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L’anno sta per chiudersi e come sempre, ecco il bilancio da gennaio a dicembre.

Chi sono state le migliori squadre del pianeta?

Dal Real Madrid campione d’Europa, a quel Manchester City che domina in Patria, ma fatica maledettamente fuori dai confini, senza dimenticare il PSG che sembra afflitto dallo stesso male degli inglesi.

In Italia spicca il Milan campione d’Italia, con il Napoli che si erge ad antagonista nella seconda metà dell’anno.

E poi ancora il solido Bayern Monaco, un paio di perle del Vecchio Continente e infine, un salto anche oltre oceano.

Vediamo quali squadre meritano l’oscar nel 2022.

Real Madrid

Quattordici volte sul tetto d’Europa.

L’ultima gemma è arrivata nella finale di Parigi dello scorso maggio contro il Liverpool. Forse la gara “meno” bella del Real, ma perfetta per arrivare a mettere le mani sulla Coppa.

Carlo Ancelotti porta a casa per la quarta volta il trofeo da allenatore e diventano sei, sé contiamo anche quelle alzate da giocatore con il Milan.

Nella stagione dove tutti pronosticavano il primo alloro di City o PSG, ecco che la Nobiltà Europea si riprende il proprio posto, con la finalissima Real Madrid – Liverpool che vede prima del calcio di inizio ben 19 Coppe dei Campioni fra i due Club.

Stagione impressionante quella dei Blancos che dopo aver “matato” la Liga, si sono dedicati da febbraio in poi alla Champions. Epici scontri con Manchester City e Chelsea, per delle gare che entrano nella leggenda del calcio.

Tutto nel segno di Karim Benzema che vive una seconda giovinezza e trasforma in gol, ogni singolo pallone nei 16 metri avversari: senza dimenticarci di Vinicius Junior, giustiziere dei Reds nell’atto conclusivo in Francia.

Si scrive Champions League e si legge, Real Madrid.

Milan

Il Diavolo è tornato.

11 anni dopo l’ultimo Scudetto, il Milan si è ripreso il tricolore e strappandolo dalle mani dei cugini dell’Inter. Un duello mozzafiato che ha visto sorpassi e controsorpassi, fino al cedimento dei nerazzurri e al filotto vincente dei rossoneri nelle ultime giornate.

Il 3-0 al Sassuolo, il 22 maggio scorso, ha sancito il 19° alloro in Serie A per il club meneghino. Uno Scudetto per certi versi inaspettato quello della squadra di Pioli, indicata da molti come quarta forza del campionato e invece capace di sovvertire il pronostico.

Le reti di Leao e Giroud, oltre a quelle preziose di Ibra, Tonali e Kessie hanno lanciato il Diavolo. La partita della svolta, ovviamente il derby vinto in rimonta 2-1 a febbraio.

Sull’1-0 l’Inter ha 7 punti di vantaggio che possono diventare 10, visto che deve recuperare il match con il Bologna. Giroud però ha un piano ben diverso e in tre minuti cala la doppietta che stravolge il copione.

Dal bis della Beneamata, al trionfo dei rossoneri al grido “Pioli is on fire“.

Da Berlusconi ad Elliott, da Allegri a Pioli, una vita è passata, con il Diavolo di nuovo in auge.

Napoli

Primi sei mesi dell’anno ricchi di delusioni.

Da possibile terza incomoda nella volata Scudetto, al crollo con tanti match interni persi. Rabbia trasformata in energia positiva dagli uomini di Spalletti che dallo scorso agosto non hanno più mollato la prima piazza in Serie A.

Rullo compressore in campionato, la truppa partenopea ha dominato la scena anche nel proprio girone di Champions League, con la prima piazza davanti al Liverpool schiantato al Maradona per 4-1 nei primi 90 minuti.

Vittorie, spettacolo, emozioni, gol, calcio champagne e molto altro ancora per un Napoli che fa sognare la piazza. 41 punti in campionato e la pausa mondiale a ricaricare le pile.

Il restart della stagione ci darà dove può volare ancora la formazione di Luciano Spalletti.

Le tre big in Patria

PSG, Manchester City e Bayern Monaco. Dominatrici fra i confini e con diversi problemi in campo europeo.

Sé quanto meno i bavaresi possono vantare sei Champions League in bacheca, lo stesso non si può dire dei francesi e degli inglesi. Quest’ultime costruite a suon di Petroldollari hanno “dopato” il mercato e chiaramente in Patria fanno paura e delirio.

I problemi come detto sorgono al di fuori dei confini. La Maledizione prosegue per City e PSG, dove nemmeno De Bruyne da una parte e Messi dall’altra sono riusciti a mettere fine al digiuno.

Che sia la volta buona? Chissà, la Champions League è una competizione che non perdona.

Sta di fatto che queste tre squadre, esprimono un calcio moderno e spettacolare, come nessun’altra formazione. Di conseguenza attendersi il colpaccio nelle competizioni continentali è obbligatorio.

Liverpool, vorrei ma non posso

Poteva essere l’anno del fantastico poker per la squadra di Klopp.

Il 2022 si è aperto con la vittoria della League Cup contro il Chelsea e sempre contro i Blues è arrivato il successo in finale di FA Cup. In corsa fino a pochi minuti dalla fine della Premier League, il titolo inglese è rimasto sulle maglie del City, con i Reds beffati in volata.

E l’altro boccone amaro è arrivato in finale di Champions contro il Real. Infinite occasioni create e nessuna rete, contro i Blancos cinici e pronti a colpire di rimessa.

Primi sei mesi dell’anno da incorniciare, al di la delle due suddette mancare vittorie. Sulla seconda parte dell’anno pesano, parecchi problemi legati agli infortuni e ad un nuovo modulo che pare non essere nelle corde di questa squadra.

Attenzione però: mai dare per morto il Liverpool.

Tre grandi realtà

Ci sono poi quelle squadre che restano impresse nell’immaginario collettivo pur senza vincere a livello europeo.

Il 2022 è stato senza dubbio l’anno del Benfica, dopo alcune stagioni incolore. Le Aquile di Lisbona hanno chiuso al terzo posto in campionato, ma hanno espresso un calcio spettacolare in Champions League, fino a mettere paura nel quarto di finale al Liverpool.

Nunez con le sue reti ha trascinato i portoghesi fino ad Anfield e lo stesso uruguagio si è meritato la chiamata degli inglesi, dopo aver fatto sudare le sette camicie agli uomini di Klopp.

La stagione in corso è iniziata in modo perfetto per la formazione guidata dall’ottimo Roger Schmidt, giunto in estate dal PSV. Calcio totale come da decenni non si vedeva a Lisbona, con i rossi primi in fuga in campionato e capaci di giungere primi nel girone di Champions, davanti a PSG, Juventus e Maccabi.

Senza dimenticare la presenza in squadra di giocatori come Otamendi ed Enzo Fernandez freschi campioni del mondo, oltre allo scoppiettante Gonçalo Ramos, bomber della nazionale portoghese e capace di scalzare uno come Cristiano Ronaldo. A loro si aggiungono Draxler, Neres, Joao Mario, Gil Dias e Ristic. Il progetto del presidente Manuel Rui Costa sta dando i frutti.

Dal Portogallo alla Spagna. Il Villarreal non smette mai di stupire e il sottomarino giallo è andato vicino al colpaccio in Champions League.

Per la seconda volta nella sua storia il club ha raggiunto le semifinali, 16 anni dopo quella persa contro l’Arsenal. Anche stavolta il cammino si è fermato ad un passo dalla fine e per mano del Liverpool di Klopp. Ma non prima di aver fatto tremare i Reds.

Gran parte del merito va ad Unay Emery: già capace l’anno precedente di portare i gialli al primo trionfo europeo in Europa League contro il Manchester United, l’ex tecnico del Siviglia ha provato a ripetersi nella grande coppa. E poi ci sono loro, i giocatori. Da Rulli tra i pali, ad Albiol in difesa, con Coquelin e Lo Celso in mediana, senza dimenticare gli uomini dei gol pesanti: Parejo e Gerard Moreno.

A fine ottobre l’addio di Emery attratto dalla proposta dell’Aston Villa. Riuscirà il Sottomarino Giallo a ripetersi con Quique Setién? Il campo emetterà la sua sentenza.

Infine, dalla Spagna all’Inghilterra di nuovo. La storia della panchina del Brighton per certi versi è simile a quella del Villarreal. Graham Potter è stato il condottiero principale del club inglese, almeno per quello che concerne gli ultimi 12 mesi. A settembre poi, il Chelsea fa fuori Tuchel e chiama proprio il manager delle Seagulls al timone dei Blues.

Ma quello messo in piedi dall’allenatore, o meglio, ex allenatore dei gabbiani è stato qualcosa a dir poco di incredibile. Una squadra costruita senza spese pazze e senza grandi nomi, in grado di esprimere un gioco eccezionale e con il quale affondare diverse big della Premier League.

E anche la nuova stagione era iniziata all’insegna del Brighton ammazza grandi: per info chiedere al Manchester United. Poi come detto il cambio di rotta, con Roberto De Zerbi nuovo allenatore degli inglesi. Il tecnico italiano ha impiegato almeno un mese a mettere in moto la sua nuova creatura e una volta “digeriti” gli schemi dell’ex Sassuolo, la squadra ha ripreso il suo cammino.

Pensate che il Brighton aveva 5 giocatori impegnati al Mondiale in Qatar e la sorpresa (fino ad un certo punto), Mac Allister si è preso la mediana dell’Argentina e infine la Coppa più ambita con i suoi compagni. Un campione del Mondo su cui puntare.

Oltre ai vari, Caceido, Lallana, Sarmiento, Estupinan, il mai domo Trossard, l’eterna promessa Welbeck rigenerata nel club, con Dunk e Webster a giganteggiare in difesa.

Senza dimenticare le cessioni milionarie di Cuccurella (65 milioni di euro dal Chelsea) e Bissouma (29.5 milioni di euro dal Tottenham). Un piccolo, grande capolavoro.

Palmeiras e Flamengo: a ritmo di Samba

Chiudiamo il viaggio nelle migliori squadre del 2022, con due formazioni brasiliane.

Il Palmeiras ha conquistato l’undicesimo titolo nel massimo campionato verdeoro. Nessuno come il “Verdao” a livelli di allori nazionali, a quattro anni di distanza dalla decima vittoria.

Il successo nel “Brasilerao” arriva, dopo la doppietta in Copa Libertadores, tra il 2020 e il 2021. Per non farsi mancare niente, la squadra allenata da Abel Ferreira ha vinto anche la Recopa Sudamericana 2022, l’equivalente della Supercoppa Europea.

Impressionante il dominio nel campionato da parte del truppa di San Paolo che ha vinto con un vantaggio abissale sulle dirette rivali, mentre ha mancato il terzo successo consecutivo in Libertadores subendo l’eliminazione per mano del Athletico Paranaense in semifinale, nel derby tutto verdeoro.

Copa Libertadores finita nelle mani del Flamengo che dopo aver vinto il campionato nel 2019 e nel 2020, torna a dominare la scena sudamericana. Il Mengão ha conquistato la terza Libertadores, a distanza di tre anni dall’ultima volta.

Anche i rossoneri hanno completato quattro anni da urlo a livello di trofei, senza dimenticare la Recopa Sudamericana del 2020. Vítor Pereira, portoghese come Ferreira del Palmeiras, è stato l’uomo in più della squadra di Rio De Janeiro.