al contempo la sua prima promozione nella serie cadetta.

I Granata sono solo un piccolo comune del Veneto, con meno abitanti di quanto uno stadio possa contenere, e anche la squadra non è in quel momento pronta a competere con le altre realtà più consolidate.

La “Cenerentola” è di nome e di fatto una società ancora acerba per la Serie B, tanto che la sua prima esperienza dura appena due stagioni, per poi rinvigorirsi e farsi le ossa in Serie C.

Anche la seconda esperienza dopo la promozione nel 2008 è difficoltosa: 17° posto con una salvezza miracolosa, poi sei anni di sofferenze nelle zone basse e infine la nuova retrocessione. Ma come si dice, è tutta esperienza.

Ecco infatti che la permanenza in Lega Pro dura solo una stagione, prima di riaffacciarsi in Serie B con uno spirito completamente nuovo, che porta la squadra a qualificarsi costantemente ai playoff, arrivando nel 2019 addirittura alla finalissima contro il Venezia.

A un passo dal record

In quell’annata (quasi) trionfale, i veneti partono come sempre da outsiders, ma si conquistano prima un settimo posto in classifica, e poi la finale dei playoff eliminando prima lo Spezia e poi il Benevento (con un perentorio 0-3 in trasferta).

La finale di andata è così una festa per il Cittadella, che si impone per 2-0 contro il più quotato Verona e prenota un posto addirittura nella massima serie.

Una promozione che sarebbe anche uno storico record, non solo per la società, ovviamente, che mai ha frequentato palcoscenici di quel tipo, ma anche per il calcio italiano: con l’eccezione del Chievo (che era però un semplice quartiere di Verona), nessun comune con così pochi abitanti era mai riuscito a varcare i confini della Serie A (l’esempio più lontano fu la Novese nel 1922, quando contava circa 28.000 abitanti, ma era chiaramente un’altra epoca).

Il 2 Giugno al Bentegodi, la partita di ritorno è quindi un qualcosa di storico. Lo sarà però solo per i gialloblu, che vinceranno il derby per 3-0 con le reti di Zaccagni, Di Carmine e quella decisiva di Laribi a cinque minuti dal termine.

Per la Cenerentola, il risveglio arriva così ben prima di mezzanotte.

La consacrazione dei protagonisti

La sconfitta, però, non rompe l’incantesimo dei Granata, che ripartono esattamente da dove erano arrivati qualificandosi per i play off anche nelle due stagioni successive e conquistando un altro “Match Ball” per la Serie A nel 2020/21.

A guidare la squadra c’è sempre lui, Roberto Venturato, ormai condottiero ufficiale di questo ciclo entusiasmante, con al suo seguito una squadra di “operai” fatta di tanta corsa e una fase difensiva estremamente attenta (sarà la terza miglior difesa alla fine).

Se in campionato sarà Gargiulo il suo miglior marcatore (con però appena 8 reti), nei playoff è Proia a prendere le redini dell’attacco, piazzando sia il gol che elimina il Brescia nel primo turno, sia quello della speranza nella finale contro il Venezia.

Andando per ordine, dopo aver eliminato le Rondinelle è il Monza a cedere alla tripletta di Baldini al Tombolato (3-0), che porta così a un’altra finale/derby da giocare contro i lagunari. L’andata sembra già spezzare il sogno, con il Venezia che vince 0-1 in trasferta ed è pronta a festeggiare al Penzo.

Proprio Proia però, porta in vantaggio il Cittadella che vuole giocarsi al meglio le sue carte, ma deve fare i conti anche con un destino beffardo: al 93° Bocalon pareggia e fa volare i neroverdi in Serie A. Per i Granata, una seconda delusione che potrebbe mettere tutto a rischio.

Gorini prende le redini

Sulla panchina in quel campionato, insieme a Venturato sedeva anche Edoardo Gorini, che nel Cittadella è stato prima capitano in campo, poi collaboratore tecnico, infine Vice dello stesso Venturato.

Dopo quella finale però, la società decide di affidare proprio a lui le redini della prima squadra, pronta a ricostruire un nuovo ciclo vincente.

La sua stagione d’esordio non è allo stesso livello, complici anche le cessioni di alcuni elementi importanti della squadra, compreso Federico Proia. Sarà un undicesimo posto piuttosto asettico alla fine.

Nella scorsa, invece, esattamente un anno fa la squadra era sull’orlo della crisi, con un penultimo posto che sembrava decretare la parola fine alla “favola” del Cittadella.

Proprio in quel momento, la società compie una scelta che si rivelerà importante e decisiva, confermando Gorini al comando. E l’allenatore ripagherà la fiducia prima salvando la squadra (15° al termine della scorsa stagione) e poi rilanciandosi in questa, nonostante l’ennesima rivoluzione di mercato.

Il record di vittorie

Così così nella prima parte di questa stagione, Gorini e i suoi compiono una vera e propria svolta a partire da novembre, dove infilano una striscia di cinque vittorie consecutive che rappresentano un record storico eguagliato per la società granata.

Oltre a quindici punti che riportano la squadra in piena zona playoff e nemmeno troppo distante da quel secondo posto che rappresenterebbe l’obiettivo massimo per la stagione.

Anche in questo gruppo, come per il suo predecessore Venturato, non c’è un vero e proprio leader in campo, ma tutti sembrano svolgere al meglio il loro ruolo. Non c’è un bomber, tanto che i 25 gol realizzati nelle prime diciotto giornate sono equamente divisi: 3 per Vita, Cassano e Pandolfi, 2 per Pittarello, Magrassi e Maistrello.

Una sorta di “cooperativa del gol” la chiamerebbero, che sembra però funzionare a dovere, specie quando anche la difesa riesce a dare manforte (anche se solo cinque volte si è riusciti a chiudere la porta a fine partite senza reti).

100 e lode per Gorini

Se il record di vittorie si è fermato a cinque, dopo il pareggio contro il Modena, il Cittadella ha però subito ripreso a vincere con una prestazione perentoria contro lo Spezia (in caduta libera quest’anno invece).

Un 4-1 che suona come una vera e propria ciliegina sulla torta per festeggiare le 100 panchine di Gorini, sempre più condottiero di questi colori, che oggi possono così vedere a soli due punti il Venezia al secondo posto (ancora lui, sempre lui).

L’obiettivo di inizio stagione era semplicemente quello di fare bene, specie in un torneo come quello di quest’anno dove sono tantissime le squadre potenzialmente costruite per ambire ai primi posti.

Ma se lo stesso Spezia naviga in zona retrocessione, se la Sampdoria o il Bari sembrano lontane dalla migliore condizione e se persino il Palermo, il Venezia o il Como non sono esenti da steccate più o meno clamorose, non potrebbe essere allora che la favola del Cittadella, debba ancora vedere un ultimo capitolo della storia?

Per fortuna di Gorini e dei suoi tifosi, questo capitolo è ancora tutto da scrivere.