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Tutto bene quel che finisce bene per la Juventus. Ma la differenza tra il tiro di Rugani che trova un angolo perfetto e l’ennesimo stop – sarebbe stata la quinta partita senza vittorie – stagionale dei bianconeri è un bacio della sorte, è una botta di fortuna.

Eccoci qui, quasi a una resa dei conti: la Juve non è guarita anche se ha ritrovato i tre punti, a raccontarlo è la partita con il Frosinone. Bella, vibrante, foriera di sogni. Però per i laziali, che dopo il colpo subito dopo appena 2 minuti hanno approfittato della tendenza ad abbassarsi dei bianconeri. Pronti, di nuovo, via: Cheddira e Brescianini, dimostrazioni di talento. Quello che la squadra bianconera sembrava quasi aver smarrito.

Un Vlahovic che vale un capolavoro

Per fortuna di Allegri, della squadra, della società – che aspetta solo di ufficializzare il traguardo Champions per progettare il futuro -, Dusan Vlahovic era in una di quelle giornate di grazia. Giornate che durano da un bel po’, a dirla tutta. Il centravanti serbo è arrivato a quota 15 gol stagionali e l’ha fatto in una squadra che resta arida di idee, trovando acqua nel deserto di gioco.

Sembra essere il contrario di quanto detto e scritto soltanto quattro settimane fa: DV9 non ha ingranato proprio quando i bianconeri avevano l’acceleratore puntato al massimo e aspettavano solo l’attaccante; ora che Vlahovic è Re Mida, che trasforma ogni mezzo pallone in oro, paradossalmente non riescono a goderselo. Troppo fragili lì dietro, e troppo vittime di una pressione in grado di eliminare tutti i passi in avanti visti nella prima parte di stagione.

“Non eravamo dei fenomeni prima e non siamo dei brocchi adesso”, aveva spiegato Allegri alla vigilia della partita. E in effetti JuveFrosinone dà questa sensazione qui: le individualità restano importanti, la squadra è compatta. Ha un’identità strana, però ce l’ha. Ha carattere, soprattutto. E allora perché fatica così tanto a schiudersi palla al piede? Perché dopo Empoli il castello costruito si è scoperto di sabbia, crollando alla prima ondata? A questa domanda, Allegri, una risposta vera e propria la sta ancora cercando.

Chi si gioca il futuro adesso

Chi pensava (con la controprova degli allenamenti visti) che la svolta tattica potesse essere la soluzione, ecco, è rimasto piuttosto deluso leggendo l’undici iniziale. Una settimana a pianificare, pensare, provare il 4-3-3 – con Cambiaso largo a destra -, ma nessuna voglia di concretizzarlo quando il pallone era diventato così pesante, quando la necessità dei punti si era fatta così tanto stringente.

Persino Chiesa ha deluso, dopo aver rianimato la Juve a Verona, sfiorando la rimonta che avrebbe cambiato tutto. Con il Frosinone, l’occasione dal primo minuto è diventata una fatica dopo l’altra, senza per questo che Federico si trasformasse in Ercole. Non ne ha passata né superata mezza: solo un tiro, dopo un’ora, deviato e finito in angolo. Troppo poco da chi dovrebbe trascinare. E troppo particolare questa sua stagione, fatta di picchi importanti ma di tanti, troppi bassi. I ragionamenti sul futuro riguardano pure il Sette, che ha un contratto in scadenza nel 2025 e fornisce poco margine per rinnovare.

Certo, se parli di futuro, non si può non passare dalla situazione Allegri. Soprattutto dalle parole di Giuntoli nel pre match, che valgono forse più dei tre punti per il tecnico. “Noi vogliamo tenere Allegri e lui è contentissimo di restare alla Juventus – le parole del Football Director a Sky Sport. A tempo debito ci metteremo seduti per programmare il futuro insieme”. Tempo debito vuol dire: marzo e aprile, quando la Juve potrà immaginare con più concretezza il proprio domani grazie agli 80-100 milioni di introiti legati alla qualificazione in Champions, più (potenzialmente) altri 50 per l’accesso al Mondiale per club a 32 squadre. Il pass per la Coppa del Mondo diventerebbe ufficiale solo in caso di eliminazione di Lazio e Napoli contro Bayern e Barcellona.

A quel punto i dirigenti bianconeri si presenteranno da Allegri con fatti concreti, tali da poter fare garanzie, da poter regalare prime certezze. Max potrebbe restare con un ingaggio ridotto oppure mantenendo l’accordo attuale, però per un solo anno. “A oggi non firmerei nulla”, ha spiegato qualche giorno fa. Aspetta di capire, lui in primis, quale Juventus sarà.