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Se c’è una squadra italiana che ha vissuto gli anni ‘80 in maniera intensa, per così dire, quella è senza dubbio il Milan. Dall’inferno della Serie B al paradiso della Coppa dei Campioni, il Diavolo ha vissuto il decennio come un percorso di rinascita, impresso in maniera indelebile nella mente dei tifosi anche attraverso le varie maglie indossate.

Il Milan nel corso degli anni ‘80

Se gli anni ‘70 si erano chiusi nel migliore dei modi per i rossoneri, con la conquista del 10° scudetto, gli anni ‘80 si aprono nel peggiore: la squadra viene coinvolta nel cosiddetto Totonero, il presidente Felice Colombo viene radiato e la squadra retrocessa d’ufficio in Serie B. La risalita in Serie A è immediata, e alla presidenza, dopo un biennio di transizione con Gaetano Morazzini, arriva Giuseppe Farina.

L’arrivo della nuova proprietà precede di poco la seconda discesa in Serie B, questa volta a causa dei cattivi risultati sul campo. La ricostruzione sotto la gestione Farina fu lenta e difficoltosa, contrassegnata da alcuni clamorosi “bidoni” (su tutti Luther Blissett) ma anche da rivelazioni come gli inglesi Ray Wilkins e Mark Hateley.

Luther Blisset, uno dei "bidoni" per antonomasia degli anni '80, con la maglia del Milan nella stagione 83/84
Luther Blisset, uno dei “bidoni” per antonomasia degli anni ’80, con la maglia del Milan nella stagione 83/84

Nel 1986, con la società in serie difficoltà economiche, si registra l’evento che cambia non solo la storia del Milan ma di tutto il calcio mondiale: Silvio Berlusconi rileva la squadra e trasforma il Milan nella squadra che avrebbe dominato la scena europea tra la fine degli anni ‘80 e i primi anni ‘90. Il Milan di Sacchi, gli olandesi, Tassotti-Baresi-Costacurta-Maldini e tante altre cose entrate nella leggenda del calcio iniziano da qui.

Il leggendario trio degli olandesi Rijkaard, van Basten e Gullit nella stagione 1988-1989
Il leggendario trio degli olandesi Rijkaard, van Basten e Gullit nella stagione 1988-1989

La maglia del Milan negli anni ‘80

Nella stagione 80/81 il Milan disputa il primo campionato di Serie B della sua storia con una maglia che, in anticipo sui tempi, adotta per la prima volta il cognome dei giocatori stampato sulla schiena, sopra il numero. L’esperimento non ha successo e viene abbandonato dalla stagione successiva, ma in seguito verrà introdotto per regolamento dal 1995 e piano piano esteso a tutte le categorie professionistiche e non (da qualche tempo anche i giocatori della Primavera sfoggiano il cognome sulle maglie).

Il Milan nella stagione 1980-1981
Il Milan nella stagione 1980-1981

La classica maglia a righe verticali rossonere nei primi anni del decennio, prodotta con il marchio Linea Milan, presenta le strisce un po’ più spesse rispetto a quelle adottate negli anni ‘70 (riprendendo maggiormente il disegno in voga tra gli anni ‘30 e gli anni ‘50), ma tra il 1982 e il 1986 si torna alle righe più fitte e sottili. In questi anni si susseguono fornitori tecnici come Ennerre, Rolly Go e Gianni Rivera.

 Il Milan nella stagione 1985-1986
Il Milan nella stagione 1985-1986

Con l’inizio della presidenza Berlusconi si ridisegna la maglia, tornando alla rigatura più ampia e soprattutto adottando una tonalità di rosso ben più accesa rispetto al passato, per quello che fu definito un look “televisivamente al passo con i tempi”: dal 1986 è uno sponsor tecnico specializzato come Kappa a realizzare i kit rossoneri, e la maglia diventa un oggetto di marketing e di consumo.

Paolo Maldini nella stagione 1986-1987, la prima dell'era Berluscuni
Paolo Maldini nella stagione 1986-1987, la prima dell’era Berluscuni

Come da tradizione (che verrà abbandonata solo nel nuovo millennio) i pantaloncini sono bianchi, anche se per un breve periodo nella stagione 81/82 furono utilizzati dei pantaloncini rossi.

Franco Baresi 1981-82
Franco Baresi con la maglia del Milan e gli estemporanei pantaloncini rossi di primi anni ’80

La seconda maglia è tradizionalmente una divisa bianca con inserti rossoneri, ma nella stagione 85/86 è stata adottata una maglia bianco opaco con sottilissime righe verticali rossonere, oggi ricordata tra le meno amate in assoluto dalla tifoseria milanista per via dell’effetto “pigiama”.

Nelle due stagioni precedenti comparvero alcune alcune righe orizzontali rossonere, ma con l’inizio dell’epoca berlusconi lo standard divenne la maglia completamente bianca con un riquadro rosso sul petto, appoggiato su una sottile riga nera orizzontale, dove alloggiava il nome dello sponsor.

Ray Wilkins nella stagione 1984-1985 con la seconda maglia del Milan

Per la finale di Coppa dei Campioni del 1989 il Milan adottò una speciale casacca completamente bianca con i bordini rossoneri, differente dalle seconde maglie utilizzate in stagione, per richiamare il completo utilizzato nella vittoriosa finale del 1963. Da allora è diventato di buon auspicio disputare le finali di Champions League in maglia bianca, dato che con questa divisa il Diavolo ne ha vinte 6 su 8, mentre in maglia rossonera solo 1 su 3.

I primi sponsor compaiono a partire dal 1981, ma per i primi anni il veloce cambio riflette i problemi societari che la società stava vivendo: nell’arco di quattro stagioni si susseguono i jeans Pooh, Hitachi, l’olio Cuore e la collana Oscar Mondadori. A cavallo dell’arrivo di Berlusconi lo sponsor è Fotorex, ma dal 1987 fino alla fine del 

Lo stemma

Il Milan dal 1979 aveva adottato uno stemma, disegnato dall’Agenzia Zeta, noto come “il Diavoletto”, silhouette stilizzata di un diavolo rosso, affiancato a sinistra dalla stella simboleggiante i dieci campionati vinti. Con la rivoluzione del 1986 si torna allo storico ovale, in uso ancora oggi, inglobante a sua volta un cerchio diviso a metà tra i colori rossoneri, a sinistra, e lo stemma di Milano, a destra. Sopra il cerchio trova posto la scritta MILAN, mentre sotto è riportato l’anno di fondazione 1899.