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Il ruolo dello stopper si è evoluto moltissimo negli anni. Per aumentare la spettacolarità del gioco e per tutelare maggiormente i giocatori di talento, al giorno d’oggi gli arbitri sono molto più severi nei confronti di quei difensori che, senza complimenti, “picchiano” duro l’avversario. Ma il difensore roccioso e rude è sempre quella figura che esalta i tifosi e che i tifosi delle squadre avversarie amano odiare.  

Le due tifoserie più in contrasto tra loro in Italia, ovvero la Juventus e l’Inter, hanno avuto la loro bella sequenza di “bastonatori d’area” che si sono alternati nei cuori delle curve e negli strali degli avversari. In particolare, due tra gli ultimi difensori per così dire “vecchio stampo” sono stati protagonisti di grandissime imprese con la maglia del club e con quella della nazionale: Marco Materazzi e Giorgio Chiellini

Marco Materazzi, rude eroe nazionale 

Marco Materazzi ha parzialmente redento una nomea da “cattivo” che l’ha accompagnato per tutta la carriera con il gol nella finale dei Mondiali del 2006 che consentì all’Italia di pareggiare il vantaggio francese e per il fatto che il Pallone D’Oro e capitano dei transalpini Zinedine Zidane si fece cacciare dal campo in seguito ad una testata rifilata al difensore azzurro, non potendo quindi partecipare alla lotteria dei rigori che assegnò il titolo agli azzurri. 

Ma prima e dopo quel momento in cui tutto il paese lo celebrò come eroe nazionale, Matrix, come era soprannominato dai tifosi interisti, è sempre stato uno dei giocatori più odiati e insultati negli stadi italiani.

Nato a Lecce, dove all’epoca giocava il padre, il 19 agosto 1973, è figlio dell’ex calciatore ed allenatore Giuseppe. Cresciuto nelle giovanili di Lazio e Messina, milita nelle squadre del Tor di Quinto, del Trapani, del Marsala e del Carpi prima di approdare al Perugia, dove esordisce in Serie A il 2 febbraio 1997 contro l’Inter, e con cui trova il primo gol 2 settimane più tardi nella sconfitta contro la Juventus. 

Nella stagione 98/99, si trasferisce in Inghilterra, all’Everton, dove in una sola stagione di Premier League raccoglie ben 4 espulsioni in 27 presenze, per poi tornare ad indossare la maglia dei Grifoni dalla stagione successiva. Nella stagione 00/01 fissa il record di marcature per un difensore nel massimo campionato italiano, segnando ben 12 gol, di cui 7 su rigore.  

Questo record gli vale la chiamata da parte dell’Inter e della nazionale italiana. Con i nerazzurri si impone in poco tempo come perno della difesa impostata da Hector Cuper prima e da Roberto Mancini poi (con la parentesi di Alberto Zaccheroni), grazie alle sue doti aeree (con il suo 1.95 era un ottimo colpitore di testa) e al suo piede mancino particolarmente dotato nell’impostare l’azione dalla difesa.

La sua irruenza nei contrasti e il suo carattere particolarmente acceso lo rendono un facile bersaglio dei cartellini degli arbitri. Inoltre resta celebre un episodio avvenuto nel 2004 in un Inter-Siena quando, nonostante non fosse inserito nella distinta della squadra, stazionando a bordo campo provocò per tutta la gara l’avversario Bruno Cirillo per poi arrivare alle mani dopo la partita e causare la rottura del labbro del difensore senese con un pugno. L’episodio gli costò ben 7 giornate di squalifica e l’allontanamento provvisorio dalla nazionale. 

Con Roberto Mancini sulla panchina dell’Inter però per Materazzi inizia il periodo migliore della sua carriera, durante il quale recupera la nazionale. In seguito all’infortunio di Nesta all’inizio del Mondiale tedesco, diventa titolare e capocannoniere insieme a Luca Toni con 2 gol nella manifestazione, oltre a segnare uno dei rigori decisivi per l’assegnazione del titolo.

Nel biennio successivo con l’Inter di Mancini vince 2 scudetti consecutivi (oltre a quello assegnato ai nerazzurri dopo le penalizzazioni di Juventus e Milan nel 2006) giocando da titolare al centro della difesa e segnando anche i gol decisivi per l’assegnazione del primo titolo all’ultima giornata.

Con l’arrivo di Josè Mourinho scivola in panchina, ma la sua personalità continua a farsi sentire nello spogliatoio e il suo palmares si arricchisce, oltre che di altri due scudetti e coppe Italia, anche della Champions League e del Mondiale per Club, conquistato nella stagione che vede alternarsi Rafa Benitez e Leonardo sulla panchina interista e che segna il suo addio ai nerazzurri e al calcio europeo. Infatti per lui in seguito solo un’esperienza da allenatore-giocatore in India prima del definitivo ritiro. 

Giorgio Chiellini, da terzino a perno della difesa bianconera 

Giorgio Chiellini è livornese purosangue, nonostante sui documenti sia indicato Pisa come luogo di nascita, ed è cresciuto nella squadra della sua città arrivando fino alle soglie della serie A, conquistando la promozione dalla serie B con i labronici nel 2004.

L’esordio nella massima serie avviene però con la maglia della Fiorentina, dove la Juventus lo “parcheggia” in prestito dopo averlo acquistato dalla squadra livornese. Dopo una stagione da titolare come terzino sinistro nella formazione viola, nella stagione successiva gioca nella Juventus, venendo però retrocesso in serie B a seguito dello scandalo calciopoli. 

Nella serie cadetta Chiellini è titolare inamovibile e inizia a spostarsi dalla fascia sinistra al centro della difesa, facendo valere le sue doti fisiche e la sua abilità in marcatura.

In seguito alla promozione serie A si guadagna il posto di titolare in mezzo alla difesa al posto di Domenico Criscito (che, paradossalmente proseguirà la carriera nel ruolo di terzino sinistro), e con l’arrivo di Antonio Conte sulla panchina bianconera va a formare insieme a Barzagli e Bonucci un trio difensivo, identificato dall’acronimo BBC, a protezione di Gigi Buffon che, sia in bianconero che in Nazionale, diventa sinonimo di una difesa quasi impenetrabile. Dapprima con Conte, quindi con Allegri, Chiellini vince 8 scudetti consecutivi e 4 coppe Italia, guadagnandosi i gradi da capitano della Juventus e della Nazionale. 

Due marcatori implacabili, più efficaci che eleganti 

Se Materazzi è stato regolarmente criticato per la sua irruenza al punto che le sue qualità sono sempre state messe in secondo piano, Chiellini ha ricevuto un trattamento sicuramente più benevolo da parte dei media, nonostante molti avversari l’abbiano descritto come il difensore più rude che abbiano mai trovato.

Sicuramente, se a livello di doti di marcatura i due giocatori sono estremamente simili, il bianconero possiede una maggior velocità e reattività fisica che gli consentono di essere meno falloso (o quantomeno meno appariscente nei falli).  

Tecnicamente non sono estremamente dotati, anche se Materazzi possedeva un piede decisamente più adatto di Chiellini nell’impostare l’azione, ma entrambi possiedono un colpo di testa efficace sia in fase difensiva che in fase offensiva.

Una cosa che li accomuna è la grande personalità e l’indole da leader fuori dal campo da calcio: nonostante l’incredibile cattiveria agonistica che esprimono durante le partite, i due si sono spesso rivelati fondamentali uomini spogliatoio, soprattutto nei confronti dei più giovani, e anche in Nazionale, nonostante Chiellini abbia letteralmente rubato il posto a Materazzi durante gli Europei del 2008, i due hanno legato e sono arrivati a rispettarsi a vicenda, nonostante i diverbi notevolmente accesi durante gli incontri tra Inter e Juventus.