Vai al contenuto

Dopo aver superato il turno di Europa League, non senza colpi di scena, il Milan era tenuto a battere un colpo in campionato. La rovinosa sconfitta contro il Monza non è passata inosservata, tanto per il corposo turnover operato da Stefano Pioli quanto dalla prestazione deludente messa in campo dalle cosiddette seconde linee.

L’attesa per la sfida contro l’Atalanta era trepidante. Nella stagione in corso la Dea ha battuto, senza alcuna possibilità di appello, il Milan. Non solo, l’ultima delle due ha fatto accomodare i rossoneri fuori dalla Coppa Italia. Trofeo, questo, che è assente dall’albo d’oro del Diavolo dalla stagione 2002/2003, quando alla guida del club c’era Carlo Ancelotti.

La sfida giocata in occasione della 26a giornata di Serie A tra Milan e Atalanta presenta però alcune differente rispetto alle scorse due della stagione in corso. I rossoneri paiono aver imparato come arginare la fase offensiva i bergamaschi. I dati supportano questa tesi eppure al termine del match il tabellino dice 1-1.

Nel corso dei 90′ i padroni di casa hanno messo a segno 20 tiri totali, di cui 7 in porta. Gli ospiti invece ne hanno fatti 8 e solo 3 di essi in porta. Pure il possesso palla sorride al Milan, tant’è che ammonta al 69% contro il 31% dell’Atalanta. Ciò è specchio di come i numeri dicano tanto ma non tutto. O meglio, prendere in considerazione solo le cifre rende una visione incompleta di una situazione più globale.

Il ricorrente problema delle scelte

Giusto o sbagliato. Bianco o nero. Ottimo o insufficiente. La sottile linea che divide ciò che può portare nell’olimpo degli dei oppure all’oblio passa sempre dalle scelte che si compiono. Nello specifico, le squadre di calcio hanno sempre almeno 90′ per decidere da che lato propendere. Resta quindi da capire come mai in questo particolare momento storico, il Milan abbia la capacità di prendere sempre ed irrimediabilmente quelle sbagliate.

La prima scelta sbagliata riguarda Giroud. Nonostante i suoi 38 anni, è tuttora protagonista. Spesso in positivo, specie se si basa l’analisi solo sui dati, talvolta in negativo. In quest’ultima occasione il suo apporto alla partita è stato pessimo. Difatti, il gol del pareggio degli avversari nasce da una sua ingenuità nella propria area di rigore.

Uscita scomposta del francese e rigore a favore degli avversari. Al termine del match si sono sprecati commenti sul fatto che il penalty dovesse essere assegnato o meno ma non è quello il punto. Da un giocatore con l’esperienza di Giroud ci si aspetta accortezza, quella che in quel frangente è mancata. È pur vero che difendere non è il suo ruolo eppure nemmeno davanti alla porta decide sempre correttamente.

Rafael Leao è tornato: segna ed uguaglia un altro portoghese

Quanto accaduto in Milan-Atalanta non è però tutto da buttare. Si è assistito infatti al ritorno, in termini di prestazioni di Rafael Leao. Il numero 10 rossonero non segnava in campionato dal 23 settembre 2023 contro l’Hellas Verona. Il portoghese sembrava aver perso smalto ed una delle sua capacità principali: il piacere di dribblare uno o più avversari nel tragitto verso la porta avversaria.

Il meraviglioso gol al 3′ ha fatto sognare. I paragoni illustri sono stati rispolverati dopo essere stati nascosti in un cassetto per qualche tempo. Fosse bastato quello per la vittoria, si parlerebbe di nuovo di un artista del pallone in grado di fare la differenza. Tuttavia, a farla stavolta è l’errore di un suo compagno di reparto che a causa di un’inaspettata ingenuità ha fatto passare in sordina questo gesto tecnico.

Ora, Leao può annoverare ben 42 reti in Serie A. Può sembrare un dato come un altro. Degno di nota sicuramente ma con ampio margine di miglioramento. Tuttavia, questa cifra ha un importanza non indifferente. Il portoghese ha difatti raggiunto il numero di gol messi a segno di un altro connazionale che nei primi anni 2000 ha vestito la maglia del Milan, ovvero Manuel Rui Costa.