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È ripartito il campionato di Serie A ma gli allenatori sono ancora alle prese con il mercato aperto fino a fine mese e con giocatori il cui stato di forma non è ancora al meglio, visti i tanti impegni di vari nazionali durante l’estate. 

Ciononostante, ogni allenatore ha già impostato la squadra secondo i propri dettami tattici. Proviamo ad analizzare quali sono stati i moduli utilizzati nella prima giornata e cerchiamo di capire se dietro a queste scelte ci sono precise filosofie di gioco oppure se si è trattato di decisioni dettate da situazioni contingenti. 

Di base le 20 squadre di Serie A si possono raggruppare secondo due grandi gruppi, tra quelle impostate con la difesa a 3, che può declinata nei vari 3-5-2, 3-5-1, 3-4-2-1 o 3-4-3, e quelle che invece presentano una difesa a 4, in una varietà di moduli che spaziano dal classico 4-4-2 al 4-3-3, passando per le varianti 4-2-3-1, 4-3-1-2, 4-5-1. 

Questa differenza sostanziale nello schieramento difensivo è quella che influenza maggiormente la composizione della rosa (una squadra che difende a 4 ha bisogno di un maggior numero di esterni, mentre una difesa a 3 impiega più difensori centrali), per cui queste scelte tattiche possono essere lette anche in chiave di calciomercato

Difesa a 3Difesa a 4Soluzioni miste
Inter MilanJuventus
GenoaRomaVerona
AtalantaLazioSpezia
TorinoSassuolo
Cagliari Sampdoria
SalernitanaVenezia
UdineseNapoli
Bologna
Fiorentina
Empoli
Le disposizioni difensive delle 20 formazioni di serie A nella prima giornata

Difesa a 3: densità e pressing alto 

I campioni d’Italia dell’Inter, nonostante il cambio di allenatore, da Antonio Conte a Simone Inzaghi, e di alcuni interpreti chiave, non cambiano la disposizione in campo, adottando sempre il 3-5-2, anche se sviluppano un gioco molto diverso, pressando molto più alti e sviluppando maggiormente il gioco sulla trequarti avversaria. Inizialmente però contro il Genoa, viste le assenze in attacco, la squadra è scesa in campo con un 3-5-1-1, ma una volta messo al sicuro il risultato è stata data fiducia al giovane Satriano nello schieramento a due punte. 

Modulo speculare anche per gli avversari, il Genoa di Davide Ballardini, ma in questo caso il 3-5-2 tipico del tecnico ravennate deve ancora trovare i suoi interpreti migliori, visto il cantiere aperto che è la rosa rossoblù in questo momento. 

Non cambia disposizione nemmeno Gian Piero Gasperini, nonostante molte assenze: la sua Atalanta si dispone nuovamente con quel 3-4-2-1 che ne ha fatto le fortune negli ultimi anni, in grado di trasformarsi agilmente nel corso del match anche in un 3-4-1-2 grazie ai movimenti di Josip Ilicic.

Allo stesso modo Ivan Juric è passato al Torino portando con sé il suo collaudato 3-4-2-1, con due centrocampisti bravi ad inserirsi alle spalle di un’unica punta. La sconfitta contro l’Atalanta è apparsa alquanto bugiarda, dal momento che questo Torino sembra avere gli uomini perfetti per questo gioco e forse potrà essere la sorpresa del campionato. 

Una leggera variazione l’ha invece apportata Leonardo Semplici, che ha disposto il Cagliari secondo un 3-4-2-1, alzando Deiola a giocare sulla trequarti in linea con Joao Pedro alle spalle di Pavoletti. A seconda dei momenti del match, comunque, i due giocatori sulla trequarti possono anche allinearsi con le altre linee tornando al 3-5-2

Un po’ poco intellegibile la Salernitana di Fabrizio Castori, il cui 3-5-2 è stato presto stravolto dall’espulsione del difensore Strandberg e continuamente rimaneggiato per tutto il resto della partita con il Bologna. 

Chiarissimo invece il solco tracciato dall’Udinese di Luca Gotti: nonostante la partenza di Rodrigo de Paul, si continua con il 3-5-1-1 che ha caratterizzato il finale della scorsa stagione, con Roberto Pereyra trequartista a supporto di una punta unica. Forse con il tempo l’argentino potrà fare qualche passo indietro e tornare a centrocampo, liberando il posto per una seconda punta in un 3-5-2 con maggior peso offensivo. 

Difesa a 4: ripartenze e gioco sulle fasce 

Tra i cultori della difesa a 4 troviamo Maurizio Sarri, che ha stravolto la Lazio presa in eredità disponendola con un 4-3-3 che ha visto alcuni giocatori ricoprire ruoli inediti con ottimi risultati. È il caso ad esempio di Manuel Lazzari, che da terzino destro ha dato prova di poter sfruttare tutta la fascia in proiezione offensiva. 

Meno traumatico il cambio di allenatore per il Napoli, che ha visto Luciano Spalletti adottare un 4-3-3 molto vicino al 4-2-3-1 adottato da Gattuso nella scorsa stagione, con Zielinski mezzala dai compiti offensivi. L’espulsione di Victor Osimhen nel corso del primo tempo e l’infortunio del polacco hanno però costretto i partenopei a ripiegare su un 4-4-1, poi soggetto a varie modifiche nel corso del match. 

Il 4-2-3-1 è stato invece il modulo prescelto da José Mourinho per la sua Roma e da Stefano Pioli per il Milan, anche se con sfumatura diverse: i giallorossi hanno infatti schierato sugli esterni offensivi due trequartisti portati ad accentrarsi come Mkhitaryan e Zaniolo, mentre i rossoneri hanno sfruttato maggiormente l’ampiezza del campo con due giocatori abili a giocare sull’esterno come Rafael Leao e Saelemaekers. 

4-2-3-1 anche per il Bologna di Sinisa Mihajlovic, anche se talvolta Roberto Soriano partiva da una posizione più arretrata dando l’idea di un 4-3-3. L’espulsione dell’italo-tedesco però ha impedito un’analisi più approfondita. 

Nessun dubbio invece sul 4-2-3-1 del Sassuolo di Alessio Dionisi: nonostante il tecnico abbia quasi sempre utilizzato il 4-3-1-2 nelle sue precedenti esperienze di Empoli e Venezia, ha deciso di non allontanarsi, almeno inizialmente, dall’impianto di gioco che tanti risultati ha portato ai neroverdi sotto la guida di De Zerbi. 

Roberto D’Aversa alla Sampdoria sta ancora lavorando sulla transizione dal 4-4-2 utilizzato nella scorsa stagione da Claudio Ranieri al suo tipico 4-3-3. Contro il Milan ha schierato un 4-2-3-1 in cui però Gabbiadini affiancava spesso Quagliarella in quello che diventava un 4-2-4, ma con l’infortunio dell’attaccante che partiva da trequartista forse la transizione al 4-3-3 dovrà essere accelerata. 

Chi invece ha subito imposto il suo 4-3-3 è Vincenzo Italiano, che alla Fiorentina ha trovato subito gli interpreti ideali per questo impianto di gioco. L’unica incognita è rappresentata da un sostituto all’altezza di Pulgar nel ruolo di regista, dal momento che tutti gli altri centrocampisti in rosa sono più adatti a ricoprire il ruolo di mezzala: l’arrivo di Torreira è da leggere in questa ottica.

Il 4-3-3 è il modulo prescelto anche da Paolo Zanetti per il suo Venezia. La società lagunare gli ha messo a disposizione un gran numero di esterni e trequartisti, che potrebbero anche essere sfruttati in un 4-2-3-1 o in un 4-3-1-2

Il 4-3-1-2 è il modulo scelto invece da Aurelio Andreazzoli per l’Empoli, con Bajrami trequartista alle spalle di Mancuso e Cutrone. Curiosamente, dai tempi di Sarri in poi ad Empoli si è praticamente sempre giocato con questo modulo, a prescindere dagli allenatori che si sono succeduti sulla panchina. 

Gli indecisi

Ci sono tre squadre che in questa prima giornata di campionato sono scese in campo con un assetto che è molto probabilmente ancora “precario”. In primis la Juventus di Max Allegri, che con Cristiano Ronaldo e Federico Chiesa non al massimo della forma ha optato per un 4-4-2 con Dybala e Morata attaccanti e Cuadrado e Bernardeschi esterni di centrocampo. Il tecnico livornese comunque ha dimostrato negli anni di cambiare disposizione tattica a seconda della forma degli uomini a disposizioni e delle esigenze del momento. Facile vederlo passare anche dal 3-5-2 al 4-3-3 nel corso della stessa partita. 

Il 3-4-2-1 adottato da Eusebio Di Francesco nella sconfitta del suo Verona contro il Sassuolo è invece probabilmente dettato da un certo ritardo nell’assimilare le volontà del tecnico da parte dei giocatori. Affidandosi al modulo conosciuto e praticato da Juric nella scorsa stagione, Di Francesco vuole prendere ancora tempo per passare in maniera più graduale al 4-2-3-1 o al 4-3-3 utilizzato in passato. 

Infine, lo Spezia è sceso in campo a Cagliari con un 3-4-3 praticamente obbligato: Thiago Motta aveva in panchina solo altri 5 giocatori, di cui due portieri e un difensore della Primavera. Costretto a schierare un terzino, Bastoni, a centrocampo al fianco dell’unico altro centrocampista di ruolo disponibile, Maggiore, l’allenatore italo-brasiliano ha visto la sua squadra seguire bene le sue indicazioni per buona parte della gara. Con il recupero degli infortunati e con gli ultimi innesti dal mercato, i liguri dovrebbero disporsi con una difesa a quattro e due esterni offensivi, in un modulo che può oscillare tra il 4-2-3-1 e il 4-3-3, a seconda di come si completerà la rosa.