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Il Napoli riesce ad agguantare il pareggio nei minuti finali contro un Genoa agguerrito e pieno di idee. Gli azzurri si salvano allo scadere contro i rossoblù di Gilardino, infatti, la rete del pareggio firmata da Ngonge è arrivata solo al novantesimo. I partenopei conquistano un prezioso punto che sa quasi di vittoria in una lotta Champions che vede la squadra di Mazzarri a nove lunghezze dal quarto posto. Quinto risultato utile consecutivo in trasferta, invece, per il Genoa, che sale a quota 30. Oltre all’ennesimo stop davanti al proprio pubblico, per gli azzurri c’è un dato che parla più di ogni altro. Infatti, mancano 29 punti rispetto alla passata stagione, sinonimo di una squadra che ha perso completamente la “retta via”. Un disastro firmato Mazzarri e, soprattutto, De Laurentiis. Da salvare è solo la reazione veemente della squadra nel finale ma, purtroppo, “non è sempre domenica” e a Kvaratskhelia non riesce lo stesso capolavoro che aveva sfoggiato nell’ultima partita in casa contro il Verona.

Il Napoli dello scudetto è completamento svanito

I fischi assordanti dei tifosi del Napoli a fine partita è un po’ il riassunto del momento e, soprattutto, della stagione dei Campioni d’Italia. Il boato al momento del gol di Ngonge non ha spazzato via tutta la delusione del popolo azzurro per l’ennesimo pomeriggio sottotono della squadra di Mazzarri. L’unica gioia è stata evitare la nona sconfitta in campionato, ma il Napoli non può, e non deve, accontentarsi di questo. Davanti aveva un Genoa molto organizzato e schierato in campo con astuzia da Gilardino è vero, ma questo non può essere un alibi. Il Napoli ha fatto la solita enorme fatica a costruire azione da gol e solo l’assalto finale negli ultimi minuti hanno cambiato lo scenario, ma non lo stato d’animo del Maradona.

Il Napoli si salva sul Ngonge

La chiave della partita è stata chiara e non è cambiato di molto rispetto alle ultime uscite casalinghe del Napoli pur con il ritorno al 4-3-3, camuffato poi da un 4-2-3-1 con l’avanzamento di Traoré tra le linee. Il Genoa ha concesso alla squadra di Mazzarri il possesso palla nella propria metà campo, ma schierando Messias e Frendrup come mezz’ali si è garantito la capacità e la gamba per ribaltare velocemente le azioni da una parte all’altra del campo con l’aiuto del cambio di gioco per imbeccare le ali.

È a inizio ripresa che il match si sblocca. Una buona transizione di Messias sulla trequarti ha provato a servire Retegui in area di rigore, ma l’anticipo del neoentrato Natan ha finito col servire a Frendrup l’assist involontario per il mancino vincente dell’1 a 0 per gli ospiti. Sotto di un gol ovviamente la partita del Napoli è cambiata e anche le sostituzioni di Mazzarri sono state sempre più offensive piuttosto che ragionate. Dentro tutti gli uomini da attacco da Lindstrom a Raspadori passando per Ngonge. Tra un tiro deviato di Politano e una conclusione di Kvaratskhelia, il pallone giusto è arrivato sui piedi di Ngonge proprio al novantesimo dopo l’assist di testa di Di Lorenzo. Ma tutto questo non è bastato per evitare i fischi nel finale.

Quanto ha inciso Mazzarri in questo Napoli?

Fin qui, e numeri alla mano, il Napoli ha fatto segnare un record storico in termini negativi per chi aveva appena vinto lo scudetto: con i suoi 27 punti di distacco dall’Inter, a 14 giornate dalla fine del campionato, il Napoli è la peggiore di sempre e solo altre quattro volte hanno avuto un divario di più di 20 punti tra la squadra campione d’Italia e la capolista. È vero questa disfatta è da dividere con Garcia ma Mazzarri ha più che qualche responsabilità.

Arrivati a questo punto del campionato, dopo 24 giornate, si può fare un confronto perfettamente calibrato tra i due allenatori che si sono divisi la panchina del Napoli, visto che entrambi hanno guidato il Napoli per 12 gare di campionato. il francese ha lasciato la squadra al quarto posto con 21 punti e una media di 1,75, mentre Mazzarri adesso è nono, avendo conquistato appena 15 punti e ottenendo una misera media di 1,25. Se si aggiunge l’umiliante eliminazione per 4 a 0 dal Frosinone in Coppa Italia al Maradona, è evidente la portata del disastro tecnico e “ambientale”, visto che è stato distrutto completamente tutto il patrimonio di entusiasmo generato dopo la fantastica cavalcata dello scorso anno.

Barcellona ultima spiaggia?

Il ritorno a Napoli di Mazzarri non ha dato alla squadra la scossa sperata e questo, ormai, è sotto gli occhi di tutti. Dunque, bisogna cercare di fare qualcosa ma di mezzo c’è la partita più importante di questa stagione, l’ottavo di Champions League contro il Barcellona. Ed è proprio questo match troppo ravvicinato, in programma mercoledì prossimo, a sconsigliare per ora Aurelio De Laurentiis l’ennesimo cambio in panchina. Nomi di sostituti ovviamente ne circolano: da Marco Giampaolo, libero da un anno e mezzo dopo l’esonero dalla Sampdoria dell’ottobre del 2022 al clamoroso ritorno di Garcia, che sarebbe davvero surreale dopo tutto quello che il presidente del Napoli gli ha detto post esonero. Ma quello “più caldo” nelle ultime ore è quello di Calzona, attuale commissario tecnico della Slovacchia.

Comunque vada, trovare un nome capace di traghettare la squadra sino a fine anno non sarà semplice, soprattutto in un momento in cui manca poco per la conclusione della stagione e non c’è più tempo per sbagliare. Arrivare alla sfida contro il Barcellona in queste condizioni non è certamente l’ideale per sperare in un ipotetico passaggio del turno ma, dopo aver visto la stagione degli azzurri fin qui, può davvero succedere di tutto.