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Cuore, carattere e tanta “cazzimma”.

Il Napoli di Luciano Spalletti torna dalla prima stagionale in Europa League con molte certezze e alcune cose da correggere. Il 2-2 di Leicester ci racconta di una squadra che crea e spreca a non finire, mentre gli inglesi si affacciano due volte nell’area partenopea e ottengono il 100% di realizzazione.

Quando tutto sembra finito, sale in cattedra un fantastico Osimhen: prima segna il 2-1 in versione giocoliere mandando al bar mezza difesa delle Foxes, poi sul 2-2 prende l’ascensore e con frustata di testa seconda a pochi fissa il punteggio sul pareggio. Insomma un Napoli che sciupa tanto, troppo sotto porta e poi quando ormai sembra battuto zittisce il “King Power Stadium”.

Vediamo cosa è successo nei 90 minuti in terra inglese.

Leicester cinico

Brendan Rodgers e Luciano Spalletti sono in qualche modo costretti a fare turn over, in una gara in cui entrambi vorrebbero le rispettive rose al completo.

In casa Leicester manca e mancherà a lungo Fofana in difesa, con il neo acquisto Vestergaard che si accomoda al fianco di Evans al centro della difesa. Serve nuovo ossigeno fra i campioni di Inghilterra 2016, così partono dalla panchina Tielemans, Vardy e Maddison, vale a dire i tre pezzi da novanta delle foxes.

A centrocampo la regia è nelle mani di Ndidi, con Iheanacho punta centrale, supportato ai fianchi dall’ex Salisburgo Daka e soprattutto, dal gioiello dell’Accademy del Leicester Barnes che fino allo scorso febbraio aveva siglato 13 reti in tutte le competizioni, prima che un brutto infortunio lo mettesse ai box fino al termine della stagione. E come abbiamo visto, Barnes sarà uno dei punti di forza nella partita, ingaggiando duelli spesso vincenti con il rientrante Malcuit in casa Napoli.

Luciano Spalletti senza i due terzini sinistri di ruolo, è costretto a dirottare dal binario destro a quello mancino Di Lorenzo, con appunto Malcuit dal primo minuto in versione terzino destro. Rrahmani fa coppia con Koulibaly al centro della difesa e sé in attacco le scelte sono quelle della vigilia, con il trio Lozano, Osimhen, Insigne, ecco che sulla mediana il tecnico toscano schiera come play Ruiz, affiancato da Anguissa e Zielinski.

La partenza inglese è talmente folgorante che dopo 8 minuti il Napoli va al tappeto sulla giocata di Barnes che manda in rete Perez. A questo punto Insigne e compagni si svegliano dal torpore, alzano il baricentro, eludono la pressione inglese e costringono gli uomini di Rogers a difendersi negli ultimi 30 metri: il copione è chiaro, i partenopei fanno la gara e il Leicester difende per poi affondare con la velocità dei suoi uomini.

Il dominio azzurro, ma…

Il Napoli dimostra carattere e davanti allo svantaggio reagisce. I dati del match ci dicono che i ragazzi di Spalletti effettueranno in tutta la gara ben 21 tiri, contro i 7 dei padroni di casa.

Addirittura i passaggi saranno 501 contro i 438 inglesi, oltre a primeggiare con 692 tocchi a fronte dei 601 dei rivali. Insomma un Napoli che gioca, che crea e che si rende pericoloso. Ma il gol non arriva.

Il Leicester dal canto suo, vacilla come non mai in difesa e soprattutto a centrocampo sente la mancanza di uno come Tielemans che entrerà solo nella ripresa. Per capire la difficoltà delle Foxes basta osservare le cifre delle palle perse: ben 25, rispetto ad un Napoli che perde 16 palloni, di cui il 50% nell’avvio di gara.

Napoli a trazione anteriore, bello, dominante, ma maledettamente sprecone sotto porta. E come spesso succede nel calcio, dopo tanti errori negli ultimi 16 metri, ecco che il contropiede del Leicester diventa devastante. Barnes dimostra di avere velocità, tecnica e un tocco sopraffino. Si beve Malcuit e con una giocata “brasiliana” infila imparabilmente Ospina, per uno dei gol più belli di sempre nella competizione.

Osimhen suona la carica

Il raddoppio è un colpo che manderebbe al tappetto anche un toro, ma non questo Napoli. La squadra di Spalletti ha carattere ed orgoglio da vendere, ma soprattutto si rianima con gli ingressi dalla panchina.

Forze fresche con Politano, Elmas e Ounas che danno nuova linfa al gioco Partenopeo. Il Leicester dall’altra parte commette l’errore di mollare troppo presto la presa e anche gli ingressi dei pezzi da novanta come Vardy, Maddison e Tielemans non permettono di congelare il doppio vantaggio.

Merito soprattutto di un ritrovato Osimhen. L’ex Rennes, in versione giocoliere, riapre la sfida e poi quando il tramonto della gara sta per portare i tre punti alle Foxes, ecco che l’attaccante del Napoli sfrutta nel migliore dei modi il cross di Politano e con un perfetto colpo di testa piazza il 2-2 finale. E’ il giusto premio per una squadra che avrebbe meritato anche qualcosa in più per quanto creato nei 90 minuti.

Personalità, gioco e tante occasioni. Qui Spalletti dovrà essere bravo a lavorare sulla cattiveria sotto porta dei suoi uomini, considerando che non sempre potranno riuscire le rimonte. A livello difensivo, al netto delle assenze e di alcune scelte obbligate, Malcuit è apparso in grande difficoltà contro la velocità di Barnes, mentre centralmente ci sono state un paio di crepe più dettate dai meriti degli avversari che da demeriti degli azzurri.

Cosa si porta il Napoli da Leicester

Il dato più confortante della trasferta britannica è senza dubbio l’attacco, suffragato anche dai numeri: Victor Osimhen è il primo giocatore del Napoli a realizzare una doppietta in Europa League da Dries Mertens nel dicembre 2015 contro il Legia Varsavia. Non solo, ma si tratta della seconda doppietta nelle ultime tre trasferte dei partenopei. Il Napoli va a segno da 22 partite consecutive considerando tutte le competizioni e non resta a secco di gol dallo scorso febbraio, sul campo del Granada nei sedicesimi di Europa League. 

Inoltre rimane intatta la striscia positiva: l’undici partenopeo è imbattuto da 13 gare consecutive considerando tutte le competizioni e l’ultima sconfitta risale allo scorso aprile sul campo della Juventus. Si tratta della quinta gara di esordio da imbattuti nella fase a gironi di Europa League, con una sola sconfitta nella prima giornata.

Di contro c’è da segnalare una qualche sofferenza in trasferta in genere, e in particolare quando si gioca nella terra d’Albione: gli azzurri infatti non hanno mai mantenuto la porta inviolata nelle loro 11 trasferte contro squadre inglesi in competizioni UEFA.

Chiudiamo con Ayoze Pérez (8’22”) che rappresenta il gol più veloce incassato dal Napoli in una gara di Europa League dalla rete di Kurányi (01’08”) della Dinamo Mosca nel marzo 2015: dopo il gol in apertura subito da Morata sabato scorso forse sarebbe il caso di prestare attenzione all’approccio di gara, prima che arrivi il terzo indizio a formare una prova.