La serata di San Siro, che avrebbe dovuto chiudere degnamente e definitivamente il percorso verso i Mondiali, si è trasformata in un labirinto da cui l’Italia non ha trovato via di fuga: con la Norvegia termina 4-1. Per loro.
L’illusione del vantaggio, costruita con coraggio e rifiniture eleganti, si è dissolta infatti in un quarto d’ora di smarrimento totale, in cui gli ospiti hanno ribaltato tutto con una lucidità crudele, guidati da Haaland e dalle sue certezze granitiche. Una partita che lascia dubbi, scorie e interrogativi profondi sul cammino che aspetta gli azzurri nei mesi decisivi.
Donnarumma 5,5
Osservatore distante per tutto il primo tempo, quasi stesse assistendo alla gara da spettatore più che da protagonista. Quando Nusa trova l’angolo del pari, la deviazione lo complica, ma la sensazione resta che un guizzo in più fosse possibile. Impotente invece davanti alle stilettate di Haaland e di Strand Larsen. Giornata di ombre.
Di Lorenzo 4,5
Partita colma di difficoltà e fantasmi. Spinge con moderazione nel primo tempo, provando a dialogare con Politano, ma dietro si smarrisce più volte. Perde Thorstvedt sull’1-1, subisce Bobb e si fa anticipare da Haaland sul gol del vantaggio norvegese. Serata di errori che pesano come macigni.
Mancini 5
Per ottanta minuti porta avanti una battaglia personale con Haaland, riuscendo spesso a contenerlo con mestiere, anticipo e malizia. Poi il ciclone si abbatte su San Siro e non bastano più né posizione né esperienza. Tiene finché può, poi deve arrendersi alla furia dell’attaccante norvegese.
Bastoni 5
Interpreta il ruolo quasi da terzino aggiunto, accompagnando con costanza Dimarco e garantendo superiorità numerica. Ma dietro mostra smagliature preoccupanti: parte dei crolli finali arrivano da sue letture rivedibili e da un disimpegno errato che apre alla terza rete norvegese.
(Dall’86’ Buongiorno sv.)
Politano 5,5
Nel primo tempo sembra uno dei più attivi, trova spazi, propone cross, si muove con continuità. Ma non basta, e nella ripresa il duello con Nusa lo penalizza: perde riferimenti, soffre le accelerazioni del giovane talento norvegese e cala vistosamente.
Barella 6
Il primo tempo porta la sua firma: qualità, geometrie, tempi giusti, una regia dinamica. Tiene viva l’Italia. Col passare dei minuti però si appanna, lentamente inghiottito dal caos che avvolge il centrocampo. Resta comunque uno dei pochi a provarci fino alla fine.
(Dall’86’ Ricci sv.)
Locatelli 6
Gattuso gli affida la bussola della manovra e lui risponde con ordine e continuità. Lavora tanti palloni, allarga il gioco, prova anche la conclusione da fuori. Fa il suo, senza però riuscire a dare la scossa nel momento in cui l’inerzia si spezza.
(Dall’81’ Zaccagni sv.)
Frattesi 5
Una gara opaca. Meno incisivo del solito, meno presente negli inserimenti e con poca energia nelle seconde palle. Si perde anche la marcatura su Nusa nell’azione del pari norvegese. Da lui ci si attendeva molto di più.
(Dal 68’ Cristante 5,5: porta ordine ma non riesce a invertire l’inerzia della sfida.)
Dimarco 6
La qualità resta intatta, anche in una serata complicata. Firma l’azione che porta al vantaggio azzurro con un tocco di prima illuminante, ma in fase difensiva soffre qualche ripartenza norvegese. Nonostante tutto, è tra i pochi a mantenere lucidità.
Retegui 5,5
Pressa, lotta, si immola su ogni pallone. La sua genealogia calcistica è fatta di garra e sacrificio, e lo dimostra anche oggi. Ma gli mancano rifornimenti puliti: finisce così per sbattere più volte contro la muraglia norvegese senza trovare il varco per lasciare il segno.
Esposito 6,5
Nel suo momento di grazia. Attacca la profondità, protegge la palla come un veterano, e il gol è un gioiello di torsione e lucidità. A San Siro, nel tempio che lo vede ancora alla ricerca del gol con l’Inter, trova invece quello in azzurro.
(Dall’81’ Scamacca sv.)
Ct Gattuso 5
Come sempre è l’ultimo ad arrendersi, ma questa volta la squadra resta senza risposte. Subire tre gol in quindici minuti, due in sessanta secondi, è il segno evidente di un equilibrio fragile. La strada verso i Mondiali si allunga e molto: servirà cambiare passo, e in fretta.
Le pagelle della Norvegia
Nyland 6,5
Incolpevole sul gol subito, sicuro quando serve. Respinge con autorità, esce con tempismo. Una presenza stabile.
Ryerson 5
Sulla sua indecisione nasce il vantaggio italiano. Non ritrova più equilibrio e resta in costante affanno.
Ajer 5,5
Il ritmo di Esposito lo mette spesso in difficoltà. Talvolta rimedia, altre resta esposto.
Heggem 6
Corre, lotta, marca senza risparmiarsi. Tiene botta con cuore e applicazione.
Wolfe 5,5
Politano lo mette in difficoltà nella prima parte, poi cresce quando l’azzurro si spegne.
(dall’88’ Ostigard sv.)
Sorloth 7
Attaccante totale: utile, generoso, intelligente tatticamente. Un riferimento continuo.
(dal 76′ Bobb 6: porta accelerazioni e imprevedibilità)
Berg 6,5
Regista combattente, dà ritmo e ordine. In mezzo al campo porta densità e personalità.
(dal 64′ Thorsby 6,5: entra e ridà vita alla Norvegia. Il suo dinamismo è un detonatore perfetto)
Berge 7
Imbastisce quasi ogni azione norvegese. Ritmo, geometria e polmoni: una prestazione completa.
Thorstvedt 6,5
Movimenti intelligenti, prezioso nelle spaziature, fondamentale nel velo che apre all’1-1.
(dal 76′ Aasgaard 6: nulla di clamoroso)
Nusa 7,5
Imprendibile. Elegante, rapido, velenoso: danza sul filo della trequarti e colpisce con qualità pura.
Haaland 7,5
Per un’ora litiga con Mancini, poi accende l’interruttore: due tiri, due gol, partita ribaltata. Inevitabile.
(dall’88’ Strand Larsen 7: sostituisce Haaland e segna il quarto. Poco tempo, grande concretezza)
Ct Solbakken 7
Legge, aspetta, non si agita. Sa che la sua squadra può colpire, e così avviene. Vittoria meritata.

