Nella poesia Goal, di Umberto Saba, il portiere è l’unico ruolo del campo a ricevere una menzione esplicita da parte del poeta. Non una, ma ben due volte. Prima, con una punta di tristezza, si analizza la figura del portiere che ha preso gol: « Il portiere caduto alla difesa / ultima vana, contro terra cela / la faccia, a non veder l’amara luce ». Poi, però, dall’altre parte del campo, c’è chi festeggia: « Presso la rete inviolata il portiere / – l’altro – è rimasto. Ma non la sua anima, / con la persona vi è rimasta sola. / La sua gioia si fa una capriola, / si fa baci che manda di lontano. / Della festa – egli dice – anch’io son parte. » Curiosamente Saba, anche in un momento di gioia, quella vissuta dal portiere della squadra che ha segnato, nota come l’anima della persona, del portiere festante, è rimasta sola.
Ecco: la solitudine è senz’altro il sentimento più adatto ad esprimere l’essenza dell’estremo difensore, questo ruolo così delicato e strano, davvero unico ed inimitabile. Qualcuno un giorno ha detto che diventa arbitro chi non sa giocare a calcio. Ma chi è che diventa portiere? Forse chi è talmente pazzo da porsi al di sopra del calcio. Perché se il calcio è uno sport che si decide sui gol fatti, non può che essere un villain colui che si oppone all’essenza del gioco.
Non è un caso, in questo senso, che i portieri siano materia fluida, molto più fluida di qualunque altro ruolo. Ci riferiamo alle miserie e agli splendori dei singoli, che da un anno all’altro, che diciamo! – da un giorno all’altro – passano dall’essere solidi come la pietra a friabili come grissini. È un ruolo difficile, quello del portiere. Ecco perché chi oggi rientra nella nostra personalissima lista dei migliori dell’anno solare 2024 merita una considerazione speciale.
Ha perso la finale contro il Real Madrid, in Champions, ma ha guidato i suoi, soprattutto contro il Paris Saint-Germain in semifinale – tenendo due volte la porta inviolata –, con una tenacia d’acciaio, tipica dei portieri del nord, ad un tempo solidi e belli da vedere. Parliamo di Kobel, estremo difensore svizzero del Borussia Dortmund.
Egli ha dovuto piegarsi solo allo strapotere offensivo del Real Madrid, una squadra di cui storicamente si esalta la fase offensiva, con le sue luci e il suo spettacolo, dimenticandosi però di chi permette una certa distensione nervosa a 30, 20, 10 metri dalla porta. Se non ci fossero cioè certi difensori, ed estremi difensori, nel Real Madrid, le cose non funzionerebbero allo stesso modo. Ecco allora che tra i portieri del 2024 non possiamo non ricordare la coppia Lunin-Courtois, del Real Madrid. L’ucraino ha eccellentemente sostituito il belga nel suo lungo recupero dall’infortunio al ginocchio. Quando è tornato, però, Thibaut ha dimostrato una forza che lo rende senza dubbio il più forte del ruolo da anni.
Il 2024 è stato un anno di conferme anche per due portieri esperti come Yann Sommer e Emiliano Dibu Martinez. Il primo, arrivato tra lo scetticismo generale alla Pinetina per sostituire Handanovic, ha dimostrato di essergli anche superiore. Certo, in molte meno stagioni dello sloveno, ma quante bastano per mettere in mostra tutto il proprio valore. Dall’Europa all’Italia, con lo Scudetto vinto lo scorso anno con la migliore difesa del campionato, anche grazie a lui.
Martinez, che ha trionfato in Copa America con l’Argentina, si è confermato come uno dei migliori portieri del mondo, e forse della storia dello sport. Un rendimento costante, certamente oscurato dalla critica per alcuni atteggiamenti estroversi, da vero portiere pazzo sudamericano, ma illuminato al contempo da miracoli indimenticabili: su tutti, dell’anno corrente, quelli su Conceicao (Juventus) in Champions e in Premier contro il Nottingham Forest (riflesso incredibile, quasi inspiegabile).
Chiudiamo il nostro articolo con due portieri che, per ragioni differenti, hanno inscritto il proprio nome nella storia di questo sport, mostrandosi al grande pubblico del calcio come le next big things del futuro. Il primo portiere è Unai Simon, estremo difensore dell’Athletic Club di Bilbao, reduce da una storica finale di Copa del Rey vinta grazie anche ai suoi miracoli. Nello stesso anno, il basco classe 1997 ha condotto la Spagna ad uno storico Europeo, vinto con estremo merito grazie anche alle sue prestazioni tra i pali. Sempre nel corso della stessa competizione si è fatto valere Giorgi Mamardashvili, con un miracolo straordinario su Dalot – forse la miglior parata del torneo. Nello stesso anno, contro il Real Madrid, il georgiano classe 2000 (in prestito dal Liverpool) ha giocato una delle migliori prestazioni individuali di sempre del ruolo, sicuramente nella storia della Liga.