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Come ha scritto stamane sulla Gazzetta dello Sport Sebastiano Vernazza, nel suo pezzo di commento alla partita: «di rabbia e di sofferenza, di tenacia e di resistenza. […] L’Inter sta in Europa come un vascello dentro le tempeste, ama battagliare con le onde grosse». Ecco in cosa la squadra di Inzaghi sembra essere cresciuta, più che in altri fondamentali (tecnico-tattici). Quella nerazzurra è una squadra capace non solo di reagire alle difficoltà, ma che nelle difficoltà si esalta persino.

Dopo lo storico 1-2 dell’andata – il Bayern non perdeva in casa da 4 (sic!) anni in Champions League – arrivato, proprio come ieri sera, di reazione, dopo aver subito il pareggio momentaneo di Thomas Müller, ci si aspettava un Bayern spavaldo a San Siro. Non è potuto accadere non (solo) in virtù delle lacune bavaresi, ma della forza brutale dell’Inter, solidissima dietro (rimane la miglior difesa del torneo con 5 gol subiti) e furente davanti, grazie ad un Lautaro Martinez da pallone d’oro. L’Inter è in semifinale, e vuole la vittoria della Champions League.

Le pagelle dell’Inter contro il Bayern

  • all. Inzaghi 7 – prepara la partita alla perfezione, fa i cambi al momento giusto. La sua squadra non si scompone mai.
  • Pavard 7.5 – grande prestazione dell’ex Bayern, che tiene benissimo sugli attaccanti avversari (miracoloso il suo intervento su Olise nel primo tempo) e segna pure il gol del momentaneo 2-1 da corner.
  • Sommer 6 – prova attenta, senza troppi patimenti d’animo. Un po’ per l’inconsistenza offensiva dei bavaresi, un po’ per l’ottimo muro difensivo che Pavard, Bastoni e Acerbi gli schierano dinnanzi, soprattutto nel primo tempo.
  • Bastoni 6.5 (87’ Bisseck s.v.) – meno regale rispetto alla gara d’andata: tanto basta ad ingabbiare Kane e a non far entrare mai davvero in partita Olise.
  • Acerbi 7 – è tornato quello delle grandi occasioni. Prova mastodontica la sua, ricca di contenuti difensivi e di una marcatura quasi ad uomo su Mueller, zittito anche dialetticamente a fine partita.
  • Darmian 6.5 – ha sui piedi la grande chance del 2-1, ma Dier è miracoloso sulla sua conclusione. Dietro è meno preciso del solito, ma tiene sempre molto bene il campo.
  • Mkhitaryan 6 – l’armeno, già assopito all’andata, non entra mai davvero in partita. La sua gara rimane sufficiente.
  • Calhanoglu 6.5 – il metronomo dell’Inter: gestisce i tempi di gioco, filtra benissimo gli attacchi avversari, dal suo piede nasce il gol del 2-1.
  • Barella 6 (88’ Frattesi s.v.) – all’andata era stato tra i migliori. Ieri sera, come Mkhitaryan, pensa più alla diplomazia che all’accusa.
  • Dimarco 5.5 (73’ Carlos Augusto 6) – è suo il corner da cui scaturisce il pareggio dell’Inter con Lautaro, ma è anche dal suo lato, e da una sua marcatura a dir poco rivedibile, che Kane trova il pertugio per il momentaneo gol del vantaggio tedesco.
  • Thuram 5 – spento, non vince quasi mai un duello, sbaglia i passaggi più semplici e a tu per tu con Urbig è spesso impreciso.
  • Lautaro Martinez 7.5 (81’ Taremi s.v.)

Le pagelle dei bavaresi

  • all. Kompany 5 – ritarda i cambi, la sua squadra è molle e poco reattiva.
  • Urbig 6 – incolpevole sui gol, attento sulle uscite in presa alta. Molto consapevole coi piedi, forse troppo in alcune circostanze.
  • Laimer 6.5 (84’ Coman 6) – gioca una partita totale. È terzino, all’occorrenza ala d’attacco, pure mezz’ala se serve. Sono i compagni di squadra, semmai, che non ne sfruttano l’energia.
  • Dier 7 – il gol del 2-2 gli fa alzare di mezzo punto un voto già alto per quel clamoroso salvataggio sulla linea di porta su tiro di Darmian (eravamo sull’1-1).
  • Kim 5.5 (65’ Guerreiro 6) – dov’è finito il fuoriclasse che ha incantato all’ombra del Vesuvio? Forse abbiamo preso un abbaglio collettivo.
  • Stanisic 5.5 – in difficoltà quando si tratta di difendere, impreciso quando si tratta di attaccare.
  • Kimmich 7 – l’ordine del Bayern Monaco non può non passare dalla sua mente e dai suoi piedi. Perfetto in fase di interdizione, magistrale in quella d’impostazione. Calciatore meraviglioso.
  • Goretzka 5.5 (83’ Pavlovic s.v.) – i muscoli mostrati sui social non si vedono in campo, e i piedi spesso sembrano invertiti.
  • Olise 5 – è dalle sue sgroppate e dai suoi funanbolici dribbling che ci si aspettava qualcosa di magico. Inzaghi lo sapeva, e il costante raddoppio di marcatura su di lui ne castra l’inventiva.
  • Muller 5.5 – combattivo e tenace fino al 94’, quando di testa spaventa San Siro, ma nel complesso una prova insufficiente la sua.
  • Sané 5 (65’ Gnabry 6.5) – come Olise, è ingabbiato nei propri pensieri, e l’assedio di Darmian su di lui non gli rende facile un accenno di reazione, che tarda ad arrivare.
  • Kane 6 – come per Dier, il gol gli fa alzare di mezzo punto un voto che, altrimenti, sarebbe insufficiente. D’accordo che a calcio si gioca in 11, meglio in 22 considerando pure gli avversari, ma l’inglese sembra nascondersi, e non facilita i compagni nello sviluppo del gioco. Si divora il 3-2 quando Sommer si perde il pallone nell’area piccola.