Vai al contenuto

Una sconfitta probabilmente immeritata.

Il Milan gioca bene nella prima mezz’ora, dimostrandosi padrone del campo e del gioco. I materassai di Madrid non ci capiscono molto in quei minuti, con Pioli che radiocomanda i suoi dalla panchina, mentre sull’altra sponda Simeone ha il suo bel daffare per svegliare la squadra.

Poi, dopo la rete di Leao, Kessie compie una sciocchezza grandissima e la sua espulsione ribalta tutto, cambiando l’inerzia della gara.

Il rosso costringe Pioli a ridisegnare la squadra più volte, ma con il passare dei minuti il Milan rincula e l’Atletico avanza il baricentro per l’assalto finale che vale i tre punti. Vincono gli spagnoli 2-1, al di la del rigore e del Var.

Insomma un Milan bello e dannato che si è consegnato nelle mani dell’avversario solo dopo l’espulsione dell’ivoriano, ma che sicuramente avrebbe meritato di più per il gioco mostrato.

Andiamo ad analizzare Milan – Atletico Madrid.

Milan tre moduli in 90 minuti

Milan – Atletico Madrid per 30 minuti è una sorta di monologo rossonero.

Pioli schiera Romagnoli – Tomori per esorcizzare l’accoppiata Suarez – Correa, con Calabria al rientro dal primo minuto, mentre in mezzo al campo si torna all’antico con Bennacer – Kessie. Saelemaekers – Diaz – Leao, agiscono alle spalle di Rebic.

Un movimento continuo quello dei rossoneri che per dinamismo mettono subito in difficoltà una squadra che fa della difesa il vero punto di forza. I ragazzi di Pioli non danno alcun riferimento a quelli del Cholo.

Continue sovrapposizioni e rotazioni, con i terzini che si gettano nello spazio, mentre Diaz distilla calcio e Bennacer imbuca di continuo. La pressione rossonera porta l’Atletico a ripartire poco e male, tanto e vero che l’Atletico su 37 passaggi sbagliati nel complesso della gara, sbaglia 25 volte nella prima frazione.

Il gol di Leao, oltre a consegnare il giusto premio al Diavolo, sembra far incanalare la gare come meglio non potrebbe: spagnoli costretti ad alzarsi e lasciare varchi alle ripartenze rossonere.

E invece una topica di Kessie costa caro ai rossoneri. Un secondo giallo per fallo su uno scarico a centrocampo, spendendo malissimo la seconda ammonizione.

Il rosso cambia totalmente tutto, con Tonali per Rebic, mentre Pioli trasforma il 4-2-3-1, in un 5-3-1, con Saelemaekers quinto di destra e Calabria in fase di non possesso è chiamato a fare da terzo centrale in difesa, con Hernandez battitore libero sulla corsia sinistra.

Diaz agisce come terzo di centrocampo a sinistra, con Leao prima punta.

Paradossalmente l’inferiorità numerica, almeno inizialmente, non sembra danneggiare le ambizioni dei meneghini, con Leao che rischia di far venire giù San Siro con una rovesciata che si stampa sulla traversa.

I problemi per il Milan arrivano nella ripresa: da una parte lo sforzo prodotto nel primo tempo e dall’altra il cambio totale del modulo da parte di Simeone che getta nella mischia i vari Joao Felix, Renan Lodi, De Paul, Griezmann e Lemar. In pratica aggiungendosi a Suarez e Correa, la truppa madrilena passa da due a 5 punte e mezzo.

Il Milan chiaramente si schiaccia dietro e fin troppo, con Pioli che prova a ricambiare ancora le carte in tavola. Prima inserendo un claudicante Giroud per Leao, il quale forse poteva dare ancora qualcosa alla causa rossonera, con Tourè nell’inedita veste di mezzala sinistra al posto di uno stanchissimo Diaz. Poi gettando nella mischia Kalulu e Florenzi, con il diavolo che passa al 4-4-1.

Il finale amaro

Con il passare dei minuti l’Atletico Madrid mette i picchetti nella metà campo rossonera, con il Milan che non riesce ad alzarsi e soprattutto, con un Giroud fuori giri.

Lo dimostrano i dati della gara, con 566 passaggi chiave degli iberici rispetto ai 313 dei padroni di casa, oppure il dato delle palle spazzate, con il Milan al comando: 28 a 16, di cui 23 nella ripresa. Senza dimenticare poi le conclusioni.

Il diavolo ha calciato 10 volte e 25 i rivali, ma di queste solo 3 in porta per i meneghini e 5 da parte degli spagnoli.

La pressione dell’Ateltico però, fino al 76′ non si traduce in tiri nello specchio e proprio al 31′ della ripresa c’è il primo intervento nella gara di Maignan.

È il campanello d’allarme che i padroni di casa non raccolgono, visto che al minuto 84′ Griezmann fa un movimento da fenomeno senza palla, svernicia Romagnoli e gonfia la rete per il pari.

Poi il discusso episodio del calcio di rigore che porta alla rete di Suarez per il 2-1 finale, fra le polemiche e le recriminazioni, di un Milan che meritava di più.

I numeri del post gara

L’Atletico si conferma la bestia nera del Milan e per la terza volta lo batte, con la quarta sconfitta di fila per i rossoneri nella competizione, fra le ultime due gare del 2013-14 e le prime due della stagione in corso.

Questa è la prima volta che il Milan non ha vinto nessuna delle prime due partite di una fase a gironi di Champions League.

L’Atletico Madrid è la prima squadra a vincere un incontro di Champions League contro il Milan, nonostante si trovasse in svantaggio all’80° minuto di gioco, a partire dal Galatasaray nel novembre 1999 (2-3).

Le 25 conclusioni spagnole sono il tiro a bersaglio più alto nei confronti della truppa di Pioli. La precedente formazione che più aveva calciato verso la porta rossonera è stata l’Ajax nel dicembre del 2013, con 24 conclusioni.

Rafael Leão ha segnato il primo gol casalingo del Milan in Champions League da quello messo a segno da Robinho, nell’ottobre 2013 contro il Barcellona.

Franck Kessié è il primo giocatore del Milan ad aver ricevuto un cartellino rosso nei primi 30 minuti di gioco di una partita di Champions League da Riccardo Montolivo (al 22°), nel dicembre 2013 contro l’Ajax (incontro terminato 0-0).

Infine, il Milan è tornato a giocare a San Siro un match di Champions League a distanza di 2.778 giorni dall’ultima volta, guarda caso sempre con l’Atletico che vinse 1-0, con Simeone sulla panchina ospite.