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Stagione 1987-88 che resta negli annali e rappresenta uno dei momenti più alti di sempre della Serie A dell’epoca d’oro.

Ultimo campionato con due stranieri, dall’anno successivo saranno tre per club, con il primo titolo del Milan di Berlusconi: i rossoneri del debuttante Arrigo Sacchi rimontano il Napoli e operano il sorpasso nella famosa domenica dell’1 maggio 1988.

Quel successo per 3-2 al San Paolo mette fine al regno dei Partenopei che aspiravano al bis, dopo lo Scudetto della stagione precedente e la vittoria spalanca le porte al Milan verso l’epopea dei trionfi continentali e nel mondo.

Diego Armando Maradona sarà il bomber indiscusso di quel campionato e con 15 reti: a giorni nostri viene quasi da sorridere per un numero così basso, ma che in realtà racconta della difficoltà di allora in Serie A contro le difese più forti del mondo.

Vediamo allora chi sono stati i bomber della classifica cannonieri della stagione 1987-88.

Il riassunto di un campionato folle

Il campionato 1987-88 trova tutti d’accordo ai blocchi di partenza: il Napoli campione in carica sarà la squadra da battere lungo le 30 giornate che conducono al titolo. Le antagoniste principali sono indicate nella Juventus di Rino Marchesi e soprattutto nell’Inter di Giovanni Trapattoni.

Il Milan dello scatenato Silvio Berlusconi viene messo un gradino dietro, assieme alla Sampdoria di Vialli e Mancini.

La partenza del campionato da ragione a chi pronostica il bis dei partenopei: Maradona-Careca-Giordano, oltre a comporre il trio MA-GI-CA, trascinano subito il Napoli in fuga a suon di reti.

La Juventus sembra arrivata alla fine di un ciclo, l’Inter manca di continuità, con una Sampdoria bella ma ancora acerba per puntare al bersaglio grosso. Resta il Milan che all’inizio fatica a digerire gli schemi e la tattica dell’allenatore Sacchi, ma da dicembre in poi il Diavolo cambia passo.

Il 1988 si apre con il secco 4-1 rifilato alla capolista Napoli e li si capisce che i meneghini possono essere una seria candidata al titolo. Fino a marzo però gli azzurri reggono in testa al campionato e solo alla sbocciare della primavera iniziano a sperperare il vantaggio di 5 punti (all’epoca erano assegnati 2 punti per la vittoria, ndr).

Baresi e soci approfittano del vistoso calo della squadra di Bianchi e dopo aver vinto il Derby alla 12° giornata di ritorno, sette giorni dopo si presentano a Napoli con un solo punto di distacco. Maradona sa che la squadra è a terra e chiama a raccolta 80 mila tifosi del Napoli, ma quel Milan ha nettamente più birra in corpo.

Il 1° maggio 1988 arriva il passaggio di consegne: doppietta di Virdis e la rete del rientrante Van Basten permettono al Diavolo di espugnare il terreno dell’ex capolista per 3-2: a poco servono la straordinaria punizione di Maradona e il gol di Careca. Il Milan mette la freccia al comando della classifica, con i partenopei che non sono più i leader della Serie A dopo 50 domeniche consecutive, se contiamo anche la stagione precedente.

Nel penultimo turno il Milan manca il match point in casa contro la Juve, ma favorito dal pareggio del Napoli in trasferta porta a due le lunghezze di vantaggio e a Como nell’ultima giornata, ai meneghini basta anche il segno X. E finirà 1-1 con il Milan campione per l’undicesima volta e il Napoli costretto alla seconda posizione.

Sorprende la Roma terza che stacca un pass per la Coppa Uefa, con gli azzurri, l’Inter e una Juventus che si qualifica in extremis, dopo aver vinto lo spareggio ai rigori contro il Torino, per un derby senza appello. La Sampdoria trionfa in Coppa Italia e vola in Coppa delle Coppe: sarà la prima grande stagione delle italiane in ambito europeo.

In coda, complice l’allargamento della Serie A da 16 a 18 squadre, solo due club retrocedono nel campionato cadetto: l’Empoli, la cui penalizzazione di 5 punti ad inizio stagione pesa in maniera decisiva e l’Avellino che saluta la Serie A dopo 10 campionati di fila.

Classifica cannonieri 1987: Maradona al comando davanti a Careca

GIOCATORISQUADRAGOLPRESENZE
MaradonaNapoli1527
CarecaNapoli1325
VirdisMilan1225
GianniniRoma1128
VialliSampodoria1030
GullitMilan929
SchachnerAvellino929
AltobelliInter928
PolsterTorino927
GiordanoNapoli827
CucchiEmpoli826
SliskovicPescara823

La classifica cannonieri della stagione 1987-88 parla napoletano e anche sudamericano. Nei primi due posti troviamo altrettanti giocatori del Napoli: Diego Armando Maradona vince da numero 10 con 15 reti, di cui 4 su calcio di rigore. Precede il compagno di reparto Careca che alla sua prima stagione va in doppia cifra con 13 marcature.

A chiudere la top 10 ci pensa un altro giocatore degli azzurri, vale a dire Bruno Giordano che completa il famoso trio “MA-GI-CA” con 8 reti. 36 gol in tre però non bastano per mettere le mani sul secondo Scudetto di fila alla truppa di Bianchi.

Sul gradino più basso del podio ci sale Pietro Paolo Virdis: l’attaccante del Milan segna 12 gol e sono tutti fondamentali per arrivare a mettere le mani su quel titolo di Campioni di Italia che ai rossoneri manca da 9 anni. Alle spalle dell’attaccante sardo, ecco il “Principe” di Roma: Giuseppe Giannini.

Il capitano dei giallorossi è il simbolo di una Roma che con grande ardore chiude al terzo posto e Giannini sarà autore di 11 reti. Subito dopo è la volta di Gianluca Vialli che pur fermato spesso dagli infortuni trova il gol in 10 occasioni: con Roberto Mancini forma una coppia da urlo nella Sampdoria di Boskov.

Si ferma ad un passo dalla doppia cifra Ruud Gullit: alla prima stagione in Serie A l’olandese appare devastate e oltre agli assist, segna 9 gol a fronte di 25 gare giocate. Assieme al tulipano, altri 3 giocatori segnano 9 gol nella stagione 1987-88.

Si tratta di due austriaci e di un campione del mondo. Walter Schachner e Toni Polster infiammano le tifoserie di Avellino e Torino, con gli irpini che non riescono però a salvarsi. I granata chiudono alla pari con la Juventus a quota 31 punti e solo nello spareggio Uefa dicono addio alla qualificazione.

Il quartetto è chiuso da Alessandro Altobelli: Spillo nella sua ultima stagione all’Inter segna 9 gol e garantisce la qualificazione in Coppa Uefa ad una squadra che ha deluso le aspettative di alta classifica.

Come detto a chiudere la top 10 della classifica Marcatori ci pensa Bruno Giordano del Napoli a quota 8 reti: le stesse segnate dal sorprendente Enrico Cucchi ad Empoli e dal funambolo slavo Blaz Sliskovic che conduce alla salvezza il Pescara. Giordano però, a differenza dei due rivali, segnerà solo su azione e mai su rigore.

Il Re dei Bomber: Diego, Barrilete Cosmico

La classifica cannonieri della stagione 1987-88 è nella mani di Diego Armando Maradona. Un numero 10 che non solo disegna calcio, ma segna anche a raffica; mai reti banale, ma capolavori.

Come quello al Pescara con un tiro dalla linea laterale quasi all’altezza della mediana, o il gol in torsione con pallonetto con cui castiga il Verona, oppure quelli contro Juventus e Inter, senza dimenticare la maestosa punizione con la quale inchioda Giovanni Galli il famoso 1 maggio 1988; momentaneo 1-1 che non basterà per fermare il Milan.

Le sue 15 marcature complessive, di cui 4 dagli 11 metri, non aiutano il Napoli a mettere le mani sul secondo Scudetto: bisognerà attendere due anni dopo, con l’ultimo acuto dei partenopei. 15 gol in 27 match per una media ben al di sopra di un classico numero 10.

Un Barrilete Cosmico.

La Sorpresa: Ruud Gullit

Ruud Gullit era un giocatore molto noto in ambito internazionale, ancor prima di indossare la maglia del Milan: con PSV e la nazionale olandese di cui porta i gradi di capitano, il “trecciolone orange” è un considerato un big.

Però, al momento del debutto in Serie A, in un campionato così difficile e ostico, molti si chiedono che impatto possa avere il numero 10 del Milan. Ebbene, Gullit semplicemente devastante e in tutti sensi.

9 reti che lo confermano un cannoniere d’eccezione, svariati assist per i compagni e un giocatore in grado di mettere in subbuglio da solo le difese avversari: grazie alla sua tecnica, alla sua velocità e alla sua forza dirompente, con un fisico nettamente superiore alla media in quegli anni nel nostro campionato.

Sarà un autentico punto di rottura l’olandese, tanto e vero che si parlerà di un prima e un dopo Gullit in Serie A: un giocatore che ha cambiato totalmente il nostro calcio.

Emblematica la frase di Boskov, allenatore della Sampdoria, quando i giornalisti chiesero un parere sul giocatore: “Gullit è come Cervo che esce da Foresta“.

La delusione: Ian Rush

Ian Rush da Liverpool.

Doveva essere l’uomo della riscossa per la Juventus di Rino Marchesi, appena orfana del ritirato Platini, ma il gallese deluse e non poco.

Bomber implacabile con il Liverpool, sia in terra inglese e sia in Europa, il numero 9 della Juventus fatica maledettamente tra difese rigide, marcature strette e ritmi troppo alti.

Aggiungiamoci un mancato ambientamento a Torino e forse uno stile di vita, fin troppo “cool” per i canoni di allora e si capisce come mai Ian Rush visse un’involuzione totale con i bianconeri.

Sette le reti complessive: nemmeno pochissime se osserviamo le medie gol in quelle stagioni di Serie A, ma troppo lontano dagli standard che lo avevano contraddistinto nell’attacco dei reds.

12 mesi dopo il suo arrivo, Ian Rush farà ritorno al Liverpool e come per magia, il gallese ritrova la via del gol trascinando agli ultimi successi nazionali il Club di Anfield, prima del lungo digiuno interrotto solo nel 2020.