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Ci avete fatto caso anche voi? Che di tocchi magici, di punizioni, di storie da fermo e da lontano a superare una barriera, oggi come oggi non se ne sentono più. O almeno non così spesso. Pensate anche agli ultimi Europei: ci è voluto Damsgaard, a un passo dalla finale, a interrompere il digiuno di tutto un torneo. O anche ai numeri freddissimi degli ultimi campionati, specialmente di A: non ci sono più i cecchini, i tiratori scelti. Ci sono tante opzioni, vero: ma dov’è finito quel talento nell’arte del calcio piazzato? Non è un aspetto da sottovalutare. Anche perché, con l’inserimento dello spray per garantire il distanziamento, neanche la scusa della barriera a un passo regge.

Probabilmente, come sosteneva già tempo fa Massimiliano Allegri, alla base c’è una mancanza di talento puro, nudo, crudo. Che si accompagna a un discorso sempreverde del calcio italiano: bisogna tornare a insegnare la tecnica prima della tattica, la malizia prima delle marcature. Il carattere, insomma, prima ancora di quanto possa vedersi palla al piede. Se ci pensate, i più grandi calciatori di punizioni sono giocatori dal talento cristallino ma anche dalla piena consapevolezza dei propri mezzi. Mihajlovic è il non plus ultra. E da lui partiamo nella nostra speciale classifica dei migliori tiratori di punizioni.

Sinisa Mihajlovic

“Da allenatore, ovunque sono stato e non solo a Bologna, se mi metto faccio più gol dei miei giocatori”. Così ha parlato Sinisa Mihajlovic nella scorsa stagione, dopo 15 anni dall’ultima volta in campo. Mihajlovic ha collezionato 28 reti su calcio piazzato, di cui 3 in una sola partita: sono due record diversi per il campionato di Serie A, il secondo è condiviso con Beppe Signori.

Mihajlovic aveva una rincorsa breve che sorprendeva costantemente i portieri: tirava forte, di precisione, sotto la barriera. Semplicemente, un pensiero inafferrabile.

Juninho Pernambucano

Ha ispirato generazioni di ragazzi. Anche perché il brasiliano è stato il tiratore scelto probabilmente più forte di tutti: ha segnato il 63% dei gol della sua carriera su punizione, portando a casa 77 reti in 121 conclusioni. Il modo in cui calciava è diventato famosissimo: tre passi indietro e a sinistra della palla, occhi sul pallone e collo piede particolarissimo. “Ho iniziato copiando i calci di punizione di Marcelinho, che giocava per il Corinthians. Era una delle mie fonti di ispirazione, e il primo giocatore che avessi mai visto colpire la palla in quel modo e farla ballare nell’aria. Questo ti fa capire come la tecnica non è nemmeno la mia. Didi, che vinse la Coppa del Mondo con il Brasile nel 1958 e nel 1962, lo faceva già allora”, ha raccontato a FourFourTwo.

Pierre Van Hooijdonk

L’olandese dal calcio volante. Che ha giocato tra Olanda, Scozia, Inghilterra, Portogallo e Turchia. Una chicca per gli amanti del calcio anni Novanta: ha insegnato alla generazione Orange che poi arrivò in finale dei Mondiali contro la Spagna. Tra questi Sneijder, Van Persie (con cui litigherà molto forte) e tanti altri. Le punizioni erano il suo forte. Tutto il resto, alle volte, proprio da dimenticare.

Oltre 400 gol in carriera e tanti da calcio piazzato: uno dei più famosi arrivò il 18 settembre 2002 contro la Juventus. Chiedere a Buffon per credere: lo ricorderà ancora.

Marcos Assuncao

Palleggio, visione di gioco, punizioni pazzesche. Tre anni alla Roma dal 1999 al 2002: vince pure lo scudetto. Tirava potente e angolato, imprendibili le sue traiettorie per i portieri avversari. Come Mihajlovic, condanna la mancanza di preparazione: “Credo che oggi non ci si alleni abbastanza da questo punto di vista. La capacità di battere punizioni e rigori è una dote da migliorare e perfezionare con l’allenamento quotidiano. Io mi fermavo tutte le settimane al centro sportivo a provare e riprovare calci di punizione e rigori, proprio con l’obiettivo di trasformare in gol l’unica opportunità che avrei avuto la domenica successiva”.

Alvaro Recoba

Del Chino ci s’innamorava. Punto. In particolare in maglia Venezia, e soprattutto nel gennaio del 1999, all’esordio con la Juventus. Quella sventola mancina che era destinata in porta e non ammetteva appelli o ricorsi. Dieci gol in totale su punizione, così raccontato dallo stesso mancino uruguaiano: “Quando tiro le punizioni cerco Lorena… e segno”. Chi è Lorena? L’amore della sua vita. Che non va in tribuna, no: si posiziona in curva, all’altezza del sette alla sinistra del portiere…

Da Totti a Pirlo

Cinque particolarissimi casi, ma tanti altri sono stati pionieri della materia. Pensiamo a David Beckham: meriterebbe un libro per come e quanto ha calciato bene nella sua carriera. Ovviamente non possiamo dimenticare dove tutto è iniziato, ossia nel calcio degli anni Ottanta e Novanta in Italia: Platini è stato meraviglioso, Maradona semplicemente irresistibile.

Nell’ultimo periodo, hanno dominato Messi e Cristiano Ronaldo, con quest’ultimo protagonista sui piazzati almeno fino al periodo di Madrid: alla Juve ha segnato soltanto una rete da fermo, contro il Torino e nel finale di stagione 2020. Poco prima hanno avuto bei maestri. Anzi: il Maestro. Andrea Pirlo da Brescia, che a sua volta ha imparato da Roby Baggio… al Brescia. Corsi e ricorsi, per corse e poi rincorse. Torneremo a sognare più forte.