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Al termine dell’ennesima rimonta la Francia vince la seconda edizione della Nations League, andando ad aggiungersi al Portogallo nell’albo d’oro di questa giovanissima competizione. Didier Deschamps aggiunge anche questo trofeo continentale al Mondiale vinto 3 anni fa alla guida dei bleus, dopo l’Europeo e il Mondiale conquistati da giocatore.

La Spagna, dal canto suo, torna a casa forte di un secondo posto e di una tangibile crescita dei suoi giovani che permette a Luis Enrique di guardare con fiducia al Mondiale di Qatar del 2022 e oltre.

Troppo bravi per segnare

La partita è subito iniziata ad altissimi ritmi, con continui ribaltamenti di fronte e puntuali interventi difensivi. Eppure per tutto il primo tempo i tiri in porta sono stati assenti, proprio per la bravura di entrambe le squadre di annullare i tentativi avversari, e la partita si è accesa solo nell’ultima mezz’ora, quando la straordinaria applicazione tecnico-tattica delle due squadre è stata inficiata da un po’ di stanchezza degli interpreti.

Entrambe le squadre hanno messo in campo una formazione dall’elevatissimo tasso tecnico, anche se la Francia ha dovuto rinunciare a Adrien Rabiot, risultato positivo al Covid dopo la semifinale contro il Belgio, sostituito dal più fisico mediano del Monaco Aurélien Tchouaméni.

La Spagna invece, rispetto alla partita contro l’Italia, ha schierato Rodri in qualità di secondo regista, in maniera da fornire un’alternativa in fase di costruzione a Sergio Busquets, il quale comunque grazie alle sue incredibile doti innate di posizionamento è stato il fulcro della manovra iberica per tutta la partita, al punto che è stato insignito del premio di miglior giocatore della manifestazione.

Il giovanissimo Gavi è stato quindi investito del ruolo di tramite tra il centrocampo e l’attacco spagnolo, dove Mikel Oyarzabal operava da centravanti mentre Ferran Torres e Pablo Sarabia stazionavano sulle fasce laterali.

Gli spagnoli hanno mantenuto le loro consuete ed esagerate percentuali di possesso palla (il totale finale dirà 64% a favore degli iberici), dettando i ritmi della partita e cercando di impedire agli esterni francesi, Theo Hernandez a sinistra e Benjamin Pavard a destra, di dare supporto in fase offensiva come contro il Belgio, quando si sono rivelati fondamentali.

A questo scopo i due esterni d’attacco spagnoli si sono tenuti larghi, in maniera da impegnare i francesi sulla fascia. Ma se Ferran Torres è stato spesso bravissimo a prendere palla e tagliare verso il centro creando occasioni pericolose, Sarabia si è isolato sull’esterno riuscendo sì a limitare le discese di Pavard (che si è dovuto subire una severa reprimenda da parte di Pogba a questo proposito), ma non risultando quasi mai pericoloso per la difesa francese.

Oyarzabal e gli inserimenti di Gavi sono stati quindi i principali pericoli per la porta di Lloris, ma sono sempre stati ben contenuti dal terzetto difensivo francese composto da Koundé, Kimpembe e Varane. L’infortunio subito da quest’ultimo nel finale di primo tempo ha tolto un po’ di sicurezza alla difesa transalpina, dal momento che il sostituto, Dayot Upemecano, non ha dimostrato la stessa capacità di leggere le situazioni in anticipo del centrale del Manchester United.

Quando la partita si accende la decidono i talenti francesi

Con il doppio play Busquets-Rodri per imbrigliare il talento di Paul Pogba a centrocampo ed evitare i rientri di Griezmann in copertura, la Spagna ha mantenuto il possesso palla, concedendo ben poco alla Francia ma anche costruendo ben poche occasioni in fase offensiva.

Al contrario, con il passare del tempo le fiammate dei talenti francesi si sono fatte sempre più ficcanti, con una traversa colpita da Theo Hernandez che ha dato il via alla fase più movimentata della partita.

Pochi secondi dopo il legno colpito dal milanista infatti Busquets ha servito una splendida palla in area ad Oyarzabal che è riuscito a bruciare Upemecano sullo scatto e a trafiggere la porta di Lloris con un diagonale millimetrico. Spagna in vantaggio e Francia ancora una volta che subisce il primo gol da parte degli avversari.

Nemmeno il tempo di esultare però che la Francia riparte all’attacco con Benzema che tutto da solo si allarga sulla sinistra del campo palla al piede e fa partire uno splendido tiro a giro sul lato opposto che Unai Simon può solo sfiorare con il palmo della mano, non riuscendo però a deviarlo fuori dallo specchio della porta.

Con i ritmi e la frenesia aumentati, la maggior fisicità degli atleti francesi ha avuto un peso maggiore, e a dieci minuti dalla fine Theo Hernandez pesca Mbappé che sarebbe in fuorigioco, ma che viene rimesso in gioco da un tentativo di intervento di Eric Garcia che gli permette di mettere a segno il gol che si rivela decisivo per la vittoria finale.

L’assedio finale spagnolo, più disordinato ma allo stesso tempo più incisivo in area, non ha sortito nessun effetto e la Francia ha potuto infine sollevare il trofeo.

Cosa ci ha lasciato questa Nations League

Nonostante una certa diffidenza riguardo al torneo, la Final Four di Nations League ci ha regalato partite di altissimo livello, che per quanto riguarda le nazionali non è comune vedere in Europa al di fuori dei grandi tornei estivi.

La Francia trionfa confermando l’enorme qualità della sua rosa e ribadendo con forza la sua candidatura alla vittoria del prossimo titolo mondiale.

Il Belgio, che ha chiuso quarto, sconfitto dall’Italia nella finale di consolazione, non riesce ancora a vincere le partite che contano: vincere tutte le partite di qualificazione porta sì a dominare il ranking mondiale, ma questa generazione d’oro del calcio belga si sta esaurendo senza essere riuscita a mettere in bacheca alcun trofeo.

Al contrario, la Spagna ha dimostrato di poter tranquillamente affrontare il ricambio generazionale e puntare ad un ruolo da protagonista ai Mondiali dell’anno prossimo: in questa Nations League si è messo in mostra il 17enne Gavi, che sostituiva peraltro il 19enne Pedri, ma nella squadra trovano posto anche il 20enne Eric Garcia in difesa, il 21enne Ferran Torres oppure il 18enne Yeremi Pino.

Unica lacuna iberica l’assenza di una vera e propria punta di ruolo oltre agli infortunati Morata e Gerard Moreno, lacuna che l’accomuna all’Italia dove, in assenza di Immobile e Belotti, Moise Kean e Gianluca Raspadori hanno deluso le attese. Per gli azzurri Campioni d’Europa il giudizio è sicuramente inficiato dall’espulsione rimediata da Bonucci che ha compromesso il match contro la Spagna, ma la prestazione contro il Belgio è stata decisamente di buon livello.

Sicuramente queste quattro finaliste di Nations League sono le europee favorite per il prossimo mondiale.