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Come ben noto, ci sono campionati che sono ad appannaggio di un numero piuttosto di compagini. Se da un lato ciò rende evidente la superiorità di alcune squadre, dall’altro rende la competizione stessa poco attrattiva per gli spettatori. Proprio sulla base di questo, nel momento in cui si verifica un ribaltamento di fronte è corretto ricordarne la storia e lodare le imprese sportive die protagonisti.

Uno dei campionati verosimilmente meno competitivi è indubbiamente la Primeira Liga. A sostegno di ciò ci sono i numeri. Fino a giugno 2000 erano esattamente tre le squadre che si sono aggiudicate 65 dei 66 titoli nazionali sin lì disputati. In testa si trova il Benfica, 30, a seguire il Porto, 18, ed al terzo posto si piazza lo Sporting Lisbona con 17. L’unica eccezione è rappresentata dal Balenenses, che si è forgiata del trofeo lusitano nel 1964.

Queste sono state le vere dominatrici e le uniche detentrici per oltre 54 anni. Tuttavia, l’arrivo del nuovo millennio sembra portare un vento di novità anche in Portogallo. Il 2000 pareva il momento giusto per invertire una tendenza che a tratti sembrava inamovibile. Ad operare il cambiamento sarà il Boavista. Seconda squadra di Oporto che è stata in grado di sovvertire le gerarchie del campionato lusitano e la cui storia, nonostante non sia la più famosa, resta la più romantica del panorama calcistico.

Le origini: la nascita del Boavista

Il Boavista è la seconda squadra di Oporto ed è stata fondata nel 1903, circa dieci anni dopo la nascita dell’altra squadra della città, ovvero il Porto. La particolarità di questa compagine la si vede già dalla scelta dei colori. Sono serviti tre decenni per scegliere quale maglia adottare finché negli anni 30′ si opterà per un completo a scacchi bianchi e neri. Il loro simbolo è una pantera, la cui scultura si trova anche all’ingresso dello stadio Do bessa. Essa accoglie i tifosi e da loro un monito: per uscire indenni da qui, dovrete vedervela con undici guerrieri.

Boavista è un grazioso e moderno quartiere nel centro di Oporto. Qui è assolutamente vietato parlare dei concittadini la cui fede calcistica è devota al Porto. In questa parte della città, la devozione verso le pantere è imperativo. Ovunque ci si guardi intorno è possibile vedere simboli della squadra. In questo miracolo calcistico del nuovo millennio è quindi impossibile non menzionare la vicinanza della tifoseria ai propri beniamini.

Il campionato lusitano prese definitivamente il largo nel 1934. In quel momento il Boavista galleggiava tra Primeira Liga e campionato cadetto. La definitiva consacrazione nel massimo campionato arriva grazie alla promozione ottenuta nel 1969. Negli 70′ il club diventa una delle migliori compagini, piazzandosi al secondo posto in classifica nel 1976. A questo vanno aggiunte tre Taca de Portugal e una Supertaca de Portugal.

Gli anni 80′ sono una sorta di periodo di transizione per le pantere. Sempre vicine al vertice ma senza riuscire ad imporsi. Negli anni 90′ conquistano di nuovo due volta la coppa nazionale ed la supercoppa. Tuttavia, il campionato sembra maledetto. Non riescono a laurearsi campioni nazionali, nemmeno nel 1999 quando si piazzano secondi alle spalle del Porto. Al termine di questa stagione qualcosa sembra essere cambiato e ciò culminerà con quanto avverrà agli albori del nuovo millennio.

Che il miracolo abbia inizio

Nella stagione 2000/2001 il Boavista, seppur cin una rosa piuttosto lunga e competitiva, era scevra di campioni ma con ottimi giocatori. Difatti, il team si è rivelato vincente a livello collettivo piuttosto che individuale. La punta di diamante di questa squadra è però senz’altro Erwin Sanchez, soprannominato Platini. Si è guadagnato questo nomignolo grazie alla sua eleganza in mezzo al campo ed al ruolo centrale che ha rivestito sia con la maglia del club portoghese che in Nazionale.

Dopo una breve parentesi tra le fila del Benfica, ha deciso di perorare la causa del Boavista. Da qui è oggettivamente cambiato qualcosa. È un giocatore di qualità con un piede sopraffino ed un animo da lottatore. Il boliviano sarà in grado di imprimere soprattutto determinati valori mentali che permetteranno alla compagine lusitana di compiere l’impresa.

Tuttavia, come già sottolineato al netto di Sanchez, non si sta parlando di una squadra di fenomeni. Ha carattere ed un calcio offensivo che in determinate situazioni lo rende pericoloso. Ma nulla più. La stagione si apre con il primo turno di Coppa Uefa, dopo che nella scorsa avevano acquisito una certa esperienza europea grazie alla partecipazione alla Champions League. L’esordio è vincente, così come in campionato.

Il ritmo sostenuto dal Boavista è impressionante e già al termine del girone d’andata si laurea campione d’inverno con 38 punti, davanti a Porto e Sporting Lisbona. I bianconeri non si fermano, continuano a vincere ed a tener ben salde le redini della testa della classifica. A metà campionato riescono ad imporsi contro i Leoni per 1-0. Gli stessi, a cinque partite dal termine del campionato, si trovano a meno 10 ed i concittadini a meno 4.

Il Porto non perde un colpo ma il vantaggio conquistato sul campo dal Boavista nella prima parte di stagione inizia a farsi sentire. I bianconeri demoliscono prima l’Alverca e poi Salgueiros. A due giornate dalla fine, ai cugini di Oporto servirebbe un miracolo per recuperare i 4 punti di distanza. Inoltre, Sanchez e compagni tutto vorrebbero giocarsi il titolo testa a testa fino all’ultimo contro i cugini.

Ultima di campionato: il Boavista deve affrontare il Deportivo Aves. Non c’è mai partita. I bianconeri vogliono il titolo. Più che una match di calcio è un assedio totale per coronare la stagione delle meraviglie. Il match termina 3-0 e lo stadio esplode di felicità. È possibile percepire nell’aria quell’odore di successo e rivalsa.

Il 18 maggio 2001 il Boavista si laurea per la prima volta nella sua storia campione di Portogallo. Ciò accade 52 anni dopo lo scudetto conquistato dal Belenenses ed il trittico lusitano che fino ad allora aveva avuto totale egemonia sulla competizione nazionale, è stato momentaneamente smantellato.

Il Boavista non riuscirà più a ripetere l’eccezionale percorso della stagione 2000/2001. L’anno successivo tenterà il bis ma a tre giornate dalla fiune dovrà arrendersi allo strapotere dello Sporting Lisbona. Ad aggravare ulteriormente la situazione sarà il compimenti dei lavori di ristrutturazione dello stadio ed il coinvolgimento del presidente Louriero nello scandalo il Fischietto d’oro.